No alle trivellazioni. CGIl e Legambiente chiedono Election Day
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha interdetto le trivellazioni di fronte alle coste riminesi. Per la CGIL di Rimini la norma, che vieta la ricerca e l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine, è un importante risultato ma resta il problema delle trivellazioni oltre i 22 Km.
Spiega il segretario della CGIl di Rimini Graziano Urbinati: “Continueremo pertanto a impegnarci anche in vista del referendum che è stato dichiarato legittimo tra i 6 quesiti referendari proposti dalle Regioni e relativo alla durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate”. A partire dall’appoggio alla richiesta fatta da Regioni, ambientalisti e movimento No Triv al Governo di accorpare la consultazione popolare e le elezioni amministrative.
“A sostenerci nella nostra posizione – prosegue Urbinati – non sono soltanto motivi di carattere ambientale ma anche economico perché il nostro petrolio non è quello che potrebbe affiorare dalle trivelle, ma l’industria turistica. Un settore che nella provincia di Rimini coinvolge circa 100.000 addetti e conta oltre 5 mila strutture alberghiere, senza citare tutti gli altri esercizi e aziende che ruotano attorno a questa attività.
Questo è il nostro orizzonte che non può essere occupato da “mostri” come la piattaforma antistante il tratto di mare di Cesenatico. Un danno di immagine, un danno ambientale e al lavoro, un freno all’idea di uno sviluppo economico e sociale eco-sostenibile, alternativo a quello che la parte meno innovativa del Paese vorrebbe continuare a perpetrare”.
Anche Legambiente Emilia Romagna chiede al Presidente della Regione Bonaccini di avanzare la richiesta al governo di istituire l’Election Day, accorpando in un’unica data il referendum sulle trivellazioni e il primo turno delle elezioni amministrative previste per la prossima primavera. “Fissare date separate sarebbe infatti un inutile sperpero di denaro pubblico e un ostacolo alla partecipazione dei cittadini”.
Per l’associazione ambientalista “Complicare la partecipazione dei cittadini alla consultazione referendaria, sarebbe una scelta in netto contrasto con quanto dichiarato invece dal governo alla Cop21 di Parigi rispetto agli impegni presi per ridurre gli effetti del cambiamento climatico e la tutela degli ecosistemi”.