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Politica Riccione

Ballottaggio, i commenti. Magrini (Pd): Pd non rappresenta più nessuno. Gnassi: aperture, non convenienze

In foto: Juri Magrini, Tiziano Arlotti e Sabrina Vescovi seguono lo spoglio (Newsrimini.it)
Juri Magrini, Tiziano Arlotti e Sabrina Vescovi seguono lo spoglio (Newsrimini.it)
di Andrea Polazzi   
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lun 26 giu 2017 11:09 ~ ultimo agg. 27 giu 10:37
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Non possiamo nasconderci, il problema è il Partito Democratico. Non siamo più attrattivi“. A dirlo ai microfoni di Tempo Reale (Radio Icaro – Icaro Tv), il giorno dopo la conferma di Renata Tosi sindaco di Riccione e la sconfitta di Sabrina Vescovi, è il segretario provinciale del PD Juri Magrini che ieri ha seguito passo passo lo spoglio dalla sede della candidata del centrosinistra. “E’ necessario fare una riflessione da Rimini ma soprattutto partendo da Roma. Questo non si può considerare solo un voto sulle amministrative o sui singoli candidati perché praticamente abbiamo perso ovunque” ammette Magrini che poi prosegue la sua riflessione. “I cittadini non ci votano, si è rotto qualcosa. Questo è un problema che va affrontato con onestà. Se non affrontiamo la situazione credo che andremo incontro ad una sconfitta anche alle politiche. Con l’ambizione di voler rappresentare tutti, non rappresentiamo più nessuno e siamo percepiti solo come il partito del potere e in momenti come questo, di grande difficoltà, la gente non ci vota. Non siamo motore di speranza ma siamo visti come il problema. Chi ha fatto campagna elettorale, chi ha fatto il porta a porta, sa di cosa parlo.

Un risultato storico di una grande squadra” commenta a caldo Jacopo Morrone segretario della Lega Nord Romagna raccontando anche dei complimenti arrivati da Matteo Salvini. “Come Lega siamo stati i primi a dare l’appoggio a Renata Tosi quando qualcuno l’ha fatta cadere” ricorda con orgoglio prima di lanciare una stoccata all’ex vicesindaco Luciano Tirincanti: “mi auguro ora vada a fare il nonno“.

Per il sindaco di Rimini e presidente della Provincia Andrea Gnassi, bisogna discutere la situazione negli organismi del partito. “Siccome è costantemente dietro l’angolo- anzi, è un pezzo del problema- il rischio di allargare ancora di più le fratture tra noi, sulla base di dichiarazioni a caldo o intempestive o dettate dalla pura voglia di strumentalizzare e distruggere, meglio sarebbe discuterne nelle sedi deputate a farlo. Lasciamo per una volta da parte l’additare facili e singole responsabilità, senza invece fare riflessioni più serie e profonde.

Più in generale oggi mi permetto di ribadire che tutti noi, a tutti i livelli, dovremo batterci con ancora maggiore forza per un PD perno di un progetto radicalmente riformatore che si allarga da un lato a un civismo sociale a sinistra e dall’altro, con coraggio curiosità e sguardo, a un civismo del fare, dell’intraprendere, dell’impresa e delle professioni. Questo allargamento è centrato non su alleanze politiciste che di fatto diventano convenienze elettorali ma su idee dichiarate di città o paese (urbanistica, sicurezze, scuola, impresa). Idee maturate e coltivate nel tempo, discusse fino a farle diventare patrimonio comune e condiviso, e non tirate fuori all’ultimo momento nell’imminenza della scadenza elettorale.

La novità politica è qui: non nel pretendere di essere un partito maggioritario, a cui magari sottomettersi o che ha dentro tutto, ma un partito il cui obiettivo è ‘possedere’ una vocazione maggioritaria di un’idea di società e città, attorno alla quale coagulare forze larghe, plurali”.

 

Arriva anche il commento di Tiziano Arlotti, parlamentare del PD:

I risultati di queste elezioni amministrative richiedono un’attenta e approfondita valutazione sia a livello locale, sia nazionale.

Innanzitutto un grande abbraccio a Sabrina Vescovi, a Evi Giannei e ad Alessandro Leonardi, e a tutti i candidati consiglieri e ai militanti che si sono mobilitati a Riccione, a Morciano e a Coriano. E allo stesso tempo auguri ai tre sindaci eletti, per il tanto lavoro che li aspetta.

A Riccione non siamo riusciti a vincere il ballottaggio nonostante Sabrina sia stata una lottatrice e, soprattutto nelle due settimane tra primo turno e il ballottaggio, lei e la coalizione abbiano saputo risvegliare l’interesse – anche se solo parzialmente, anche se non è bastato – degli elettori di centrosinistra e del Partito democratico.

Detto questo i risultati locali ci consegnano un quadro di un PD in evidente difficoltà, in linea peraltro con quanto sta accadendo a livello nazionale.

Abbiamo perso Riccione, Morciano e Coriano e, se si conta la tornata amministrativa del 2016, non siamo andati meglio a Cattolica, Pennabilli e Novafeltria. Le uniche eccezioni sono state Rimini, ed è una grande eccezione evidentemente, e Montescudo Montecolombo.

Ce ne è abbastanza non tanto per aprire una fase di polemiche, di ricerca di capri espiatori, di notti di lunghi coltelli. No, questo assolutamente no, sarebbe sterile e anche incomprensibile. Si tratta semmai di aprire una fase di analisi a 360 gradi, sincera, senza ipocrisie, anche cruda se è necessario, in cui mettere in fila i motivi di questo chiaro arretramento del nostro messaggio e della nostra proposta alle città e al Paese.

Mi permetto di evidenziare come sia lampante che dove pensiamo di essere autosufficienti, di bastare a noi stessi, di non aprirci a pezzi nuovi di società interessati come noi al riformismo, andiamo incontro a brutti risultati.

Non è il tempo di processi, ma di analisi serie sì, perché di lotte intestine e correntismo credo ne abbiamo tutti abbastanza. Dobbiamo invece aiutarci, perché ormai siamo giunti molto vicini a un punto di non ritorno. Basta questioni personali, basta litigi, che in molti casi hanno radici lontane.

Adesso va subito convocata una direzione provinciale del partito per discutere onestamente del risultato del turno amministrativo dell’11 e del 25 giugno. Poi va gestita la fase precongressuale, ammesso e non concesso che i congressi sul territorio si tengano entro la fine dell’anno.

La mia proposta è quella di accompagnare questa fase attraverso un’iniziativa politica allargata e condivisa, proprio perché il senso di tutto deve essere che il PD – a differenza degli altri partiti e movimenti – sa prendersi le sue responsabilità collegialmente.

Nel PD sia vittoria sia sconfitta hanno padri e madri: non siamo certo quelli che fanno finta di non riconoscere il proprio bambino