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In parrocchia l'integrazione che funziona

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 22 mar 2017 07:25 ~ ultimo agg. 24 mar 16:46
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“Esprimere la concretezza del Vangelo aprendo le porte ad una famiglia di profughi”. È l’appello che papa Francesco ha rivolto al mondo intero, ormai più di un anno fa, alla vigilia del Giubileo straordinario della Misericordia. Un appello potente, carico di semplicità e concretezza, che molte realtà hanno raccolto attivandosi per darne risposta ed attuazione. Una di queste è la diocesi di Rimini, che lo scorso gennaio, grazie all’impegno di Caritas, ha lanciato il progetto Parrocchia Accogliente, con l’auspicio che ogni parrocchia del territorio si impegnasse ad accogliere nella propria struttura famiglie o piccoli gruppi di rifugiati, per garantire loro supporto ed integrazione. A distanza di un anno, come procede questo progetto? La risposta arriva dalle parole di tre gruppi di volontari che si sono impegnati nella realizzazione di questa iniziativa, operando per trasformare un auspicio in realtà.
Sant’ Andrea dell’Ausa – Crocifisso
Nella parrocchia Sant’Andrea dell’Ausa, un gruppo di volontari si è impegnato per accogliere un nucleo familiare di quattro persone: Kaled, padre sudanese (28 anni), Almaz, madre etiope (24 anni), Samar e Asil, due bimbe di uno e quattro anni.
“La gestione della famiglia è molto complessa – le parole di Roberto Marchetto e della moglie Mirella, referenti del gruppo – perché ci sono due bambini molto piccoli. Ma non solo. È un compito molto delicato perché questa famiglia ha una cultura diversa non solo rispetto alla nostra, ma anche dentro la coppia: lei, cristiana convertita all’Islam per il marito, arrivata in Italia si è trovata in un mondo più simile alle proprie origini.
Comunque, a distanza di un anno, l’esperienza è sicuramente molto positiva, oltre che impegnativa”.
Diverse le attività portate avanti dai volontari, inizialmente 18, poi ridotti a 6, a causa del grande impegno che tutto ciò ha comportato col passare del tempo. Le lezioni settimanali d’italiano, i tentativi d’integrazione nel territorio ospitante e gli sforzi fatti per l’iscrizione dei bambini alla scuola materna. Sforzi premiati visto che gli obiettivi sono andati a segno. E ancora, il sostegno nella ricerca di un inserimento lavorativo per il padre, che gli ha permesso di trovare un impiego, in tirocinio, presso un’azienda agricola a Sant’Andrea in Besanigo. Infine, il fondamentale sostegno economico: sono ben 11mila gli euro che la parrocchia ha messo insieme attraverso attività di raccolta-fondi per sostenere la famiglia, in attesa dei contributi statali. Scopo? “Garantire alla famiglia anche una vita dopo di noi. Non li lasceremo finché non saranno totalmente autonomi”.

 

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