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Attualità Politica

Famiija Arciunesa. La lettera aperta del "babbo" che fa discutere

In foto: Giuseppe Lo Magro con i sindaco di Riccione Renata Tosi
Giuseppe Lo Magro con i sindaco di Riccione Renata Tosi
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
lun 22 mag 2017 14:59
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Non è passata sotto silenzio la lettera aperta all’ex sindaco Renata Tosi del “babbo” di Famija Arciunesa Giuseppe Lo Magro. Una lettera in cui Lo Magro valuta, con toni molto negativi, l’operato della Tosi, soprattutto nei confronti del mondo delle associazioni e della stessa Famija. Già per il passato aveva raccontato come fosse arrivato lo sfratto della sede e come fossero stati trattati – aveva detto ai microfoni di Tempo Reale – peggio di inquilini morosi.

Non si è fatta attendere la risposta di Noi Riccionesi che definisce l’attacco vile e imbarazzante, fatto ad arte durante la campagna elettorale. E, così, c’è un nuovo affaire da gestire a livello politico. Nel giro di poco è arrivato il commento del candidato Carlo Conti “Bisogna porre fine all’invettiva, alla violenza e ai veleni di Noi Riccionesi” e a seguire quello del Partito Democratico, con l’intervento del segretario Parmeggiani che battezza le parole della Tosi “da ventennio“, ma ne ha anche per Conti, che faceva parte dell’amministrazione quando la Famija Arciunesa venne sfrattata.

 

La nota di Noi Riccionesi

Abbiamo appena letto la lettera aperta con la quale, proditoriamente, il presidente della Fameja Arciunesa, Lo Magro, rivolge a “Renata” un attacco politico, usando le pagine del giornale dell’Associazione che come tutti sanno vive del sostegno e del libero contributo di molti cittadini Riccionesi, senza tessere ne’ appartenenza politiche. Un gesto vile e nello stesso tempo imbarazzante. Vile perché il presidente Lo Magro usa la sua carica e le pagine del giornale di un’associazione aperta alla solidarietà e lontana dalla politica, per manifestare il suo personale dissenso sulla gestione amministrativa e politica di Renata Tosi. E lo fa, volutamente, in piena campagna elettorale. Imbarazzante perché espone l’Associazione tutta, che ricordiamo è una ONLUS, al rischio di una conflittualità interna che ne lede credibilità e prestigio. Relegandola a strumento di propaganda politica nel suo personale interesse e a beneficio delle forze politiche che vuole favorire. Il presidente Lo Magro per attaccare Renata Tosi e provare ad alimentare contro di lei il dissenso politico ed elettorale, ritorna polemicamente sulla richiesta dell’Amministrazione di far rispettare il regolamento comunale sull’occupazione degli spazi pubblici. Dimenticando che ha avuto più e più volte ampia possibilità, luogo e modo per manifestare la sua personale opinione e anche le sue rimostranze nei confronti della decisione dell’Amministrazione comunale di far rispettare anche alla sua associazione un contratto, mai rispettato e per molti anni inevaso, e della decisione della intera Giunta Tosi di rivedere, ampliandone ed aprendola ad altre associazioni della città, la possibilità di trovare assistenza e sedi adeguate per esercitare la loro funzione e le loro attività culturali e solidaristiche. Lo Magro non ha accettato e ancora sembra non voler accettare, chissà perché, che anche la sua associazione debba rispettare i contratti, le norme e le regole di civile convivenza. Lo Magro da “babbo” saccente e permaloso si ritiene sopra le parti, anzi manifesta un serio disappunto oltre che un grande fastidio per dover intrattenere normali rapporti contrattuali con l’amministrazione della sua città. Lo fa vantando meriti e privilegi che secondo lui gli sono ampiamente e assolutamente dovuti. A lui e alla sua associazione. Animato da un rancore personale perché gli è stato semplicemente e doverosamente chiesto, così come è stato chiesto a tutte le altre associazioni, di pagare un misero canone d’affitto dei locali che occupa da moltissimi anni, in un comodato d’uso che sembrava o doveva per lui essere una dotazione regale. Questa lettera è il peggior segno di speculazione politica, un esempio indicibile ed indecoroso di un’arroganza provinciale che mischia vecchi privilegi con i valori della solidarietà e del volontariato. Mettendo tutti gli associati alla Fameja Arciunesa di fronte ad un imbarazzante domanda: il loro contributo e’ destinato a sostenere una giusta e nobile causa o a dare aria e riconoscimento al prestigio politico del suo presidente?

Il commento di Carlo Conti

“L’aggressione di Noi Riccionesi, partito di Renata Tosi, a Giuseppe Lo Magro e all’associazione Famija Arciunesa è la prova ultima della violenza con la quale l’ex sindaco e il suo entourage sono abituati a trattare tutti coloro che esprimono opinioni diverse dalle sue. E’ la prova del clima soffocante e velenoso che aveva creato all’interno della sua maggioranza e della città. Giuseppe Lo Magro ha espresso opinioni mettendo in evidenza tutta l’ostilità della Tosi verso le attività di Famija Arciunesa e delle altre associazioni culturali e sociali riccionesi.

Ha elencato fatti e cose accadute; ma nella Riccione di questi signori non si può fare! Tutto deve esser controllato da un cerchio che non nulla di magico. Tutto è invettiva, insulto, menzogna.

I comunicati a pallettoni di piombo di Noi Riccionesi, gli insulti della stessa Tosi ai candidati e ai militanti delle altre liste – “quante poltrone ti hanno promesso?” scrive su facebook –  il discredito continuo contro chiunque abbia opinioni o convinzioni diverse dalle sue.

La Tosi si è sempre vantata di aver sconfitto i comunisti ma ne ha eredito il tratto peggiore: lo stalinismo. Un clima soffocante, intimidatorio, velenoso, inaccettabile. E’ arrivato il momento che Riccione si liberi da tutto questo!

Occorrere un clima nuovo fra avversari che si riconoscono e si rispettano, chi vince si assume la responsabilità di governare la città, chi perde non deve temere vendette.

Non è possibile subire attacchi violenti e intimidatori solo per avere espresso delle opinioni come è successo a Giuseppe Lo Magro e come succede purtroppo ogni giorno a chiunque osi contrastare questi signori.”

La nota di Marco Parmeggiani, segretario del PD

“Un attacco proditorio e vile”, poche e scarne parole che riportano alla mente quelle in uso nel ventennio fascista, e che la dicono ben lunga su come Noi Riccionesi appella e definisce chi, molto semplicemente, la pensa in maniera diversa.

Del resto tanti sono gli atti messi in piedi, nella breve seppur troppo lunga passata legislatura, dalla loro ex sindaca che testimoniano come si intendesse l’esercizio del potere.

Pur tralasciando, anche se con difficoltà, gli improperi e le definizioni odierne che Noi Riccionesi esprimono sull’uscita della Famija e del presidente Lo Magro, a cui ribadiamo tutta la nostra vicinanza come già fatto più volte in passato in occasione del fattaccio, vogliamo soffermarci invece sulla non certamente casuale levata di scudi di Patto Civico e del suo candidato Conti.

Ci si chiede dove erano allora Conti & company, quando portarono ed approvarono l’atto con cui diedero, da un giorno all’altro, lo sfratto plurimo a tutto il mondo delle associazioni riccionesi.

E dove erano quando la Tosi arrivò ad affermare pubblicamente che il comune fu anche costretto a sobbarcarsi i costi relativi al consumo energetico dell’associazione stessa, salvo poi ritirarsi tutti in un muto ed imbarazzante silenzio, appena la Fameja mostrò ed esibì alla città le bollette Enel, regolarmente saldate dall’associazione ?

Semplicemente non c’erano, o se c’erano dormivano !

Comunque sia oggi i belli addormentati nel losco si sono finalmente svegliati dal sonno e dal torpore, e preso il coraggio a quattro mani se ne escono lancia in resta, a difendere ciò che non meno di qualche mesetto fa reputavano indifendibile.

Ci chiediamo se Riccione ed i riccionesi questo meritino, se dopo essere stai governati per quasi 3 anni da una compagine che definire male assortita è davvero dir poco, oggi sentano proprio il bisogno di essere nuovamente diretti dagli stessi personaggi, di così diversa fede e provenienza politica, un variegato spezzatino che nasce pur sempre dalla medesima matrice.

Più che spezzatino, anche per dar lustro alla cucina locale, potremmo dire un gran fritto misto, composto da giovanotti di belle speranze in cerca d’autore, presunti, socialisti o ex socialisti, forzisti o ex forzisti, finiani o ex finiani, fratellastri o ex fratellastri, naturalmente tutti qui confluiti per il solo bene nostro e della città.

Il tutto ovviamente condito da un improbabile olio pugliese, quello dell’On. Trombetta, naturalmente anch’esso misto e furbescamente tagliato con olio di colza e palma.

Certo che a pensare come Totò fosse così avanti già nel 1952, viene davvero male !