Biagini dopo candidatura Imola: "su mia esclusione scuse puerili"
“Un sincero in bocca al lupo” alla collega di giunta Irina Imola. Ma l’annuncio della candidatura di un assessore nella lista di Italia dei Valori – Centro Democratico (domani la presentazione) rende l’assessore Roberto Biagini un fiume in piena.
“Il candidato Sindaco Andrea Gnassi, il 13 Aprile aveva solennemente dichiarato : “chiedo che vengano tenuti fuori tutti gli assessori dalla lista essendo persone che gestiscono partite amministrative” oppure “Ci sono delle regole, uguali per tutti e vanno rispettate. Non ho dettato nomi al partito, ho chiesto però di separare i candidati dagli uomini che hanno responsabilità gestionali, così da essere più forti e chiari”
Dal momento che non mi risulta sia stato posto da Gnassi all’ IDV-Centro Democratico sul nome dell’Irina Imola, lo stesso suo veto posto al PD sul mio nome (“ se c’è Biagini non firmo l’ apparentamento “) è evidente che il “Dictatus Papae” del sindaco era rivolto (e i dubbi erano davvero pochi) esclusivamente e tassativamente al Partito Democratico riminese, reo di aver chiesto al sottoscritto la disponibilità a candidarsi.
Con la notizia della candidatura della Imola, “è automatica la pessima figura palesata e la perdita di autorevolezza e di credibilità politica ( dovrebbe suonare come una autentica beffa fatta dal sindaco al partito che l’ha ri-proposto ) del PD riminese, il quale si è trovato, a posteriori, pavidamente accondiscendente ai “desiderata contra personam “ di Gnassi ( perché l’ Irina Imola sì e Biagini Roberto no?”.
Quindi, per Biagini, dietro la “puerile e banale giustificazione” l’unico obiettivo era evidentemente “quello di non accettare il benché minimo rischio di vedere nei banchi del Consiglio Comunale, l’ iscritto al PD, Roberto Biagini: obiettivo raggiunto, …”anche questo è fatto ” ; mai slogan coniato fu tanto azzeccato. Nessun problema”.
Insomma, “la “ratio” della mia esclusione è da ricercare al di fuori della mera sfera politica e anche su questo i dubbi davvero erano (e sono) pochi”.
Un messaggio anche ad Alberto Vanni Lazzari, segretario comunale del PD, dove si cita implicitamente la segnalazione in Procura su alcuni appalti: “io non cito “principi Zen” ma attingo il mio “modus operandi” da altre “fonti”: il mio dovere di pubblico ufficiale verso l’ autorità giudiziaria e la mia coscienza civica di assoluto rispetto verso i cittadini del luogo in cui vivo, mi hanno imposto dei comportamenti che sarei disposto a ripetere in qualsiasi momento senza pensare alle varie conseguenze e senza guardare in faccia nessuno: l’omertà ossequiosa e genuflessa volta alla riconoscenza e alla gratificazione non mi è mai appartenuta”. Con riferimento ad altri che ne avrebbero fatto invece “uno stile di vita. Ognuno ha i suoi principi……Zen……”.