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Politica Riccione

Elezioni. Pizzolante: Pd ci ha cercato per chiedere voti, non alleanza formale

In foto: Sergio Pizzolante
Sergio Pizzolante
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mar 27 giu 2017 09:57 ~ ultimo agg. 14:58
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Non basta dare la colpa a Renzi, il Pd locale ha responsabilità gigantesche nella debacle elettorale nel riminese (vedi notizia). Lo dice l’onorevole Sergio Pizzolante, ideatore di Patto Civico, commentando il risultato delle amministrative.

Secondo Pizzolante “il partito democratico è un miscuglio di grigiore antico e arroganti luccichii renziani. Il pensiero è tornato indietro, l’arroganza avanza.
L’onorevole svela alcuni retroscena nei tre comuni al voto. “A Morciano, dopo che Ciotti era già in campo, ci hanno detto che doveva ritirarsi perché loro volevano candidare un’assessore di San Clemente a sindaco di Morciano.” “A Coriano la logica avrebbe portato ad un sostegno al sindaco uscente. Che in questi anni aveva sempre intrattenuto ottimi rapporti con il Pd.” “A Riccione – ricorda Pizzolante – non è bastata la disavventura di 3 anni fa. C’era un’accordo sul modello governo nazionale, con Renzi allora al 41%. Ma all’ultimo momento il partito ha detto Niet! Poi 4 mesi fa il partito (30 persone) ha detto “ni”. Ci hanno cercato loro, hanno proposto un’accordo, ma senza discutere di programmi, di candidati sindaci condivisi. Niente. Hanno deciso candidato sindaco e veti personali sugli alleati desiderati. Nonostante il successo dell’alleanza di Rimini fra Gnassi e il mondo delle imprese e del ceto medio rappresentato dal Patto Civico, fosse stato un successo nazionale.” L’onorevole arriva poi al ballottaggio: “ci hanno sempre cercato loro per dirci, sostanzialmente, nessuna alleanza formale, perché perderemmo sicuro, ma dateci i voti”.
Pizzolante ammette che la Vescovi l’avrebbe votata ma non l’ha fatto “perché impegnato fuori per un’evento familiare”. “L’avrei fatto – spiega – per il mio giudizio sulla Tosi, che non cambia. Soprattutto dopo la violenta campagna elettorale e le dichiarazioni post voto. Ma sarebbe stato senza alcun ardore. E senza non si vince, si perde. Anche se di poco.
L’onorevole si sofferma poi sul Sindaco. “Alla Tosi e ai suoi amici dico che sarei felice di cambiare idea. Così come la cambiai, pubblicamente, nei mesi successivi alle elezioni di 3 anni fa, per poi pentirmene.
Comunque, a modo suo, è stata brava. Una forza e una determinazione fuori dal comune. Dal giorno stesso della caduta è andata in tutte le case a recitare la parte di chi è stata tradita e offesa. Un’altra avrebbe accusato il colpo. Lei no. Una rappresentazione teatrale tragica e grande! Non è il mio modo di vivere e di fare politica – conclude – ma è un modo. Complimenti!