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Attualità Rimini

Ad Amatrice per consegnare i 1.600 euro raccolti a Torre Pedrera

In foto: la consegna al sindaco
la consegna al sindaco
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
sab 24 set 2016 09:58 ~ ultimo agg. 10:12
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E’ stato consegnato mercoledì scorso al sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, l’assegno di 1.600 euro frutto della raccolta di solidarietà lanciata dagli albergatori di Torre Pedrera, Gabriele e Gabriella, nell’agosto scorso con l’amatriciana solidale in spiaggia, attività in hotel e una tombola solidale di fine estate.


 

Il racconto dei protagonisti:

“Sono un piccolo albergatore della riviera romagnola – racconta Gabriele – e durante la stagione estiva non c’è altro che l’albergo, come tanti colleghi. Il 24 agosto scorso, durante la notte tutti abbiamo sentito una forte scossa e il giorno dopo abbiamo scoperto cosa era successo. Così abbiamo deciso di fare, nel nostro piccolo, qualcosa per Amatrice. Da qui l’idea dell’Amatriciana in spiaggia, a offerta libera, riproposta anche in hotel e il tombolone di solidarietà per cercare di raccogliere il più possibile. Una volta chiuso l’albergo, il mio impegno era di portare il ricavato ad Amatrice. Sono toscano di origine, chi conosce i toscani sa che sono testardi e nonostante vari suggerimenti sul come far arrivare i soldi a destinazione, c’era il mio era un impegno personale: io volevo portarli direttamente ad Amatrice. Da quel municipio mi è stato detto come intestare l’assegno e poi ho avuto un appuntamento per giovedì 21 settembre.

Il viaggio è piacevole, la giornata è veramente bella e fino alle porte del comune di Accumuli, sembra quasi di essere in gita, quando all’improvviso, sul lato opposto della strada, cominciano a passare convogli della protezione civile, camionette dei vigili del Fuoco che mi riportano alla realtà. In alto sulla destra, scorgo in lontananza una casa che a prima vista sembrava strana, aveva il lato esposto al sole non perfettamente allineato. Procedendo verso l’abitazione, ecco l’immagine che d’impatto ti riporta a cosa è successo: mancava metà dell’abitazione, l’altra era crollata sotto il dirupo. Da li in avanti si alternavano i cucuzzoli dell’Appennino con paesini a metà. Si a metà: metà distrutti e metà in piedi. I campi delle varie protezioni civili regionali sono dappertutto; raggiunto il bivio per Amatrice, dopo alcuni chilometri, mi arresta la coda. Posto di blocco: i vigili mi chiedono il motivo che mi porta ad Amatrice, gli spiego che ho un appuntamento con il Sindaco, gli mostro cosa dovevo fare. Il vigile acconsente a farmi passare, di accodarmi al convoglio e di procedere con prudenza perché la strada è sconnessa.

Ci muoviamo a passo d’uomo, dopo alcuni chilometri la strada non è più asfaltata, ci fermano dei militari i quali, dopo aver raccontato il motivo di nuovo, si raccomandano di fare in fretta perchè alle 11,00 la strada sarà chiusa dal genio civile per lavori. Accanto ad ogni casa c’è una tenda montata, qua e là ruspe , militari e vigili del fuoco dappertutto, controllano, verificano. C’è un via vai di camion, militari, mezzi di soccorso, 4×4, negli spazi aperti tende della protezione civile o altri enti. Vengo indirizzato al C.O.C. che scoprirò in seguito essere il centro operativo comunale di Amatrice, allestito in dei prefabbricati. Entro per chiedere informazioni e mi trovo di fronte Il Sindaco Pirozzi, circondato da persone e al telefono, attendo il mio turno e mi presento. Con me ho l’album con le foto di quanto abbiamo fatto, come lo abbiamo fatto e con i messaggi che alcuni bambini hanno scritto pensando ai loro coetanei di Amatrice. Lo mostro ad una bambina presente che lo legge con attenzione; alla fine ringrazia con un esclamazione. L’emozione è fortissima.

Dopo qualche istante, il Sindaco, guarda il mio album, vede quello che abbiamo fatto, si alza dalla sedia e mi abbraccia forte e mi ringrazia come un fratello, soprattutto per essere andato lì di persona a portare un cenno della solidarietà dei tanti che abbiamo coinvolto. Lascia un ringraziamento sulla copia del nostro assegno che se pur piccolo, è frutto del cuore: di turisti, commercianti e cittadini di Torre Pedrera” conclude Gabriele.