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Politica Riccione

Nomina candidato, lo sfogo di Pizzolante al PD. Volete i voti, ma le persone?

In foto: Pizzolante alla presentazione di Patto Civico - Oltre Riccione
Pizzolante alla presentazione di Patto Civico - Oltre Riccione
di Maurizio Ceccarini   
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gio 23 mar 2017 10:31 ~ ultimo agg. 24 mar 12:08
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Usa la forma di un lungo “questionario” rivolto a Sabrina Vescovi, fresca di nomina a candidato sindaco del PD, Sergio Pizzolante, anima del progetto Patto Civico a Riccione Sergio Pizzolante per sfogare la sua frustrazione contro quella che ritiene una mancanza di rispetto e fiducia. Con passaggi sarcastici “chissa cosa pensa il PD?” ma un finale accorato: ” se la politica perde la componente umana, la politica è morta”.


 

1)Rispetto e fiducia.
Il Pd ha deciso di candidarti a Sindaco senza un confronto preventivo con coloro che voi avete indicato come alleati desiderati, senza aver prima definito una coalizione, un programma, un progetto di città.
Se questo è il rispetto per gli amici nella fase di partenza, come si può immaginare un percorso di lavoro comune e coeso nell’interesse della città? Com’è possibile costruire sulla fiducia, dopo che la precedente esperienza amministrativa è caduta proprio perché sono venuti a mancare  fiducia e rispetto reciproco?
2) Autoreferenza ed errori.
L’amministrazione Tosi è caduta perché era tenuta insieme non da una visione, un programma, bensì da un sentimento di ostilità verso il Pd, per una serie di scelte sbagliate e per la sua autoreferenza.
Aveva vinto per l’errore del Trc arrivato in Viale Ceccarini radendo al suolo un pezzo di storia di Riccione. La maggioranza dei riccionesi, anche una parte dell’elettorato storico della sinistra, vi ha punito per questo.
Con questa scelta unilaterale e senza autocritica alcuna, senza una proposta per trasformare un errore in opportunità, come pensate sia possibile recuperare fiducia?
3) Progetto
Nei confronti avuti nelle scorse settimane non è mai stato possibile,  non solo parlare di candidati, ma nemmeno di programmi, di un progetto, di un’idea di città.
Noi su questo abbiamo fatto iniziative pubbliche e proposte. Mai nessuna risposta.
O meglio, le risposte sono state solo due: una per decidere le esclusioni dalle alleanze, un’altra per decidere il proprio candidato sindaco.
Ci chiedete di condividere. Ma noi non sappiamo per fare cosa.
Noi pensiamo che la priorità, per consentire a Riccione di tornare a splendere sia quella di costruire un’Amministrazione pubblica pro impresa. Perché è l’impresa che investe, innova, crea ricchezza, sviluppo e lavoro. Un’amministrazione a burocrazia zero, che passa dal non si può fare al si può fare, che sia un acceleratore di tutti i progetti di sviluppo, che renda liberi gli imprenditori di essere padroni in casa propria, per adeguare le proprie aziende alle dinamiche del mercato e non subire quelle delle burocrazie pubbliche.
Cosa pensa il Pd? Chi lo sa?
Noi pensiamo che sia indispensabile progettare una stagione di almeno 8 mesi per recuperare redditività e capacità di investimento con una strategia capace di mettere insieme, in modo ordinato, estate e inverno, giorno  e notte, mare ed entroterra. 


Cosa pensa il Pd? Chi lo sa?
Noi pensiamo sia indispensabile fare di Riccione il centro di sperimentazione per l’impresa, le professioni, i nuovi mestieri, del Turismo on Demand. Il turismo del futuro. Capace di costruire prodotti e offerte sempre più sofisticati e personalizzati per viaggiatori sempre più esigenti.
Cosa pensa il Pd? Chi lo sa?
Noi pensiamo a un’unica strategia della Riviera Riminese e Romagnola su fiere e congressi, anche aprendo un confronto con la Regione e con Rimini, perché Riccione non merita di essere considerata periferia. Sui grandi temi come Aeroporto e Ferrovia è necessaria una strategia d’urto comune delle amministrazioni del medio alto Adriatico e Riccione deve uscire dall’isolamento logistico.
Chissà cosa pensa il Pd….
4) Gli alleati
Se 3 anni fa il Pd ha perso clamorosamente perché non ha saputo costruire alleanze capaci di guardare positivamente al ceto medio riccionese, al mondo delle imprese, delle professioni, dei talenti e a chi ha costruito una propria credibilità con questi mondi, con i bagnini, gli albergatori, i commercianti, gli artigiani, i professionisti, come pensa di recuperare tutti coloro che delusi hanno votato la Tosi e oggi sono ancora più amaramente delusi dalla leonessa rancorosa?
Come si recupera? Ponendo veti e votando esclusioni sulle persone?
Veto a chi a sostenuto la Tosi? Gli albergatori e i bagnini e i commercianti che oltre a votarla l’hanno sostenuta politicamente non li volete?
Chi ha in passato sostenuto la Tosi deve essere punito? Devono essere puniti per una sorta di peccato originale? Per essersi ribellati al Partito con la P maiuscola?

Volete questi voti, ma escludete a priori chi ha cercato, anche con errori, di rappresentare questi mondi?

Insomma il Pd ha fatto quello che io considero un errore di metodo e di forma, andando dal notaio con molti consiglieri di maggioranza per far cadere una Giunta e un Consiglio ormai in agonia e del tutto inconcludente e poi ponete veti ai compagni di firma?

Ma come è possibile?
Chi ha liberato la città da un’amministrazione fallimentare, che ha deluso tutti, non è più presentabile?
Ci diano i loro voti, ma non le loro persone?
Li possiamo trattare peggio di come li trattano la Tosi e le sua corte dei miracoli?
Ci sono persone che hanno sacrificato tutto, una posizione di grande potere, un ruolo pubblico di prestigio, perché esasperate dall’inconcludenza e dal clima di veleni della Tosi e ora le stesse persone che coraggiosamente si sono ribellate ora vanno demonizzate?

Non possono dare il proprio contributo per un progetto capace di costruire un’alternativa vera e ampia alla miseria e alla miopia dell’improvvisazione al potere?

No, non è giusto! Io non lo farò! Per ragioni politiche evidenti e per ragioni umane!
Perché se la politica perde la componente umana, la politica è morta.