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Sto alla porta e busso

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
lun 9 gen 2017 10:29 ~ ultimo agg. 11 gen 10:47
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Accogliere o rifiutare. Questa la sostanziale differenza tra l’approccio del mondo parrocchiale al delicato tema dell’immigrazione, e quello delle Amministrazioni comunali della provincia. I Comuni di Rimini, infatti, sono quelli che più dicono no (60%), mentre le parrocchie aprono le braccia. A Rimini la prima ad attivarsi è stata la parrocchia di San Gaudenzo, seguita a ruota dall’Unità Pastorale della Colonnella, e dalla parrocchia del Crocifisso. Ma non solo: ora rispondono anche la Valconca e l’Unità Pastorale di Morciano. Di fronte ad un fenomeno umano del genere, tante persone delle parrocchie di Morciano, Montefiore, Gemmano e Sant’Andrea – San Clemente hanno deciso di dedicare del tempo per l’accoglienza dei migranti per scongiurare il “vizio” di una società sempre più individualista e piena di pregiudizi.
Sto alla porta e busso è il nome del gruppo che ha unito le forze per dare risposte concrete a bisogni drammatici e altrettanto concreti. Massimo Gabrielli è tra i protagonisti del progetto.

 

Come nasce questa esigenza?
“Abbiamo sentito bussare e ci siamo sentiti interpellati. Ognuno di noi ha risposto ad un appello umano. Dopo la sollecitazione di papa Francesco, a febbraio una piccola équipe ha organizzato un primo incontro di sensibilizzazione rivolto all’unità pastorale, che ha risposto presente. In seguito, a maggio, c’è stato un altro momento, ricco di testimonianze. Un incontro nel quale gli operatori della Caritas di Rimini ci hanno spiegato cosa fare concretamente per accogliere persone. In estate ci siamo resi conto che era giunto il momento di agire e così abbiamo avanzato la proposta al consiglio pastorale, ai responsabili della Caritas di Morciano e al gruppo missionario”.

 

Chi ha avuto il coraggio di buttarsi?
“A settembre sono stati scelti i nomi di coloro che ora fanno parte dell’équipe di accoglienza, a partire dai nostri preti. I coordinatori del gruppo sono Silvia Pangrazi e Annarita Ciuffoli. Siamo in tanti e ognuno ha il proprio ruolo: Sara Battistoni si occupa dell’amministrazione e della contabilità; Maria Pilar Mura dei rapporti e dei contratti con gli immigrati; Assuntina Bedetti pensa al supporto culturale per la lingua italiana; Elena Maltauro all’inserimento nel sociale, mentre Alessandro Selva s’interessa alla logistica contrattuale. Infine ci sono i «manovali», coloro che fanno ciò di cui c’è bisogno nel quotidiano. Oltre al sottoscritto, ci sono Luca Bellini, Chiara Ferrari, Lucia Pazzaglini e Mario Carbone. L’operatrice della Caritas di Rimini Antonella Mancuso ci aiuta e ci sostiene in tutto e per tutto”.

 

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