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Attualità Rimini

L'ex Palazzo Lettimi diventerà studentato universitario

In foto: l'ingresso di quel che resta di Palazzo Lettimi
l'ingresso di quel che resta di Palazzo Lettimi
di Redazione   
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mar 4 apr 2017 11:27 ~ ultimo agg. 5 apr 13:49
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L’ex Palazzo Lettimi di Rimini diventerà sede di servizi per gli studenti universitari riminesi. La nuova destinazione ha ricevuto questa mattina parere favorevole dalla V commissione. Da parte del comune sarà costituito un diritto d’uso gratuito a favore dell’Università di Bologna che ha manifestato l’intenzione di finanziare la ristrutturazione della struttura, ora fatiscente e degradata (“uno dei più prestigiosi palazzi del Rinascimento riminese, rappresenta ancora oggi una ferita aperta nella città dai bombardamenti della seconda guerra mondiale” si legge sul sito del comune di Rimini), per destinarla a studentato e servizi, intervenendo con i fondi della legge 338/2000.

palazzo lettimiNon si tratta del primo intervento edilizio a carico dell’Alma Mater su immobili di proprietà comunale: nel protocollo con l’amministrazione per la realizzazione della cittadella universitari ci sono il Navigare Necesse (già finanziato, realizzato e concesso in uso all’Università), il complesso Leon Battista Alberti (una parte già realizzata e in uso all’Università, una seconda parte in fase di ristrutturazione) e appunto il Palazzo Lettimi, ancora da finanziare. Oggetto di separata convenzione invece il Tecnopolo, realizzato nell’area dell’ex Macello e finanziato con fondi comunali e regionali, recentemente inaugurato e messo a disposizione dei Centri Interdipartimentali di Ricerca Industriale dell’Università.

La concessione dell’ex Palazzo Lettimi all’Università fa parte di quel percorso di collaborazione avviato agli inizi del 2000 e che nasce per consentire al Polo riminese di radicarsi nella nostra città– sottolineano il sindaco Andrea Gnassi e l’assessore al Patrimonio Gian Luca BrasiniAttualmente il polo riminese può contare su 30mila metri quadrati tra aule e laboratori a disposizione di studenti e docenti, realizzati attraverso gli investimenti di università e ministero, a cui si aggiunge il Tecnopolo, che ospiterà, per ora due laboratori dedicati alla ricerca industriale. Offrire agli studenti maggiori servizi e sempre di maggiore qualità è l’unica maniera per ampliare il bacino di utenza di un polo che ha un ottimo potenziale e che sta crescendo, nei numeri e nell’offerta. Attualmente infatti a Rimini studiano cinquemila studenti, di cui il 70% provenienti da fuori provincia; numeri positivi arrivano dalla crescita delle matricole, quest’anno 1.700, cioè il 10% rispetto allo scorso anno. L’intervento all’ex Palazzo Lettimi, a carico dell’Università e che sarà supervisionato dalla Soprintendenza, darà una nuova opportunità di crescita al Polo riminese e consentirà di riempire di contenuti e di energie positive e giovani uno dei luoghi storici della nostra città, che da tempo aspetta di tornare a vivere. Non solo: sono ormai decenni che quel luogo versa in condizioni precarie, inutilizzabili, nonostante la storia, il fascino e la centralità. L’utilizzo universitario consentirà un restauro in linea con le aspettative e le caratteristiche dell’edificio, altra tessera di un puzzle che per il centro storico di Rimini vede già attivi numerosi cantieri che nel giro di un paio d’anni restituiranno alla città spazi culturali e luoghi d’incontro sinora ‘proibiti’ e dall’enorme capacità attrattiva” .


 

La storia di Palazzo Lettimi dal sito del comune di Rimini

Uno dei più prestigiosi palazzi del Rinascimento riminese, rappresenta ancora oggi una ferita aperta nella città dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Costruito agli inizi del Cinquecento da Carlo Maschi, uomo di governo insignito di varie cariche pubbliche, il palazzo, di quattro piani, passò in eredità alla famiglia Marcheselli. Fu Carlo che commissionò la decorazione del salone del piano nobile, affidata nel 1570 al faentino Marco Marchetti, noto per aver lavorato a Palazzo Vecchio di Firenze. Tema delle pitture erano le gesta di Scipione l’Africano ai tempi della seconda guerra punica. Alcune delle tavole a soffitto, salvate dai disastri della guerra, sono ora al Museo della Città.

L’edificio, che aveva ospitato i regnanti inglesi e Cristina di Svezia, nel 1770 entrò in possesso della famiglia Lettimi. Andrea, il nuovo proprietario, restaurò la costruzione e la innalzò di un piano, collegandola all’attigua residenza. Dal 1902 diventò di proprietà comunale per lascito testamentario, con il vincolo che il Liceo musicale fosse intitolato a Giovanni Lettimi.

Del palazzo cinquecentesco si conserva il portale che, nelle formelle a bugna, unisce i simboli araldici della rosa quadripetala malatestiana ed il diamante dei Bentivoglio, in ricordo forse di un’unione matrimoniale fra le due famiglie vicine a Carlo Maschi. Cinquecenteschi anche il caratteristico muro a scarpa, raccordato alla parete da un cordolo in pietra e le finestre corniciate in pietra, sormontate dallo stemma della famiglia Maschi e da una coppia di delfini.