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Attualità Rimini

Protesta pescatori, al porto suonano le sirene

In foto: un peschereccio a Rimini(Newsrimini)
un peschereccio a Rimini(Newsrimini)
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 5 minuti
ven 17 feb 2017 13:04 ~ ultimo agg. 18 feb 14:40
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Giornata di mobilitazione delle marinerie dell’Emilia-Romagna. Alle 10 nei porti i pescherecci, oltre a esporre cartelli di protesta, hanno fatto partire all’unisono le loro sirene per qualche minuto. L’iniziativa si è svolta anche a Rimini, dove poi sulla banchina hanno preso la parola rappresentanti di istituzioni e del mondo della pesca. Tra i principali temi, la richiesta di modifiche al regime sanzionatorio, la revisione del divieto dirigetto del pesce in mare e delle quote per la cattura del tonno rosso, il ripristino della commissione consultiva centrale della pesca, il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga.

Secondo i dati forniti dall’Osservatorio socio-economico della Pesca e dell’Acquacoltura del Distretto di Pesca Nord Adriatico, negli ultimi 15 anni la flotta da pesca dell’Emilia-Romagna, per numero di barche, stazza e motore, ha subito una diminuzione di circa il 30%. Nello stesso periodo anche il pescato ha visto un forte decremento di circa il 40%. Il presidente della Regione Bonaccini ha annunciato che incontrerà nei prossimi giorni le associazioni della pesca.

Dopo il suono delle sirene, sulla banchina del porto di Rimini c’è stato un momento di incontro con interventi di rappresentanti delle istituzioni (Sadegholvaad, Arlotti, Rossi e Affronte) e dei lavoratori della pesca. E se il clima questa mattina è stato collaborativo e propositivo, l’europarlamentare Marco Affronte affida a un comunicato del pomeriggio una punzecchiatura al deputato Arlotti: bizzarro che si affanni a presentare atti contro cose che ha fatto il suo Governo.

Da Tiziano Arlotti, parlamentare PD:

Accelerare l’erogazione della cassa integrazione in deroga per il settore pesca, rivedere sanzioni e sistemi di controllo, ripristinare la Commissione consultiva centrale per la pesca e l’acquacoltura del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali coinvolgendo le associazioni rappresentative delle imprese di pesca, modificare l’attribuzione delle quote della cattura del tonno rosso. Sono le richieste contenute nelle due risoluzioni firmate dal deputato Tiziano Arlotti, presente questa mattina a Rimini alla manifestazione dei pescatori in occasione della giornata di mobilitazione delle marinerie dell’Emilia-Romagna.

Arlotti ha incontrato i rappresentanti delle cooperative dei pescatori illustrando il lavoro svolto in Parlamento e le due risoluzioni depositate proprio in questi giorni a sostegno del comparto.

“Negli ultimi trent’anni le imbarcazioni da pesca sono diminuite del 33% in Italia, i rimanenti 12mila scafi hanno un’età media di 34 anni e si sono persi 18mila posti in un settore che dà oggi lavoro direttamente a 27mila persone, senza considerare l’indotto. Nella sola Emilia-Romagna sono 700 le imprese della pesca marina – ricorda Arlotti -. La concorrenza estera, le regole imposte dall’Unione europea quali i vincoli sulle misure delle vongole (su cui ho già avuto modo di intervenire con interrogazioni), taglia minima e attrezzi di cattura, l’obbligo di tenuta a bordo del “libro del pescato” e l’introduzione di sempre più pesanti sanzioni e di complessi e stringenti strumenti di controllo sull’attività esercitata, nel loro insieme penalizzano un settore economico assai rilevante per il nostro territorio. L’articolo 39 della legge n.154 del 2016, pur depenalizzando le infrazioni previste per la cattura sottomisura di una serie di specie ittiche, ha introdotto sanzioni amministrative che all’atto pratico risultano sproporzionate ed eccessivamente punitive”.

Restrizioni che ricadono anche sulle attività commerciali, sottolinea il deputato. “Le sanzioni accessorie si applicano anche a pescherie e ristoranti per i quali, in taluni casi, è prevista la chiusura a tempo dell’esercizio, tanto che per non incorrere in sanzioni tali esercizi preferiscono spesso acquistare pescato proveniente dall’estero”.

Infine la questione del tonno rosso, già evidenziata da Arlotti in un’apposita interrogazione. “Il sistema delle quote per la caccia al tonno rosso, prodotto ad altissima redditività, è fortemente squilibrato e richiede un intervento urgente per rivedere la ripartizione delle quote tra i diversi settori interessati”.

Arlotti auspica il ripristino di un dialogo costruttivo tra istituzioni e mondo della pesca, costituito dalle imprese e dalle associazioni di rappresentanza del settore, anche per ridiscutere normative che attualmente non tengono conto delle specificità del settore. Le risoluzioni chiedono quindi di accelerare l’erogazione dei trattamenti di cassa integrazione in deroga per il settore pesca riferiti al 2016, anche per gli armatori imbarcati, superando le difficoltà riscontrate da alcune sedi locali dell’INPS; rivedere la legge 28 luglio 2016 n. 154 in materia di sanzioni e di sistemi di controllo, adattandoli alle peculiari dimensioni delle imprese nazionali; ripristinare la Commissione consultiva centrale per la pesca e l’acquacoltura presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, coinvolgendo le associazioni rappresentative delle imprese di pesca; modificare le modalità di attribuzione delle quote del tonno rosso, con particolare riguardo a quella indivisa, al fine di superare i gravi inconvenienti riscontrati in questi anni dagli operatori della pesca di quelle regioni italiane escluse dall’attribuzione delle quote finora stabilite.

Da Marco Affronte (Europarlamentare Verdi)

“Questa mattina ero presente per ascoltare la protesta dei pescatori organizzata al Porto di Rimini” – dice Marco Affronte, Europarlamentare che siede in Commissione Pesca a Bruxelles – “perché il loro malcontento va ascoltato. Io lo faccio continuamente: di primo mattino avevo incontrato alcuni vongolari di Rimini, la scorsa settimana a Roma ho riunito gli operatori del settore, quella precedente nel mio ufficio ho ricevuto una rappresentanza da Marche, Abruzzo e Molise. Credo che l’esperienza degli operatori del mare sia essenziale per elaborare adeguate politiche del settore. In merito alla Legge 154 credo che le motivazioni della protesta siano ben fondate. Le sanzioni sono sproporzionate, draconiane, e non aiutano affatto ad ostacolare la pesca illegale: quella si combatte coi controlli. Sulle Quote Tonno ho detto varie volte che il pallino ce l’ha in mano il Ministero di Roma, non c’è responsabilità di Bruxelles nella scelta: è l’Italia a doverle ripartire equamente, e c’è la possibilità di influire sulle scelte del nostro Ministero. Trovo davvero bizzarro” – continua l’Eurodeputato indipendente – “che Tiziano Arlotti del Partito Democratico si affanni a presentare atti contro cose che ha fatto il Governo che ha il suo stesso colore politico. Ma d’altronde il Partito Democratico è così. Per sopravvivere deve prendere da tutte le parti, ed è di lotta e di governo allo stesso tempo. Ora comunque” – conclude Affronte – “abbiamo fra le mani un dossier molto, molto importante: quello delle misure tecniche. Il Regolamento che ne scaturirà riguarderà tutta la pesca, gli attrezzi, le misure,… Nessuno sarà escluso. Sarà un quadro normativo che semplificherà moltissimo le regole, lasciando spazio alla regionalizzazione. Abbiamo tempo per lavorarci bene assieme, è un’occasione da non perdere.”

Dall’assemblea legislativa dell’Emilia Romagna:

“Avviare un confronto sia a livello statale che in Conferenza Stato-Regioni per giungere a soluzioni normative capaci di garantire la tutela del mare e dei suoi prodotti e, allo stesso tempo, la redditività del settore per tutti i suoi occupati, a partire da quella rete di imprese diffuse su cui si è retta la pesca in Italia dal secondo Dopoguerra a oggi”. È quanto chiedono Lia Montalti e altri sette consiglieri del Pd in un’interrogazione presentata in Regione per sollecitare la Giunta ad agire in tal senso e per sapere quali ricadute abbiano sugli operatori in Emilia-Romagna i problemi denunciati dalle associazioni di rappresentanza del settore, protagonisti oggi di uno sciopero nazionale. Il mondo della pesca –  fanno presente gli esponenti del Pd  – lamenta “il venire meno di un dialogo costruttivo con  le istituzioni, col risultato di norme non attente alle esigenze degli operatori, che deprimono ulteriormente un comparto già in crisi. Valga per tutto la soppressione della commissione consultiva centrale della pesca presso il MRAF”. Montalti e colleghi ricordano che “secondo il Rapporto dell’economia regionale 2016, elaborato da Unioncamere ER, le imprese attive nel settore pesca a settembre 2016 erano 2.100, con un trend abbastanza stabile negli anni. Ma, mentre tiene il settore dell’acquacoltura, registra un significativo calo, negli anni, quello della pesca marina, in cui a fine 2015 si contavano 683 imprese”. In generale – sottolineano –  la pesca “sta vivendo ormai da anni grandi difficoltà, legate sia al depauperamento della risorsa ittica sia a un quadro normativo che, nato per tutelare il mare e i suoi prodotti, pare in qualche caso sfociare in un irrigidimento delle regole a cui non sempre corrisponde altrettanta bontà dei risultati”. Oltre a Montalti, hanno sottoscritto l’interrogazione: Marcella Zappaterra, Giorgio Pruccoli, Nadia Rossi, Paolo Calvano, Mirco Bagnari, Manuela Rontini, Paolo Zoffoli.

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