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Attualità Saludecio

Fusione, successo del si ma non a Saludecio. Petitti: valutazione politica spetta a Regione

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Saludecio
di Redazione   
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lun 17 ott 2016 01:17 ~ ultimo agg. 18 ott 13:21
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Nel referendum sulla fusione di Saludecio, Mondaino e Montegridolfo i si sono stati 1.256 (il 61,5 del totale); i no sono stati 814 (il 38.5). Se però a Montegridolfo il si ha sfiorato il 93% e a Mondaino è arrivato al 69%, a Saludecio si è invece imposto il no con il 58,23%. Quanto al nome, il più votato è Trecastelli di Romagna con 393 preferenze, appena nove in più di Sant’Amato (384 di cui 306 a Saludecio). Il risultato dovrà ora passare al vaglio dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna.

Ora toccherà all’assemblea regionale prendere la decisione politica – spiega alla trasmissione Tempo Reale (Radio Icaro – Icaro Tv) l’assessore regionale al riordino territoriale Emma Petitti tenendo conto che la maggioranza due comuni su tre e la maggioranza dei cittadini ha deciso per la fusione. Ma valutando anche la posizione che prenderà l’amministrazione di Saludecio. La Regione ha però sempre detto che contano i territori e non vuole forzare sui processi di fusione. In ogni caso o sarà fusione a tre oppure non ci sarà fusione.

Ora, il Consiglio e la Giunta regionale devono tenere conto della vittoria del “NO alla Fusione” degli abitanti del Comune di Saludecio”. A dirlo è Gianbattista Cristiani del comitato per il No che chiede anche di “riflettere sulla politica folle di annientamento di amministrazioni locali e comunità in nome di quadrature di bilancio e in una prospettiva senza idealità.”
Sosterremo convintamente l’autonomia di Saludecio al quale, in nessun modo, deve essere imposta questa fusione.” Questa la posizione del capogruppo di Forza Italia in regione Galeazzo Bignami che ricorda anche come il comune di Saludecio il 4 giugno scorso abbia approvato una delibera che chiariva che non si sarebbe proceduto a fusione qualora anche un solo Comune si fosse espresso per il NO. Se la Regione decidesse di forzare, sosterremo convintamente il ricorso al Tar da parte del Comitato del NO, in quanto a nostro avviso esistono tutti i presupposti per parlare di  violazione dell’articolo 5 della Costituzione”. Il gruppo regionale della Lega si schiera per la difesa dell’autonomia di Saludecio e annuncia a stretto giro un’interrogazione per capire quali siano le intenzioni della Regione.
E’ fondamentale – attacca il capogruppo Alan Fabbri – che vengano ascoltati e rispettati i no come la Lega ha sempre sostenuto. Il PD rifletta sugli esiti, li rispetti e ammetta di aver sbagliato.
Sulla stessa linea anche il Movimento 5 Stelle che parla di un flop del Pd. “I referendum sulle fusioni falliscono – spiega Andrea Bertaniquando non c’è informazione e coinvolgimento dei cittadini fin dall’inizio del percorso, ben prima del referendum, ma in fase preparatoria. Se si calano dall’alto decisioni prese nelle segrete stanze e si utilizza il solito ricatto dei soldi per influenzare il voto, i cittadini rispondono di No. Inoltre se la maggioranza avesse accettato le nostre proposte, che prevedevano tra l’altro il proseguimento dell’iter di fusione fra i soli Comuni del Sì, adesso non ci troveremmo davanti a questo pericolo. Una confusione che rischia di annullare anche processi di fusione giusti o addirittura indispensabili.

SALUDECIO

Voti favorevoli (SI) : 439 (41,77%) Voti contrari (NO) : 612 (58,23%)

MONDAINO

Voti favorevoli (SI) : 412 (69,48%) Voti contrari (NO) : 118 (30,52%)

MONTEGRIDOLFO

Voti favorevoli (SI) : 405 (92,89%) Voti contrari (NO) : 31 ( 7,11%)

. L’intervista integrale ad Emma Petitti sulla pagina facebook della trasmissione Tempo Reale


 

La nota stampa della Regione Emilia Romagna sull’esito del Referendum nei 16 comuni interessati

Un sì, tre “ni” e due no. Cittadini perplessi nei referendum consultivi sulle sei proposte di fusione tenutisi ieri in 16 Comuni dell’Emilia-Romagna. Il voto ha coinvolto una popolazione di oltre 61.500 cittadini residenti in cinque diverse province dalla regione: il sì alla fusione ha prevalso con nettezza solo nel ferrarese per Mirabello e Sant’Agostino; controverso l’esito nel riminese tra Mondaino, Saludecio e Montegridolfo (il no di Saludecio contraddice il sì degli altri due comuni); nel bolognese per i tre comuni imolesi di Borgo Tossignano, Fontanelice e Casalfiumanese (contrari i primi due, favorevole il terzo); stessa musica nel reggiano per Campegine, Gattatico e Sant’Ilario d’Enza (no dai primi due, sì da Sant’Ilario). Mentre il no è stato netto e unanime nel piacentino: sia tra Bettola, Farini e Ferriere, sia tra Ponte dell’Olio e Vigolzone.

Nel dettaglio nel ferrarese a Mirabello il sì ha prevalso per un’incollatura (50,69% con 438 voti validi) e più decisamente a Sant’Agostino (1.216 voti validi, pari al 59,49%). Unanime anche la scelta del nome da dare all’aggregazione, che per i cittadini dev’essere Terre del Reno, scelta indicata dal 58,52% dei votanti di Mirabello e dal 57,34% di Sant’Agostino.

Sotto e lungo il Po le proposte di fusione sono state tutte accolte con distinguo.

Da est a ovest si parte nel riminese con Mondaino, Saludecio e Montegridolfo: Saludecio, il più popoloso, ha detto no con 612 voti validi, pari al 58,23%. Sì alla fusione da Mondaino e Montegridolfo: dal primo comune con 412 voti, pari al 69,48%; dal secondo con 405, quasi un plebiscito, visto che l’indice percentuale è del 92,89%. Ordine sparso anche sul nome scelto: Mondaino preferisce Castelli malatestiani (117 voti), Saludecio vorrebbe Sant’Amato (306 voti), Montegridolfo opziona Trecastelli di Romagna con 135 voti.

Nell’imolese in provincia di Bologna, Borgo Tossignano ha detto no con 638 voti validi (57,12%); Casalfiumanese sì con 591 voti (53,34%) e Fontanelice no con 451 voti (59,5%). Il nome Valsanterno va bene sia a Casalfiumanese che a Fontanelice (52,29% e 46,63% rispettivamente le percentuali di preferenza dei due comuni), mentre Borgo Tossignano preferirebbe Borghi del Santerno con il 39,71%.

L’ultimo dei tre “ni” su sei consultazioni riguarda il reggiano. No alla fusione da Campegine e Gattatico col- rispettivamente- 75,16% e 64,08% (1.634 e 1.625 i voti validi favorevoli), sì dal più popoloso Sant’Ilario d’Enza, che ha licenziato la pratica favorevolmente con 2.254 voti validi, pari al 62,80%.

No secco alle due proposte di fusione nel piacentino. Bettola, Farini e Ferriere hanno detto stop rispettivamente con il 67,45% (833 voti), il 52,64% (279 voti) e il 75,12% (465 voti).

Il no di Ponte dell’Olio e Vigolzone si è tradotto con due percentuali intorno al 60%: 60,03% Ponte dell’Olio (1.167 voti) e 59,14% Vigolzone (954 voti).