Simple 2. Diciotto richieste di misura cautelare. Nella rete di spaccio anche una donna incinta
I carabinieri del NORM di Rimini, hanno stroncato il traffico di una banda di spacciatori che operava tra San Giuliano e Miramare. La droga arrivava da Ravenna. Nell’ambito dell’operazione ‘simple 2’ sono state fatte 18 richieste di misura cautelare (nel primo filone erano stati 14). Nella rete di spaccio anche una donna incinta. I numeri dell’operazione sono stati illustrati dal Tenente Montalto e dal Maggiore Nardacci nella sede del comando provinciale dei Carabinieri di Rimini).
Nell’agenda del tunisino Aymen Soltani, da cui è partita l’indagine ‘Simple due’, il connazionale Karoui Bilel, da cui era partito invece il primo filone, era registrato come ’50’ perché spacciava 50 gr di eroina alla volta. Grazie ai tabulati telefonici i carabinieri hanno aggiunto altri 19 nomi per i quali richiedere misura cautelare. 21 in tutto. La procura ne ha ammessi 18. Ora, 8 sono in carcere, 9 hanno il divieto di dimora e 1 l’obbligo di presentazione. Si tratta della compagna di uno dei tunisini, una donna, tossicodipendente, incinta.
I pusher arrestati sono 6, cinque tunisini, un marocchino. In un anno, da ottobre 2015 a ottobre 2016, i militari hanno documentato più di 200 cessioni e individuato più di 50 assuntori. Eroina, cocaina, hashish e marjuana da San Giuliano a Miramare, nei parchi dove è più facile nascondere le dosi di stupefacenti, e sul lungomare. I clienti erano quasi tutti italiani, soprattutto i consumatori di eroina.
Arrestato in flagranza anche l’imprenditore di origine milanese Davide Roberto, non nuovo a questo tipo di problemi, sorpreso a prendere da due albanesi 2 borsoni con circa 30 kg di Marjuana. Sequestrati anche 150 grammi cocaina e altri 20 grammi di eroina. Stamattina, i carabinieri hanno fatto irruzione nell’immobile abbandonato di via Toscanelli, dove gli spacciatori avevano cercato di nascondersi, nella mansarda, ritirando la scala per impedire ai carabinieri di raggiungerli. I militari hanno risolto il problema chiamando i vigili del fuoco.
Alcuni degli arrestati sono richiedenti asilo. Solo uno lavorava come operaio. Gran parte di tutti gli indagati nell’operazione risulta entrato clandestinamente in Italia.