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Lavori socialmente utili per profughi. Lisi: con Ci.vi.vo abbiamo anticipato

In foto: un gruppo di profughi impegnati nei Ci.vi.vo
un gruppo di profughi impegnati nei Ci.vi.vo
di Simona Mulazzani   
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lun 16 gen 2017 13:58
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Con l’esperimento nell’ambito dei Ci.vi.vo il comune di Rimini ha anticipato un provvedimento che il Governo dovrebbe aver inserito nel pacchetto sull’immigrazione che sarà presentato mercoledì. L’idea è che per i richiedenti asilo ci sia l’obbligo di svolgere lavori socialmente utili, nell’attesa di ottenere lo status di rifugiato. “Una novità importante – commenta il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi – che la nostra comunità, con i Ci.vi.vo ha peraltro già iniziato a mettere in pratica in via sperimentale da diversi mesi”. Fino ad ora sono stati 25 i ragazzi che “hanno prestato attività all’interno dei gruppi di volontariato, impegnandosi in particolare nella cura del verde pubblico e dei giardini, nella piccola manutenzione delle scuole e dei cimiteri o ancora aiutando nella realizzazione di eventi e di attività culturali“.

L’obiettivo è di un percorso verso l’integrazione: “nel tentativo da una parte di scardinare quelle resistenze basate sulla paura e sulla diffidenza e dall’altra parte di dare un’opportunità ai migranti che arrivano nel nostro Paese, consentendo loro di sentirsi utili alla collettività e di dare il loro contributo. E’ un modo di instaurare un rapporto di collaborazione naturale tra la comunità accogliente e chi è accolto, valorizzando le capacità e le diversità, perseguendo un obiettivo comune”.

E poi il sindaco mette in luce un aspetto particolare: “Mi piace sottolineare il ruolo dei nostri anziani che si trovano ad insegnare ai giovani migranti mestieri e lavori, dandogli competenze che gli potranno servire in futuro e allo stesso tempo facendogli conoscere elementi della nostra cultura e della nostra identità; diventando cioè esempio reale di cosa significhi integrazione e impegno costruttivo per la comunità.

E’ chiaro che nel momento in cui questo ‘esperimento’ messo in atto da Rimini dovesse diventare disposizione legislativa, l’impatto positivo sarebbe molto più elevato e sistematico”.