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Alcol e minori. La riflessione: cultura è cambiata, attenzione a pubblicità. Ragazzine più a rischio

In foto: repertorio
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di Andrea Polazzi   
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mar 30 ago 2016 14:38 ~ ultimo agg. 31 ago 17:12
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Il caso della 13enne finita in coma etilico sabato notte dopo una festa in spiaggia e costretta alla lavanda gastrica in ospedale non è purtroppo un episodio sporadico. A testimoniare i rischi del rapporto tra giovanissimi e alcol ci sono anche la 15enne portata all’Infermi a giugno, anche lei dopo una festa in spiaggia sempre a Rivabella ma anche la ragazzina soccorsa priva di sensi in centro storico a Rimini la scorsa primavera. La punta dell’iceberg di un fenomeno sempre più diffuso. Abbiamo chiesto un commento alla dottoressa Daniela Casalboni, direttore dell’UO di Dipendenze Patologica di Rimini dell’Ausl Romagna. Le ragazze sono le più esposte a gravi conseguenze, ci spiega. E i genitori come devono comportarsi? “Devono essere prima di tutto un esempio nel rapporto con l’alcol – attacca la dottoressa – devono commisurare la libertà in base alla maturità mostrata dai figli e devono vedere come il figlio torna a casa la sera dopo essere uscito.

La dottoressa punta poi il dito su chi vende l’alcol ai minori ma anche sulle pubblicità scorrette che in modo diretto o indiretto collegano il consumo di alcol al divertimento e allo stare insieme.

La cultura, dice ancora la Casalboni, è cambiata. L’alcol non si consuma più ai pasti ma, da parte dei giovani, solo il fine settimana e in grandi quantità. Questo ne aumenta gli effetti tossici, basti pensare che per smaltire un’unità alcolica sono necessarie due ore e accumulandone tante in poco tempo porta a raggiungere alcolemie elevate. L’osservatorio europeo su giovani e alcol dice che il 17% delle intossicazioni acute che arrivano al pronto soccorso sono di minori e soprattutto ragazze (per ragioni di peso e metaboliche).

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