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Con gli arabi c'è un progetto internazionale di Accademia Rimini. Intervista a De Meis

In foto: Il patron del Rimini, Fabrizio De Meis
Il patron del Rimini, Fabrizio De Meis
di Roberto Bonfantini   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 19 nov 2015 14:17 ~ ultimo agg. 21 nov 20:27
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Dopo la nota di mercoledì pomeriggio, nella quale il Rimini ha smentito la trattativa con Luukap Ltd e puntualizzato che “la sola trattativa in corso, che si protrae da alcune settimane con ripetuti incontri diretti, è con una società di Dubai interessata ad entrare nella Rimini Calcio per rafforzare il progetto sportivo, finanziario e strutturale” e la proposta di acquisizione del cento per cento delle quote dell’AC Rimini 1912 da parte della società inglese, abbiamo intervistato il patron del Rimini, Fabrizio De Meis, per saperne di più.

“La trattativa con gli arabi è nata qualche settimana fa, ci ha messi in contatto un commercialista internazionale che cercava per loro una società di calcio italiana che rispondesse ad alcuni requisiti – attacca il numero uno del sodalizio biancorosso –. I primi contatti sono stati esclusivamente via Skype, poi sono venuti in Italia, a Rimini, hanno fatto sopralluoghi presso la sede del club e allo stadio. Quindi io sono andato a trovarli a Dubai. Ci siamo incontrati già diverse volte. Non hanno nessun emissario italiano, c’è una persona del loro gruppo che sta seguendo in particolar modo la trattativa. La lingua usata è l’inglese”.

Di cosa si occupa questo gruppo?
“Non conosco nel dettaglio tutti i loro investimenti, ma nel mondo del calcio non sono solo a Dubai. Collaborano con diverse realtà in tutte le parti del mondo, sia in Oriente che in Occidente. E adesso hanno deciso di entrare nel calcio italiano e si sono innamorati della città di Rimini. Tra l’altro gli piace l’idea di non avere più interlocutori, il fatto che sia solo in questo senso è un grande vantaggio perché ci permette di affrontare una discussione tra persone che si occupano di calcio. Abbiamo avuto facilità nell’affrontare gli argomenti di tutto il progetto.
Nelle ultime trattative i referenti erano invece più interessati a speculazioni e business, loro invece sono concentrati sull’aspetto calcistico ed era proprio questo che cercavamo. Noi siamo interessati a chi ha voglia di investire nel mondo del calcio per fare grande il Rimini”.

De Meis conosce i nomi delle realtà con cui il gruppo arabo collabora, ma non può rivelarli per il patto di riservatezza firmato all’inizio della trattativa.
“Chiunque fa un business legato a trattative che hanno una visibilità mediatica fa in modo che il suo nome non venga fuori per non avere ripercussioni negative in termini d’immagine se poi la trattativa non dovesse andare a buon fine. È così che funziona”.

Perché proprio Rimini?
“Perché Rimini è una delle città italiane più conosciute al mondo e loro non sono alla ricerca di una metropoli”.

Quali sono i loro progetti?
“Sono interessati a un progetto per la prima squadra che sia il più possibile ambizioso. I loro obiettivi sono di altissimo profilo sia a livello di investimenti tecnici che strutturali”.

Non si parla solo di prima squadra…
“Loro specificatamente vogliono fare un lavoro di marketing internazionale, aprendo nel mondo diverse basi dell’Accademia Rimini. Gli piace l’idea di un prodotto made in Italy. Quando parliamo di Accademia Rimini non ci riferiamo solo al nostro settore giovanile, nel progetto vengono contemplati anche stage di ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo sia a Rimini che nelle sedi estere”.

A che punto è la trattativa?
“La trattativa è ben avviata e un’intesa sul primo passo, la cessione del 50% delle quote, è stata trovata. L’accordo c’è sia a livello economico che di programmi della società. Da lì a sottoscrivere il contratto ci sono tutti i punti interrogativi che una trattativa complessa come questa comporta. Da parte mia c’è comunque fiducia perché mi trovo di fronte persone che possono potenziare il progetto Rimini e con le quali si parla esclusivamente di calcio. Cercavo qualcuno che desse un senso ai sacrifici fatti negli ultimi due anni per uscire da una situazione drammatica. Loro questo requisito lo hanno e se la trattativa dovesse concludersi potrò dire di aver trovato ciò che cercavo. Certo la parte contrattualistica è più complessa perché parliamo di un accordo internazionale, tra Paesi con leggi e regole diverse”.

Qual è la tempistica prevista?
“La prossima settimana decideremo se la parte contrattualistica sarà redatta in Italia o a Dubai.
E se tutto procederà per il meglio tra 10 giorni ci metteremo seduti a un tavolo con i loro avvocati e i loro commercialisti, non so se qui a Rimini, a Roma o a Dubai, per iniziare a preparare i contratti”.

Resterà lei il presidente?
“Si lavorerà su due presidenti, uno per parte”.

Cambiando argomento, nella nota arrivata mercoledì sera in redazione la Luukap Ltd ha fatto riferimento ad un incontro avvenuto al Grand Hotel Des Bains di Riccione martedì 10 novembre tra lei ed il Director della società inglese, Goldoni. Cosa ci può dire di quell’incontro?
“Hanno chiamato il mio avvocato, chiedendomi se c’era l’opportunità di incontrarmi di persona per chiudere i contenziosi legali. Loro erano alloggiati al Grand Hotel di Riccione, che è a 500 metri da casa mia, e li ho raggiunti lì. Ho quindi detto loro di parlare con i miei avvocati, con i quali non hanno trovato un punto di incontro.

Non ci siamo mai seduti a trattare, anche perché il clima che è stato creato non è certo un clima in cui si possano fare trattative (tra l’altro questa mattina sono state discusse le altre due cause, nelle prime due il Tribunale di Bologna ha dato ragione al Rimini, ndr).

Ad oggi non c’è nessuna trattativa con Luukap Ltd prima di tutto perché c’è un’altra trattativa che è molto più importante. Io, del resto, la loro proposta l’ho letta in Internet e in una mail che mi hanno inviato solo ieri sera (mercoledì, ndr)“.