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Economia Rimini

Assestamento bilancio. Azzerati canoni concessori rete gas: buco da 3,6 milioni

In foto: Gian Luca Brasini
Gian Luca Brasini
di Redazione   
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mar 22 nov 2016 13:23 ~ ultimo agg. 23 nov 14:44
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Doccia fredda per il comune di Rimini, così come per altri municipi d’Italia, che ad anno amministrativo ormai concluso si trova a fare i conti con un ammanco rilevante: il mancato riconoscimento da parte di Adrigas (già SGR) del canone per la concessione delle reti di distribuzione del gas. Si tratta di una partita da 3,6 milioni di euro, di cui solo 1,8 erano stati inseriti nel bilancio. La somma non è stata riversata dal gestore al Comune per effetto di tre recenti sentenze emesse da tre tribunali ordinari italiani che di fatto hanno azzerato i canoni concessori da riconoscere all’ente concedente, in controtendenza rispetto alle indicazione date dal Ministero per lo sviluppo economico e dall’authority per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico. Un ammanco che ha reso necessaria una variazione di bilancio che questa mattina in V Commissione è stata discussa con i consiglieri. “Una doccia gelata – commenta l’assessore Gian Luca Brasini, tranquillizzando sulla solidità del bilancio (l’intervista all’assessore sulla pagina Facebook della trasmissione Tempo Reale) – del tutto imprevedibile in fase di approvazione del bilancio previsionale 2016 non solo per l’entità dell’ammanco che si è venuto a creare e che inciderà anche sui prossimi esercizi, ma soprattutto perché è stato comunicato solo a fine settembre 2016, ad anno amministrativo ormai avviato a conclusione e costringendo dunque a risposte rapidissime all’unico scopo di non finire in situazione di squilibrio.” Il comune, spiega Brasini, “ha deciso di porre rimedio con un’operazione di riequilibrio, sinora mai utilizzata da questa Amministrazione comunale, andando cioè ad attingere a parte degli oneri di urbanizzazione, potendo iscrivere in entrata solo 450 mila euro dei 3,6 milioni di euro iscritti a bilancio per il canone di Adrigas. E’ un atto obbligato, in attesa degli auspicati chiarimenti giurisprudenziali e/o normativi che il Comune di Rimini, assieme a decine di altri Comuni italiani e ad Anci, ha già richiesto in merito.”
Dall’assessore arriva anche una puntualizzazione sulle entrate legate alle sanzioni per violazioni al codice della strada dove si registra un assestamento dei dati che al 31 dicembre porterà ad un meno 2,2 milioni rispetto alle stime di previsione. “Si tratta – spiega Brasini – di una operazione tecnica, basata cioè su meri principi contabili (l’implementazione del fondo crediti di dubbia esigibilità per 2 milioni) e che conferma quanto avevo già spiegato sempre in V Commissione nel luglio scorso, replicando a chi accusava l’Amminstrazione di voler ‘far quadrare il bilancio’ facendo lievitare il ‘monte’ delle multe. Non è così e oggi questo ultimo atto di bilancio lo testimonia”.

Ma per Gennaro Mauro di Uniti si vince l’Amministrazione Comunale di Rimini ha precise responsabilità:

“Altro che doccia fredda, la decisione di Adrigas (già SGR) di non riconoscere al comune di Rimini il canone per la concessione delle reti di distribuzione del gas era scontata dopo le prime sentenze dei tribunali ordinari italiani. Del resto a Palazzo Garampi dovevano sospettare qualcosa, visto che nelle poste di bilancio 2016 avevano inserito solo la metà dei 3.600.000 euro dovuti da Adrigas. 

Se non ci fosse stato un corsa a realizzare opere pubbliche in scadenza di mandato elettorale e fossimo stati più attenti sul versante della spesa, oggi non parleremo di buco finanziario. La situazione di difficoltà finanziaria sul lato delle entrate in cui si è trovato il Comune è stata di difficile gestione, si è reso necessario sospendere dal 12 ottobre 2016 l’assunzione di nuovi impegni per spese correnti che non siano spese obbligatorie, circostanza mai successa negli ultimi anni. È il caso di ricordare che gestori dei servizi di distribuzione del gas si sono rivolti alla magistratura proprio per l’inerzia degli enti locali che con il contratto di servizio scaduto da anni non hanno indetto nuove gare per la scelta del gestore. La normativa vigente prevede oneri concessori a carico dei gestori fino a 10 volte inferiori a quelli fino ad ora dovuti, nel caso che il servizio venga affidato con una gara. Ci pare comprensibile il ricorso al giudice. 

Come valutare il comportamento del Comune di Rimini al quale non sono bastati tre anni per indire una nuova gara. Tale inerzia ha comportato dal 2013 ad oggi un maggior onere a carico del soggetto gestore del servizio, che poi ha trasferito i relativi costi nella bolletta per la felicità  dei cittadini riminesi. Ci attendiamo che si proceda celermente ad indire la gara per il nuovo gestore, non ci sono più alibi. La timidezza con cui le amministrazioni comunali di centrosinistra si approcciano con il mercato per individuare i nuovi gestori di servizi pubblici a incominciare dalla raccolta e smaltimento rifiuti, al trasporto pubblico locale, dal sistema idrico integrato alla distribuzione del gas, ha un impatto negativo sugli importi indicati in bolletta che i riminesi sono tenuti a pagare”.