Indietro
giovedì 25 aprile 2024
menu
Blog/Commenti Rimini

Perché una donna non sfregia un uomo con l’acido

In foto: Gessica Notaro
Gessica Notaro
di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 14 gen 2017 08:54 ~ ultimo agg. 08:58
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 3 min Visualizzazioni 1.827
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Poche ore dopo la notizia dell’aggressione con l’acido contro Gessica Notaro a Rimini, la nostra giornalista Lucia Renati ha pubblicato sul suo blog fumosolodopocena alcune riflessioni a caldo sulla vicenda. Consapevoli, a partire dall’autrice, che ci sono stati in Italia anche gravi casi di cronaca che hanno visto come responsabili donne e madri, e che l’articolo rappresenta appunto un commento pubblicato su un blog personale, lo riportiamo come elemento utile per un dibattito che sarebbe importante non si esaurisse col clamore della vicenda.


Perché una donna non sfregia un uomo con l’acido

Stasera non riesco a darmi pace. Non me la levo dalla testa, questa domanda. Forse dovrei aspettare domani, avrei il sangue meno bollente, scriverei più con la testa, ma adesso no. Adesso scrivo di pancia.

Non sentiamo notizie di donne che sfregiano gli uomini con l’acido perché le donne li generano gli esseri umani, non li distruggono. Perché la donna è un tutt’uno con la natura, la segue, la rispetta, non la rovina. I nostri figli sono sacri. Anche se ci odiano, anche se fanno finta che non esistiamo, anche se ci vogliono cancellare la faccia.

Una donna è madre sempre. E non c’entra con l’avere o no dei figli. È qualcosa che non si può spiegare, si sente. Sappiamo che il nostro corpo è pronto in qualsiasi momento ad accogliere una creatura, a tenerla, a metterla al mondo. Nessun artista sfregia le sue opere. Nessun creatore lo fa.

L’uomo, invece, s’innamora del proprio figlio spesso più per un condizionamento mentale. Non ne sa niente di cosa voglia dire avere dentro di sé la potenza generatrice. Ne è geloso, la teme, vuole essere più potente di lei. Mi sembra superfluo dire che non è per tutti così. Conosco uomini che si rendono conto della bellezza di quella potenza, di quel gesto, e la trasformano in amore. Qui non stiamo parlando di loro, perciò risparmiatemi il pippotto.

Qui parliamo di quegli uomini gelosi di uno sguardo, di un gesto vezzoso che non è per loro, di un vestito corto, di un rossetto, di un complimento per strada. Di quelli che non accettano di essere lasciati, messi da parte (se non lo decidono loro). Di quelli che pensano di meritarsi tutto, anche quando non danno niente.

Parliamo di uomini che pensano che una donna abbia solo uno strato, il più superficiale: la sua bella faccia, il suo corpo, e che pensano che, distruggendo quello, non resti più niente. Poveri stupidi. Voglio dire al ‘signor’ Tavares che una donna è fatta di mille strati. Ma non sono per tutti.

Esiste un modo di amare che ha a che fare con la bellezza, la serietà, la complicità, la pazienza, la riconoscenza. Un modo di amare che considera i difetti, i giorni storti, le parole sbagliate, i baci e le carezze non dati. La vita dell’altro, il lasciarlo libero nelle proprie scelte, anche di lasciarlo andare.

Nel momento in cui scrivo, a 24 ore dal fatto, non si sa ancora come sia andata. Sappiamo solo che una donna di 28 anni, Gessica Notaro, di Rimini, è stata sfregiata dall’acido dal suo ex, Edson Tavares, 29 anni di capo Verde. Sul suo profilo facebook, l’ultimo post è un video con due donne che si esibiscono in una capoeira. Risale a tre ore dopo aver fatto quel che ha fatto. Gessica lo aveva già denunciato per maltrattamenti. Il questore lo aveva ammonito: divieto di avvicinarsi a lei a meno di 50 metri. Mi chiedo a cosa serva un ammonimento quando poi manca una valutazione psicologica del soggetto, che andrebbe fatta subito dopo, invece di lasciarlo in giro come un cane sciolto.

Più indietro, sul profilo facebook di Tavares c’è una frase (29 dicembre, 12 giorni fa): «il tuo miglior insegnante è il tuo ultimo errore».

Non sottovalutiamoci, cerchiamo uomini dai mille strati.

dal blog fumosolodopocena