Indietro
menu
Attualità Riccione

Se ne va Cirillo, l'uomo dei gabbiani, innamorato del tennis

In foto: Cirillo sulla sua Apecar
Cirillo sulla sua Apecar
di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 17 gen 2017 10:41 ~ ultimo agg. 18 gen 13:13
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min Visualizzazioni 6.524
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

[kaltura-widget uiconfid=”30012024″ entryid=”0_ztj4jib5″ width=”400″ height=”220″ /]

Per tutti era Cirillo, l’uomo dei gabbiani, il custode, nel senso che lo custodiva con un amore unico, del campo da tennis sul mare del Beaurivage, in zona Marano a Riccione. Inconfondibile a bordo del suo scooter, sempre troppo piccolo per lui, con in testa un casco a scodella, anche quello troppo piccolo. Cirillo, al secolo Maurizio Ricci, se ne è andato ieri, pochi giorni dopo il suo cinquantanovesimo compleanno. Era nato il 27 dicembre del 1957. Lo hanno trovato senza vita in casa, forse deceduto per un malore. La sua vita, la sua grande passione, era quel campo da tennis e ultimamente parlava spesso del cambio di destinazione di quegli spazi, anche se i proprietari dell’albergo gli avevano assicurato la gestione ancora per tutto il 2017. Viveva solo, non aveva famiglia, fino a pochi anni fa stava con l’anziana madre, che poi si era spenta. L’unico parente stretto era un fratello poco piu grande di lui. Oltre alla passione per il tennis, da giovane aveva giocato con buoni risultati, era per tutti coloro che lo conoscevano l’uomo dei gabbiani. A decine lo seguivano quando spargeva per l’aria briciole per loro. E tutti lo ricordano per lo spirito buono, la grande generosità, la delicatezza dello sguardo, il sostegno che offriva sempre sia ai tennisti con esperienza sia ai neofiti. Il funerale di Cirillo sarà domani, 18 gennaio alla chiesa Parrocchiale di San Martino alle 15.

Cirillo sul suo amato campo da tennis

A ricordarlo per noi Livio Fabbri, che sul campo da tennis manutenuto da Cirillo ha trascorso tante ore e con grande affetto ricorda l’amico. “L’ho conosciuto tardi, quando il fisico ormai lo aveva cambiato ma Cirillo era stato un buon tennista in gioventù, fu anche campione sociale del tennis club Riccione e vinse tanti tornei da giovane. Giocò anche in prima categoria. Amava il tennis e ancora di più il campo che manuteneva al Beaurivage. Una cura maniacale, era capace di rifare parte del campo da solo in un paio di giorni e permettere di giocare su un biliardo. In inverno lo copriva con i pannelli di polistirolo, per scoprirlo solo nelle ore centrali e far giocare anche dopo una gelata. La cosa straordinaria era il suo carattere. Generoso e buono, sincero e dolce come un bambino cresciuto. Una persona d’altri tempi. Era capace, al termine della partita di regalarti coca cola servita in bicchieri ghiacciati, un tubo di palline nuove e cioccolata per le mie bambine che a volte mi seguivano al campo. Ti lasciava giocare oltre ogni orario prenotato, viveva solo ma la maggior parte del tempo la passava al campo da tennis. Ricordo che una mattina arrivò tardi al campo ed io avevo già iniziato a giocare. Gli chiesi se avesse avuto dei problemi: nella notte era morta la sua mamma ma lui preferiva stare al campo perché a casa si commuoveva. Aveva un incoraggiamento tennistico per chiunque, dal neofita principiante al professionista. Per lui erano tutti bravissimi. Ti dava coraggio e sorrideva sempre. Un buono di cuore. Andavano a giocare a quel campo giocatori di tutto il circondario, famoso per la qualità della superficie, della posizione sul mare ma soprattutto per Cirillo. Valeva la pena solo per incontrarlo, il tennis era secondario. Donava serenità e spensieratezza. Il suo stile di vita era contagioso, uomo libero e semplice, ti raccontava spesso della sua vita passata lasciandoti il dubbio di quanto fosse vero e quanto romanzato. Grande passione per il calcio, milanista. Grande rivalità con la Juventus, mai cattivo nei commenti e sempre simpatico nelle prese in giro. Nutriva i gabbiani che frequentano il Beaurivage. Raccoglieva le brioche residue dal giorno prima nei panifici della zona, le spezzettava e le cospargeva a terra cavalcando il suo motorino…almento 150 gabbiani gli volavano sulla testa e si gettavano in picchiata per mangiare. Potevi capire se arrivava al campo anche solo guardando i gabbiani nel cielo, a volte lo seguivano in motorino. Si muoveva in scooter o in apecar anche in inverno. Ho giocato il 31 dicembre ed il 2 gennaio da lui. Sono state giornate bellissime. Era un esempio di come, con poco, una persona possa essere così grande dentro. Un esempio unico oggi. Impossibile non volergli bene, impossibile dimenticarlo. Lascia un vuoto enorme. I nuovi proprietari del Beaurivage hanno altri progetti per quel campo ma inaspettatamente settimana scorsa, forse per la mancanza di tempo per completare eventuali lavori prima dell’estate, gli avevano detto che avrebbe potuto tenere il campo anche per tutto il 2017. Era felice, felicissimo e mi aveva chiamato apposta per dirmelo, sapendo quanto ci tenessi….Non è pensabile quel campo senza di lui Voleva bene alle mie bimbe come fossero le sue. Mi chiedeva sempre di loro, regalava loro dolci ogni volta che mi seguivano al campo e mi ripeteva ogni volta quanto fossi fortunato ad averle. Sono sicuro che dicesse lo stesso ad ogni mamma e papà che giocava al suo campo. Perché era un buono“. Ciao Cirillo!