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Economia Provincia

Cresce il congressuale. Il Palas mira a ruolo di leadership nazionale

In foto: la presentazione dell'osservatorio al Palacongressi di Rimini
la presentazione dell'osservatorio al Palacongressi di Rimini
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 29 mag 2017 13:40 ~ ultimo agg. 30 mag 12:24
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1,1 milioni di congressisti (+5,4%), 549mila pernottamenti, oltre il 6% di eventi in più, 200milioni di fatturato complessivo stimato per il territorio. Sono alcuni dei dati del congressuale in provincia di Rimini nel 2016.

Dopo 4 anni di stop torna l’osservatorio sul settore elaborato dall’Università di Bologna e voluto dalla Camera di Commercio della Romagna e da Italian Exibition Group, che gestisce la fiera di Rimini.

L’osservatorio ha riguardato sia la provincia di Rimini che  quella di Forlì Cesena. La parte del leone nel 2016 l’ha fatta il territorio riminese con 1,1 milioni di congressisti sull’1,3 milioni totali.

Dati in crescita per l’intero sistema provinciale riminese (a Forlì Cesena c’è calo del  3,5%), con stime ulteriormente in crescita per il 2017 (+4%  di pubblico). Il palacongressi di Rimini contribuisce con 280mila convegnisti, +8% sul 2015.  149 le manifestazioni ospitate, con un accreditamento importante nel settore della convegnistica medico scientifica. Buono l’appeal nazionale (85 eventi), meno quello internazionale (7 eventi), anche a causa del brand Italia, non così ben posizionato. Il presidente di IEG Lorenzo Cagnoni ha spiegato come l’Italia sia una cenerentola a livello internazionale. “Roma, solo pochi mesi, fa ha visto la nascita di un polo congressuale di rilievo: la Nuvola“.

Permangono difficoltà sul segmento internazionale – ha aggiunto Andrea Guizzardi, coordinatore dell’Osservatorio – dovute principalmente al cattivo posizionamento dell’intera offerta italiana, ma anche alle difficoltà di collegamento. Per quello che riguarda il territorio: si legge una crescita significativa, anche con allungamento dei pernottamenti grazie alle proposte leisure. Aumentano anche i prezzi e le tecnologie, spesso di alta qualità, proposte della strutture. Quello che si legge dai dati è che  i grandi poli congressuali investono su tecnologia, aumentando appetibilità. A fare più fatica i piccoli alberghi, le piccole sale.”

Per la nostra realtà – ha detto il presidente Cagnoni – già leader italiano nel settore fieristico, il congressuale deve vivere dell’integrazione con l’attività della fiera . Questa mescolanza deve essere sempre più attuale, perché è la forza vincente. I numeri del 2016 ci confortano. Negli ultimi anni usciti dalla fase di start-up che come sapevamo sarebbe stata lunga i numeri sono sempre stati in crescita, e sono l’unica vera risposta a gufi e detrattatori. Oggi il congressuale rappresenta 200milioni di euro sull’economia indotta della provincia, insieme al fieristico si raggiungono gli 800 milioni che sono il 10% del Pil provinciale. Congressuale e fieristico sono fattori fondamentali della nostra economica”.

 

E i dati offrono a Cagnoni la possibilità di aprire a prospettive di ulteriore crescita. Parla di partnership importante, senza mai fare nessun nome specifico, e afferma: “i risultati ottenuti non ce li ha regalati nessuno. E allora ci chiediamo: dobbiamo solo cercare sviluppo a livello provinciale? oppure possiamo diventare riferimento nazionale? Abbiamo per il nostro palas obiettivi simili a quelli che abbiamo sviluppato per la fiera. Vogliamo spendere le nostre professionalità su altri territori