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Attualità Provincia

Già 5 morti sul lavoro. Lunedì giornata di sciopero per gli edili

In foto: repertorio
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di Simona Mulazzani   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
dom 6 nov 2016 10:07
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Il 7 novembre, i sindacati di categoria degli edili, Feneal-Ui, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, hanno proclamato uno sciopero nazionale del settore, di un’ora, per sensibilizzare e contrastare il dramma delle morti sul lavoro. La richiesta è una maggiore sicurezza sul fronte della sicurezza e salute sul lavoro.

In un primo provvisorio bilancio 2016 nazionale, si registra un incremento delle vittime, ad ottobre 2016, di oltre il 27%, rispetto al 2015. In Regione Emilia Romagna sono stati  2.454 infortuni nei primi 8 mesi del 2016 nel settore edile di cui 4 mortali. Quello che colpisce è che la maggioranza delle vittime di infortuni, anche mortali, riguardi gli over 60 anni, più che raddoppiato rispetto allo scorso anno. 

A Rimini le morti sul lavoro, comprendendo tutti i settori lavorativi, sono state, da gennaio ad Agosto 2016, 5 contro i 2 infortuni mortali dello stesso periodo 2015.

Bisogna intervenire subitodicono in coro i sindacati -. Con lo sciopero chiediamo al Governo e al Parlamento impegni ed azioni precise in merito al contrasto al lavoro nero e irregolare, condizione che accomuna molti incidenti proprio a causa della mancata applicazione delle regole. Vittime sono spesso lavoratori autonomi che autonomi non sono, lavoratori pagati con i voucher nei cantieri, lavoratori che operano senza la necessaria sicurezza. Per noi è di vitale importanza riportare il Durc nella modalità originaria ed in breve tempo passare al Durc per congruità,estendere l’applicazione del contratto degli edili a tutti i lavoratori a qualunque titolo presenti in un cantiere e mettere definitivamente mano alla questione pensionistica. Sull’Ape come organizzazione sindacale abbiamo espresso un parere negativo, chiediamo almeno che l’Ape agevolata si rivolga esplicitamente agli operai edili, il cui lavoro è pesante e rischioso. Questo per permettere di accedere alla pensione in anticipo a tutti quegli operai con pensioni inferiori ai 1.300-1.400 € netti al mese, perché solo in questo caso si darà una risposta concreta alle migliaia di operai edili con più di 60 anni. Purtroppo il Governo non sta andando in questa direzione. I numeri dell’anticipo pensionistico, 36 anni di contributi e trattamento economico inferiore ai 1.500€ lordi al mese, fanno sì che dei circa 28.000 edili italiani over 63 anni, solamente 7.000 sono coloro che potrebbero/dovrebbero avere 36 anni di contributi e di questi ultimi, solo la metà, quindi circa 3.500 edili, potrebbero rientrare nel diritto.