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Finiremo i nostri giorni mangiando insetti?

In foto: BERLIN, GERMANY - MAY 07: In this photo illustration a young girl pretends to eat dried mealworms seasoned with an African rub of cinnamon, coriander, pepper and other spices and bought at a store selling insects for human consumption on May 7, 2014 in Berlin, Germany. An increasing numbers of advocates worldwide are promoting insects as a viable source of food for humans, citing the high protein value, abundance and low cost. (Photo Illustration by Sean Gallup/Getty Images)
BERLIN, GERMANY - MAY 07:  In this photo illustration a young girl pretends to eat dried mealworms seasoned with an African rub of cinnamon, coriander, pepper and other spices and bought at a store selling insects for human consumption on May 7, 2014 in Berlin, Germany. An increasing numbers of advocates worldwide are promoting insects as a viable source of food for humans, citing the high protein value, abundance and low cost.  (Photo Illustration by Sean Gallup/Getty Images)
di Mario Galasso   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 6 nov 2015 09:47 ~ ultimo agg. 11 nov 14:52
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Che strano questo periodo: mentre l’Oms spaventa sul nesso tra carni rosse e tumori, l’Unione Europea incentiva il consumo di insetti.

L’ideale, probabilmente, sarebbe mangiare carni rosse con moderazione, anche se il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sul nesso tra tumori e carni rosse, come riporta Il Post (25 ottobre), sembra non ammettere repliche.

«Un atteso rapporto è stato pubblicato il 26 ottobre dall’OMS – l’Organizzazione Mondiale della Sanità, agenzia dell’ONU che si occupa di salute e medicina – in cui viene detto che il consumo di carne lavorata, cioè affettati, würstel e bacon, aumenta il rischio di contrarre il tumore al colon. L’OMS ha inoltre detto di avere a disposizione «prove non definitive» che indicano che anche la carne rossa è probabilmente cancerogena (classificazione 2A)».

Di pari passo l’Unione Europea sta incentivando una campagna decisamente sui generis come riporta Il Giornale (28 ottobre).

«Locuste, grilli, ragni, vermi: diciamo la verità, non fanno venire l’acquolina in bocca. Eppure ben 1400 specie di insetti sono mangiate in Africa, Asia e America Latina. Ve ne sono moltissimi che contengono proteine, alta quantità di calcio, basso contenuto calorico. E come le alghe, gli insetti hanno un ulteriore vantaggio: sono piccoli. La loro produzione, anche su larga scala, non richiede tanto spazio. E non inquina l’atmosfera. L’Unione Europea ha recentemente stanziato un finanziamento di 3 milioni di euro per ogni paese membro della Ue che incoraggi l’uso degli insetti in cucina».

Ma i dati in Italia sembrano smentire le buone intenzioni della Unione Europea. Scrive Il Sole 24 Ore (28 ottobre).

«Un’analisi Coldiretti/Iprmarketing rileva che sono appena l’8% gli italiani che assaggerebbero gli insetti, mentre il 7% si farebbe tentare dai ragni fritti».

Per evitare sterili psicosi ed un futuro da mangiatori di insetti, sono scesi in campo una serie di esperti a correggere il tiro sul rapporto carni rosse/tumori. La Repubblica (26 ottobre) ha intervistato uno dei maggiori esperti di malattie oncologiche.

«Il professor Berrino dell’istituto dei Tumori di Milano spiega che le carni salate, essiccate e affumicate sono da evitare o da mangiare in casi davvero eccezionali. Per quanto riguarda invece la carne rossa, è sufficiente mangiarla con moderazione. Soprattutto – spiega il professore – bisogna fare attenzione ad abbinarla sempre ad un bel piatto di verdure che hanno proprietà antiossidanti»

Anche Paolo Vineis, professore alla Imperial College London, uno dei 22 ricercatori dell’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms, ha corretto il tiro sempre a La Repubblica (29 ottobre).

«Il gruppo ha valutato la cancerogenicità della carne rossa e processata, facendola entrare nel gruppo 1 della lista Iarc delle sostanze nocine, che comprende anche il fumo, l’arsenico, lo smog, l’alcol. “Il fumo di tabacco provoca un aumento del rischio del cancro del polmone di 20 volte, nella carne processata l’aumento del rischio del cancro al colon è del 18% circa per ogni 50 grammi consumati al giorno”. Il professore spiega quindi che il gruppo 1 non determina la pericolosità di una sostanza, ma la solidità delle prove scientifiche sulle quali viene fatta la valutazione».

Per non sapere né leggere né scrivere che sia il caso, visto lo scenario tutt’altro che ipotetico, almeno stando a quanto sta accadendo in questi giorni, finire i nostri giorni come Giovanni Battista nel deserto, nutrendoci di locuste e altri insetti?