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Cultura Rimini

"Siria. Salvare la memoria per ricostruire il futuro", l'incontro in Sala Manzoni

In foto: l'incontro in Sala Manzoni
l'incontro in Sala Manzoni
di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 17 giu 2016 11:02 ~ ultimo agg. 13:40
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Mercoledì sera in una gremita Sala Manzoni a Rimini si è tenuto l’incontro ‘Siria. Salvare la memoria per ricostruire il futuro” promosso dalle associazioni Portico del Vasaio e AVSI e dal Comitato Nazarat. Sono intervenuti padre Ibrahim Alsabagh parroco nella martoriata città di Aleppo (più volte a Rimini, per il Meeting e come testimone in alcuni incontri di preghiera), e i coniugi Giorgio e Marilyn Buccellati, archeologi dell’Università della California che hanno lavorato e tuttora lavorano in un villaggio siriano.

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Padre Ibrahim Alsabagh, ha testimoniato l’enorme sofferenza patita dalla popolazione allo stremo per la guerra che segna ormai da anni il suo Paese. Padre Ibrahim si è riferito anche alla preghiera di “Appello all’umano” che ogni 20 del mese si ripete dall’agosto 2014 in piazza Tre Martiri, ed ora s’è allargato anche in altre città come Cesena, Lugano in Svizzera, Perugia, Sassari e Siena: “Aleppo è una città di morte ma anche una città di speranza. Una città sul monte che illumina le tenebre. Noi ci sentiamo assistiti ed amati con la vostra preghiera nelle piazze e così voi diventate partecipi della nostra missione”.

Il comitato Nazarat, “grato per questo apprezzamento” continua con l’‘Appello all’umano’ dando appuntamento a lunedì 20 giugno alle 21,15 in piazza Tre Martiri per la recita del rosario. Nel 23° appuntamento ci sarà una testimonianza ad Andrea Avveduto, giornalista e scrittore dell’associazione Pro Terra Sancta. Nel manifesto si riporta un’invocazione di Papa Francesco dedicata alla Siria nell’udienza del 24 maggio scorso: “Preghiamo il Padre misericordioso affinché doni il riposo eterno alle vittime, la consolazione ai familiari e converta il cuore di quanti seminano morte e distruzione’. Dal canto loro, un lungo elenco di comunità religiose e monasteri, anche in questo caso italiani e stranieri, hanno assicurato la loro contemporanea comunione di preghiera per i perseguitati e martiri a causa della fede”.

 

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