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Rimini Scuola

Educatori scuola in protesta: gravi mancanze da parte del comune

In foto: repertorio
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di Simona Mulazzani   
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ven 22 lug 2016 08:27 ~ ultimo agg. 23 lug 10:18
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Si incontreranno domani alle 11 davanti al comune di Rimini per far sentire la loro voce di protesta. Sono gli educatori delle tre principali cooperative riminesi che si occupano di assistenza ai disabili, che si sono riuniti nella Rete educatori/trici di Rimini e lanciano un appello, già firmato da una settantina di operatori, perché il comune intervenga “a superare alcune grosse lacuna dell’assistenza educativa per studenti disabili“, soprattutto nelle scuole superiori e comporta “una estrema precarietà che gli operatori non sono più disposti ad accettare“.

Tre i problemi principali evidenziati:

Prima anomalia: il comune di Rimini paga alla scuola superiori, in anticipo, solo il 70% del costo dell’educatore e l’Istituto deve far fronte all’altro 30% con mezzi propri. E questo, in alcuni istituti, si trasforma in taglio del 30% delle ore di assistenza agli studenti con disabilità. “Questo non succede per esempio con le scuole elementari e medie dove il Comune giustamente riconosce il 100% delle ore di assistenza educativa stabiliti dai tavoli tecnici“.

Seconda Anomalia: le somme previste per la retribuzione. “Il Comune di Rimini paga alle scuole superiori 17,50 euro per ogni ora di educativa scolastica ma le cooperative con cui sono assunti gli educatori fatturano alle scuole 18,50 euro o 19,00 euro. Tutto ciò provoca un buco di bilancio degli Istituti. Lo stesso Comune ha assegnato il bando indetto nell’ estate del 2014 per l’assistenza educativa nelle scuole elementari e medie per una cifra superiore ai €18.50 e le tabelle ministeriali sul costo del lavoro aggiornate stabiliscono un costo minimo di €18.72“.

Una discrepanza, spiega la Rete educatori, che sta “costando un taglio ulteriore delle ore di educativa per ogni ragazzo e di lavoro per ogni educatore che viene infatti pagato “a cottimo”“.

C’è poi una convenzione, firmata da scuole e cooperative che “stabilisce che se l’alunno è assente la scuola rimborsa all’educatore solo la prima ora del primo giorno d’assenza“. Senza considerare che “gli studenti di terza e quarta superiore fanno durante l’anno scolastico stage di tre settimane e le assenze per motivi di salute“.

Pensate – spiegano – a quanto è precario quindi il Nostro futuro, legato costantemente ad un bando e alla buona salute dei nostri ragazzi. Questa situazione non è purtroppo una novità ma solo la conseguenza di atti e norme assurde che ledono sia ragazzi che operatori“.

C’è poi una nuova proposta di legge che imporrà il titolo universitario per gli educatori “senza riconoscere chi lavora nei servizi educativi da 10 o 15 anni ed è senza titolo specifico, obbligherà migliaia di educatori in tutta Italia a doversi comprare il lavoro che già stanno svolgendo spendendo migliaia di euro per un corso universitario intensivo di almeno 1 anno, senza inoltre unificare i due percorsi universitari esistenti come invece indicato dalle Direttive europee che stanno trovando applicazione nei vari Stati“.

Da qui la richiesta di un intervento del comune e dell’incontro di domani proprio davanti a Palazzo Garampi.