Indietro
menu
Attualità Cronaca

Spadarolo. Bottiglie e spazzatura contro il centro d'accoglienza profughi

In foto: repertorio
repertorio
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
gio 16 feb 2017 19:43 ~ ultimo agg. 17 feb 13:23
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min Visualizzazioni 1.276
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Nella notte tra sabato e domenica scorsi sono state lanciate, da parte di ignoti, bottiglie e spazzatura contro il centro di accoglienza profughi di Spadarolo. Le bottiglie hanno sfondato il vetro della finestra di una camera al piano terra della struttura, e la spazzatura ha imbrattato pareti e giardino. I responsabili della cooperativa Centofiori, che gestisce la struttura, hanno sporto denuncia.
“Un atto vile e codardo – lo definisce l’assessore e vicesindaco Gloria Lisi che segna, anche simbolicamente, una novità per la nostra città, nell’ambito di un dibattito più generale sul rapporto tra italiani e immigrazione.  Atti vandalici contro una struttura che è modello d’integrazione, potrebbero essere considerati fatti minuscoli. Non è così. Definire, come ha fatto qualche forza politica in consiglio comunale, ‘Rimini discarica’ perché accoglie profughi, vuol dire oltrepassare un limite che la politica non può e non deve mai valicare.
L’auspicio è che le indagini facciano il loro corso e si arrivi ad individuare e punire i responsabili, ma anche che i toni del confronto tornino nell’alveo di una dialettica civile e rispettosa tra posizioni e sensibilità legittimamente diverse” – ha concluso la Lisi.

Il commento integrale del Vicesindaco Lisi: 

“Quello che è successo nella notte tra sabato 11 e domenica 12 febbraio, quando sono state lanciate bottiglie e spazzatura contro il centro di accoglienza profughi di Spadarolo, è un fatto da non fa passare sotto silenzio. Ci sono segnali che vanno letti sotto la giusta luce, sia per non enfatizzarli che per non minimizzarli. Come riportato dai responsabili della cooperativa Centofiori, che gestisce la struttura, sono state lanciate da parte di ignoti bottiglie che hanno sfondato il vetro della finestra di una camera al piano terra della struttura, e spazzatura varia che ha imbrattato pareti e giardino. Un atto vile e codardo che, anche se fortunatamente non ha avuto conseguenze per gli ospiti della struttura, segna anche simbolicamente una novità per la nostra città, nell’ambito di un dibattito (chiamiamolo così…) più generale e nazionale sul rapporto tra italiani e immigrazione. Rimarco come quella dell’ex scuolina di Spadarolo sia un modello di accoglienza e integrazione positivo, così come molti altri nella nostra provincia, a conferma di un solido tessuto valoriale della comunità riminese tutta.

Atti vandalici tentati, bottiglie e immondizia lanciate contro una struttura che è modello d’integrazione, potrebbero essere considerati fatti minuscoli. Non è così, a causa della simbologia che certi accadimenti si portano dietro. C’è appunto un discutibile, spesso feroce e violento dibattito politico (e non solo) nel Paese che dà quasi l’impressione di dare la stura a certi comportamenti degni dell’Alabama negli anni Cinquanta. Le parole sono importanti, non sono mai neutre e andrebbero usate con raziocinio, misura e attenzione. In Italia e anche nelle nostre città. Definire, come ha fatto qualche forza politica in consiglio comunale, ‘Rimini discarica’ perché accoglie profughi vuol dire oltrepassare, forse inconsapevolmente ma non fa differenza, un limite che la politica non può e non deve (dovrebbe) mai valicare. Soprattutto perché la volgarità della metafora porta conseguentemente a ritenere le donne, gli uomini, i bambini, gli anziani accolti come rifiuti, spazzatura, il materiale che appunto va in discarica. La stessa roba tirata qualche sere fa contro un centro di accoglienza. Anche se sarebbe fuorviante pensare di trovare nelle parole della politica le cause di questo gesto, non posso non cogliere in esse un ruolo nell’esacerbare un clima di tensione e di strisciante rancore nei confronti di queste persone ospitate temporaneamente sul nostro territorio.
Per questo non voglio sottovalutare un episodio che mi auguro rimanga isolato. Bene ha fatto allora la Centro Fiori a sporgere denuncia e segnalare il caso alle istituzioni e a loro, già da ora, garantisco loro tutto il mio supporto personale e istituzionale. L’auspicio è non solo quello che le indagini facciano il loro corso e si arrivi ad individuare e punire i responsabili, ma anche che i toni del confronto tornino nell’alveo di una dialettica civile e reciprocamente rispettosa tra posizioni e sensibilità legittimamente diverse, a maggior ragione quando ciò avviene in una sede istituzionale”.