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Attualità Bellaria Igea Marina

Giunte non a norma con la legge Delrio: i casi riminesi

In foto: il difensore civico regionale Gianluca Gardini
il difensore civico regionale Gianluca Gardini
di Andrea Polazzi   
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mar 8 nov 2016 14:02 ~ ultimo agg. 9 nov 14:38
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Nelle Giunte dei Comuni sopra i 3mila abitanti “nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40%”. E’ quanto ricordano, in una lettera inviata a tutti i comuni sopra i 3mila abitanti dell’Emilia Romagna, il difensore civico regionale, Gianluca Gardini, e la presidente della commissione regionale Parità, Roberta Mori. Lo prevede la Legge Delrio dell’aprile 2014 che obbliga al rispetto dell’articolo 51 della Costituzione nella composizione delle Giunte comunali. In regione sono già 5/6 le segnalazioni arrivate al difensore civico e recentemente il comune di Alto Reno  nel bolognese si è adeguato sostituendo un assessore. Ma qual è il rischio che corrono le amministrazioni che non si adeguano? Lo abbiamo chiesto proprio a Gianluca Gardini, difensore civico dell’Emilia RomagnaGli atti assunti da una giunta illegittimamente composta sono viziati – spiega – e sono impugnabili entro i termini di legge dei 60 giorni. Non si tratta di un vizio retroattivo ma un atto tempestivamente impugnato potrebbe essere annullato. Abbiamo quindi deciso di scrivere ai comuni chiedendo loro di adeguarsi evitando di correre il rischio di un caos amministrativo.”

Dei 16 comuni in provincia di Rimini con più di 3mila abitanti sono 6 quelli che non rispettano la norma Delrio. Uno di questi però, Coriano, è andato al voto antecedentemente il 2014 (era il 2012) e quindi non è tenuto a rispettare la norma. “Fuori legge” sono invece Saludecio, dove nella squadra del sindaco Dilvo Polidori ci sono ben 4 assessori uomini (Andrea Tenti, Carlo Casadei, Alessandro Lappi e Franco Leardini) e San Leo dove siedono in giunta gli assessori Leonardo Bindi e Giancarlo Diotalevi insieme al sindaco Mauro Guerra. “Purtroppo è un problema delle piccole realtà” ci dice il primo cittadino ricordando come, a fronte di un impegno notevole in termini di tempo il ritorno economico sia molto relativo. Basti pesare che, in base a quanto riportato sulla Gazzetta Ufficiale, nei comuni dai 3000 ai 5000 abitanti un assessore percepisce un’indennità pari al 15% di quella del sindaco che si attesta (senza decurtazioni) a 2.170 euro al mese. “Andrebbero create – dice Guerra – le condizioni a monte per avvicinare una platea più ampia.” “In ogni caso – puntualizza il sindaco – al momento dell’elezione nel 2014 San Leo, in base al censimento di riferimento, aveva poco meno di 3.000 abitanti quindi non eravamo vincolati dalla legge Delrio.
Fuori norma, anche se di poco, ci sono però anche alcuni comuni più grandi: Bellaria Igea Marina e Misano. Nel primo, compreso il sindaco Ceccarelli, in giunta figurano sei persone e le presenze femminile sono due, quelle dell’assessore Loretta Scaroni e della collega Marzia Domeniconi. Situazione identica anche a Misano dove insieme al primo cittadino Giannini, ci sono 3 assessori uomini e due sole donne (Manuela Tonini ed Elena Malpassi). In entrambi i casi, calcolatrice alla mano, le quote rosa si fermano al 33,3%. Così come a Poggio Torriana dove ad incidere sono i numeri ridotti degli amministratori: accanto al sindaco Amati ci sono infatti solo due assessori, Franco Antonini e Cinzia Casadei. E poi c’è Riccione: su 8 componenti della Giunta, sindaco Tosi compresa, le donne sono 3 pari al 37,5%. Anche se di poco, ancora sotto la soglia di legge.