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Rimini Social

Scuole democratiche in tv

di Silvia Sanchini   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
mar 10 mag 2016 08:02 ~ ultimo agg. 12 mag 12:54
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È andata in onda lo scorso 14 aprile la quarta puntata di Come se fosse facile, la rubrica di Icaro TV dedicata a tematiche sociali, condotta da Stefano Rossini. Dopo un primo approfondimento sul tema dell’affido e dei neomaggiorenni “fuori famiglia”, un secondo appuntamento dedicato all’immigrazione e alle storie di rifugiati e richiedenti asilo e una terza puntata su lavoro, inclusione sociale e disabilità, si è scelto di approfondire il tema della scuola, a partire da alcune esperienze particolarmente interessanti e innovative.
Ospiti in studio Sara Savoretti, coordinatrice Area Infanzia della Cooperativa sociale “Il Millepiedi”; Antonella Guidi, insegnante della scuola democratica riminese “Anche se piove”; Renzo Laporta dell’Associazione “Lucertola Ludens” di Ravenna; Daniela Pesaresi, psicologa e psicoterapeuta; e, direttamente dal Regno Unito, Michael Newman, insegnante della scuola democratica “Summerhill”.
Molti gli aspetti affrontati in questa ricca puntata: la differenza tra scuola libertaria e scuola democratica, outdoor education, metodologia non violenta, approccio montessoriano…e in generale tutte le esperienze alternative alla scuola tradizionale.
Per Sara Savoretti: “Fondamentale è la formazione, capire che scuole di questo tipo non si possono improvvisare. Per questo abbiamo un gruppo di lavoro all’interno della Cooperativa Millepiedi che ha scelto di formarsi costantemente su queste tematiche anche grazie all’Università di Bologna e in particolare con l’equipe di lavoro del prof. Roberto Farnè e confrontandoci con altre esperienze presenti in Italia e nel mondo”.
Daniela Pesaresi ha messo in luce come gli aspetti cognitivi nello sviluppo del bambino si intreccino con quelli emotivi: “Un atteggiamento di dominio da parte degli insegnanti attiva nel bambino la percezione di subire, e quindi una serie di resistenze. Quando invece il bambino è reso partecipe e si sente promotore di idee, collaboratore alla costruzione di un pensiero condiviso, sentirà di valere di più e di potersi esprimere meglio senza sminuire la sua identità, mettendo in campo la sua singolarità con naturalezza. Nello sviluppo del bambino è importante un’integrazione tra dimensione corporea, amore per il sapere e desiderio di scoperta, tensione di alterità. In un contesto di scuola democratica queste dimensioni emergono in maniera più forte”.
Anche se piove è una scuola riminese nata il 1°ottobre 2014 grazie all’intuizione di un gruppo di educatori e genitori. È gestita dalla Cooperativa sociale “Il Millepiedi”. Spiega Antonella Guidi: “Nella nostra scuola si vive molto lo spazio all’aperto. Durante la giornata i bambini si organizzano partecipando all’assemblea, il momento centrale della giornata, in cui ci si incontra e si decide. Nella scuola abbiamo spazi con materiali montessoriani e luoghi adattati per sviluppare apprendimenti cognitivi. Le proposte dei bambini sono l’occasione per progettare e capire cosa si può fare per produrre cambiamento e modificare la realtà intorno a noi. È una palestra di quello che è la società. Il bambino di oggi è il cittadino di domani. Il messaggio di una scuola come la nostra è che ognuno di noi può essere protagonista e responsabile del proprio modo di pensare e di agire per creare un mondo diverso!”.
Valore fondamentale non può che essere assunto anche dal gioco, come sottolinea Renzo Laporta: “E’ fondamentale che i bambini possano riappropriarsi della dimensione del gioco, oggi gli adulti sono invece riluttanti nel dare ai bambini spazi dove esprimersi. È necessario riconsegnare ai bambini la possibilità di vivere liberamente il tempo libero, una dimensione che oggi si sta perdendo completamente”.
La testimonianza di Michael Newman e della scuola inglese di Summerhill, una delle scuole democratiche più antiche del mondo, è particolarmente stimolante: “Summerhill è nata nel 1921, adulti e bambini vivono insieme nella scuola e le decisioni vengono prese insieme in assemblee democratiche. Gli studenti costruiscono il loro programma di studi insieme agli insegnanti, scegliendo liberamente se andare o meno alle lezioni. Oggi parliamo di innovazione, in realtà già 100 anni fa era già chiaro quale dov’esse essere il metodo di insegnamento più giusto. Gli studenti che escono da Summerhill hanno per tutta la vita voglia di imparare, una forte motivazione interiore, un fuoco che alimenta la loro voglia di esserci.
La scuola deve cambiare, deve cambiare il nostro modo di insegnare e relazionarci agli studenti. La scuola del futuro è una scuola democratica, libertaria, (come già si diceva agli inizi del ‘900!)”.

In studio Marta Antonini, volontaria di “Mare di Libri”, legge alcune riflessioni dei bambini della Scuola L. Ferrari di Rimini dal titolo: “La scuola che vorrei”.

È chiaro che questi desideri e queste istanze non possono rimanere solo sogni e teorie, ma debbono diventare occasione concreta di riflessione e ripensamento per la scuola italiana (e non solo). Perché è necessario farlo, è emerso chiaramente dalle parole conclusive di Newman: “È importante riagganciarsi alla storia per trovare risposte per il futuro. Solo così potremo creare persone e cittadini migliori”.

Per rivedere la puntata: