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Cronaca Rimini

Aggressione per motivi razziali. Tutti i commenti

In foto: i rilievi di polizia nel luogo dell'aggressione
i rilievi di polizia nel luogo dell'aggressione
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 8 minuti
gio 23 mar 2017 11:58 ~ ultimo agg. 19:14
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L’accoltellamento di un 25enne nigeriano da parte di un 39enne italiano per motivi razziali (vedi notizia) sta scuotendo il mondo politico riminese. Tanti i commenti. L’assessore regionale Emma Petitti parla di “una macchia di disonore per Rimini, città che da sempre ha fatto dell’accoglienza la sua bandiera”; secondo il sindaco di Gemmano Riziero Santic’è in atto un imbarbarimento preoccupante dei rapporti e delle relazioni sociali. E’ il momento di dire in coro basta all’odio e alla violenza.” Per il segretario comunale del PD Vanni Lazzari, che fa un parallelismo con gli attacchi terroristici a Londra, “da questa crisi di valori e dall’implosione della tenuta sociale si esce solo in un modo, assumendosi le proprie responsabilità, a livello politico, istituzionale, personale, guardando dentro noi stessi senza più alibi”.
Una deriva preoccupante” per il segretario della Cgil Graziano Urbinati che annuncia per i prossimi giorni una manifestazione antirazzista in città.  “Siamo convinti si sia trattato di un caso isolato e non il frutto di un sentire sociale. Solo il dialogo e la conoscenza reciproca possono scongiurare episodi di violenza come quello a cui abbiamo assistito” commenta invece Daniele Serafini della Comunità Papa Giovanni XXIII.

 


 

Tutti i commenti

Emma Petitti,  assessore regionale Emilia-Romagna 

Il tentato omicidio razziale è una macchia di disonore per la nostra Rimini, una città che ha fatto dell’accoglienza e dell’apertura la propria bandiera. La nostra condanna è ferma ed assoluta. Non ci possono essere giustificazioni o attenuanti. Siamo tutti chiamati a reagire di fronte a un episodio di inaudita ferocia. Un richiedente asilo, che finalmente era arrivato in un luogo di speranza, rischia di morire a causa di un odio cieco. Noi tutti dobbiamo reagire. A partire da quella politica che ha fatto della violenza dei toni il proprio stile. Quella di ieri è stata l’ennesima dimostrazione che c’è sempre qualcuno pronto ad armare le parole d’odio. Il confronto può anche essere serrato e acceso ma non può, e non deve, sfociare nella violenza. Accolgo con favore la valutazione del questore di Rimini, Maurizio Improta, di rilasciare al giovane nigeriano un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Io gli auguro una pronta guarigione. A lui va l’abbraccio della Rimini vera, quella dell’accoglienza e non dell’odio.

Alberto Vanni Lazzari – segretario PD RIMINI

Dalla devastante nebbia nera del terrorismo calata sul Tamigi alla fosca aggressione da parte di un giovane riminese nei confronti di un giovane nigeriano. La linea che unisce la brutalità di azioni apparentemente sconnesse è la fomentazione continua della cultura di un odio totale verso ogni differenza, sia religiosa che etnica, sia geografica che di pensiero.
Da questa crisi di valori e dall’implosione della tenuta sociale si esce solo in un modo, assumendosi le proprie responsabilità, a livello politico, istituzionale, personale, guardando dentro noi stessi senza più alibi.
La posta in gioco è diventata la tenuta intera della nostra civiltà, nella sua accezione più ampia. La storia insegna e gli errori aberranti non si devono ripetere. Chi semina odio produce violenza.
Condannando senza mezzi termini questo ultimo gesto di violenza e intolleranza ed esprimendo tutta la nostra solidarietà al giovane ricoverato in terapia intensiva, ci appelliamo a una mobilitazione generale verso l’unica battaglia possibile, quella per la pace e l’accoglienza, quella per l’inclusione e un futuro che abbiamo il dovere di costruire adesso. Fuori dagli slogan, con azioni quotidiane e di governo che mettono in pratica i valori dell’ospitalità e dell’accoglienza.

Riziero Santi, sindaco Gemmano

Il tentato omicidio razzista di Rimini dimostra che c’è in atto un imbarbarimento preoccupante dei rapporti e delle relazioni sociali. E’ il momento di dire in coro basta all’odio e alla violenza. I problemi si risolvono con il dialogo e con la tolleranza. Lo dico da Sindaco di una comunità che vive sentimenti forti di preoccupazione per il proprio presente e per il proprio futuro, e che spesso vive il fenomeno dell’immigr…azione come un’insidia alla propria sicurezza ed al proprio futuro. Tutti ed ognuno dobbiamo fare la nostra parte per dire no alla violenza: la politica, le istituzioni, le organizzazioni di massa sociali sportive, culturali, i media, ed anche nei tempi moderni ognuno di noi sui social, per respingere i seminatori di odio e per promuovere buone pratiche e buoni sentimenti. Ognuno indossi la propria uniforme, la propria maglietta della squadra di calcio, il distintivo del proprio gruppo, lo stendardo della propria organizzazione, per diere “BASTA”. Le grandi battaglie sono state vinte con la mobilitazione di massa e penso proprio che sia arrivato il momento di mettere in atto una grande mobilitazione di massa contro l’odio, la violenza, e per la pace e la tolleranza.

Graziano Urbinati, Segretario Generale CGIL Rimini

L’aggressione violenta nei confronti del migrante avvenuta mercoledì in via Trieste ci conferma quanto Rimini non sia immune da fenomeni di razzismo. Una deriva preoccupante che si manifesta periodicamente con atteggiamenti di intolleranza e ora, purtroppo, di tragica violenza.

Alcune vicende che si sono verificate anche nel territorio impongono una ferma presa di posizione affinchè sia bandita qualsiasi forma di esclusione nei confronti di chi viene considerato “diverso”.
Inoltre, occorre che anche le istituzioni locali procedano a rivedere il sistema di accoglienza dei rifugiati, e non solo, in maniera condivisa. A questo proposito abbiamo chiesto da tempo un incontro anche alla Prefettura.
Lanciamo un appello alle Istituzioni, alle associazioni, alle organizzazioni sindacali affinchè sia garantito il rispetto e la libera circolazione delle persone, e repressa ogni forma di intolleranza, razzismo e xenofobia e a promuovere nei prossimi giorni una manifestazione democratica e antirazzista di tutta la città.

On. Giovanni Paglia, Sinistra Italiana

Nulla è più intollerabile di un’aggressione a sfondo razziale, che mi auguro venga condannata con forza da tutti.
Provoca angoscia che una persona sia sospesa fra la vita e la morte a causa della violenza alimentata da campagne d’odio.
Sono vicino al ragazzo ferito e mi auguro che abbia rapidamente seguito l’ipotesi del questore Improta di concessione di un permesso di soggiorno per motivi umanitari.
È il minimo che possiamo fare per una persona giunta in Italia per fuggire dalla violenza e che qui è stata vittima di un tentato omicidio.

Paolo Pantaleoni (Segretario provinciale PRC Rimini)

A nome e per conto della comunità politica del Prc Riminese esprimo la massima vicinanza nei confronti del ragazzo gravemente ferito nella giornata di ieri per un barbaro episodio di razzismo.
Pasolini diceva che occorre essere non forti ma fortissimi per contrastare il fascismo come codificazione mondana e socialmente accettata.
Il razzismo ed il fascismo non possono essere pratiche politiche, ed è allarmante il livello di legittimazione sociale con cui campagne di chiaro stampo razzista trovano accettazione e legittimazione nella società quando criminalizzano la diversità (si pensi al tema dei romanì oltre a quello dei richiedenti asilo).
In questo momento i nostri pensieri sono rivolti al giovane ed alla speranza che possa salvarsi e guarire.
Invitiamo le istituzioni locali e le forze democratiche a non considerare interlocutori politici coloro che fanno della criminalizzazione della diversità un cavallo di battaglia salvo prendere le distanze da eventi criminali che hanno la medesima matrice politica e culturale

Giuseppina Morolli (Segretatio CTS UIL Rimini)

L’aggressione violenta nei confronti del giovane ragazzo nigeriano , avvenuta mercoledì in via Trieste, ci conferma che anche il nostro territorio non e’ immune da fenomeni di razzismo. Una deriva preoccupante che si manifesta periodicamente con atteggiamenti di intolleranza, di odio,  che arriva a degenere con una profonda cattiveria in atti di violenza.
Noi che siamo le forze sane abbiamo il dovere insieme alle istituzioni, alle altre associazioni, alle categorie economiche di combattere in ogni modo queste violenze.
I violenti debbono essere isolati.
Dobbiamo insieme reagire per infondere in tutti il senso di solidarietà, di accoglienza che a volte non è facile verso i più deboli, dobbiamo includere e non escludere attraverso serie azioni.
Dobbiamo rivedere il nostro sistema di accoglienza, ci auspichiamo che la Prefettura in tempi brevi convochi tutte le parti per addivenire  alla sottoscrizione di un Patto per l’accoglienza così come abbiamo fatto sul tema della crisi nel mondo del lavoro.
La UIL sarà presente  all’incontro operativo convocato  dal Sindaco di Rimini, chiediamo che tutti, aldilà degli schieramenti politici siano consapevoli che solo attraverso il dialogo, le parole, i confronti si possono trovare le soluzioni migliori per il bene della nostra collettività.
Noi ci siamo e saremo come sempre al fianco di coloro, i più deboli che vengono emarginati ed esclusi dalla società.
Dobbiamo insieme promuovere una grande iniziativa democratica per dire no ad ogni forma di violenza.

Kristian Gianfreda (Rimini Attiva)

Che aria si respira a Rimini ultimamente? Il fatto che sia stato un immigrato a soccombere ai gesti violenti di uno squilibrato, purtroppo, non meraviglia nessuno: quando continuamente si sente dire “noi e loro”, “prima noi e poi loro”, “è colpa loro”, eccetera.. Dobbiamo lasciare una città migliore di questa ai nostri figli. Ma non possiamo mettere dei bambini a portare cartelli in manifestazioni contro i nomadi, non possiamo parlare davanti a loro continuamente in termini di contrapposizione con altre etnie o nazionalità. La realtà è una città abitata da persone di paesi ed etnie diverse, le migrazioni sono un fenomeno di questa epoca, non sono frutto della volontà politica di qualcuno. La nostra sfida è creare una città senza conflitti, con delle regole che vengono rispettate da tutti, dove chi sbaglia paga e non conta da che parte vieni. Non ci aiuterà il buonismo in questo percorso ma neanche la discriminazione ed il rifiuto. Abbiamo bisogno che la parte silenziosa della città si faccia sentire, “quelli che sganasciano al tavolo di Erode mentre la figlia gli chiede la testa di Giovanni il Battista” hanno la stessa responsabilità. Facciamoci sentire.

Anpi provinciale Rimini
Era solo questione di tempo!
La notizia che oggi appare sui giornali locali e nazionali dell’aggressione aggravata ai danni di un richiedente asilo non ci stupisce affatto; semmai ci rende ancora più consapevoli delle nostre convinzioni più volte manifestate in questi ultimi anni.
La gravità del fatto e l’efferatezza dell’aggressione (il giovane indifeso prima insultato per il colore della sua pelle, inseguito e investito con l’auto e poi picchiato ed accoltellato) palesa un modo di pensare che ormai nella nostra società è diventato struttura; pensieri e parole di cui i rappresentanti istituzionali, anche di alto livello, si servono quotidianamente per sfruttare una condizione di disagio economico e culturale all’unico scopo di accrescimento del loro potere.
E’ ora di chiedersi, cittadini, istituzioni, forze dell’ordine, mondo politico e associativo, intellettuali (dove siete?) se oramai siamo pronti a negare quell’oggetto che ci sembra così sacrosanto in occidente, solo per chi ci è nato ovviamente, che si chiama “diritto alla vita”.
Siamo pronti quindi in nome della sicurezza, della difesa dei confini, dell’identità della razza a sacrificare il “diritto alla vita” (altrui)?
Mi pare di ricordare che questa escalation sia già avvenuta nello scorso secolo e che i risultati siano oramai verità storica inoppugnabile.
Il mea culpa non può avvenire solo nei giorni deputati dal calendario istituzionale; mille lezioni nelle scuole ai ragazzi sui danni dell’indifferenza sono rese vane da un gesto folle come quello raccontato dalle cronache di oggi!
Questo atto di accusa quindi non è solo contro l’aggressore della povera vittima, ma anche contro il pensiero di una società e di uno stato che si reputa “civile” il quale si appresta a fare accordi per il contenimento dei flussi migratori con paesi guidati da capi di stato che non garantiscono il rispetto dei diritti umani (non abbiamo forse consegnato i profughi dell’Oriente alla Turchia?).
Il nostro pensiero quindi è che nessuno si salva da solo e che solamente riportando la questione su un livello di uguaglianza dell’accesso ai diritti potremo uscire da questo stato di inciviltà.
Daniele Serafini referente della Comunità Papa Giovanni XXIII per il territorio riminese
“La Comunità Papa Giovanni XXIII accoglie da anni persone straniere in stato di bisogno, profughi, donne e bambine vittime di tratta, emarginati e senza dimora. L’aggressione avvenuta a Rimini nei confronti di un giovane nigeriano è il frutto di un clima di tensione che rischia di prendere piede anche nella nostra città, una città che da sempre, invece, si è riconosciuta ospitale e accogliente. Cresce la diffidenza nei confronti di chi ci è accanto e soprattutto si guarda con sospetto chi è straniero. Siamo convinti si sia trattato di un caso isolato e non il frutto di un sentire sociale. Solo il dialogo e la conoscenza reciproca possono scongiurare episodi di violenza come quello a cui abbiamo assistito”.
On. Tiziano Arlotti, PD
Ciò che è successo nella nostra città è un fatto gravissimo e da condannare fermamente. Un’aggressione di una violenza cieca e razzista che non ha nulla a che fare con la tradizione di accoglienza, ospitalità, tolleranza e integrazione che da sempre Rimini esprime. Episodi come questo accrescono la nostra preoccupazione per quel clima di odio e intolleranza che non è solo strisciante, ma che nel nostro Paese assume forme sempre più evidenti. Proprio per contrastare questa subcultura razzista e violenta e per rispondere invece alle esigenze di integrazione della nostra società in mutamento, in questa legislatura stiamo portando avanti provvedimenti come quello sulla cittadinanza e lo ius soli, mentre per far fronte all’afflusso di rifugiati nel nostro Paese sono state aumentate le risorse destinate ai servizi di asilo e alla accoglienza degli immigrati.