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Speciale Garden

Bimbi: il nuoto e i suoi benefici. Tutti i consigli ai genitori

In foto: Un momento di gioco durante il corso di Acquaticità al Garden
Un momento di gioco durante il corso di Acquaticità al Garden
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
mer 11 nov 2015 09:00 ~ ultimo agg. 13 nov 10:44
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“Il nuoto è uno sport completo”: è diventato una specie di adagio che ripetono da sempre mamme e pediatri. Un mito che non è stato ancora sfatato e che rimane sempre attuale.

I benefici del nuoto

C’è chi del nuoto ha fatto la sua vita, prima una passione, poi un lavoro. E’ il caso di Giorgia Sabatino, una storia cominciata proprio nella vasca del Garden undici anni fa. Oggi è la coordinatrice del settore nuoto al Garden, istruttrice di nuoto, salvataggio, istruttore di Acquagym e personal trainer in palestra. “Come molti riminesi ho imparato qui a nuotare. – racconta con orgoglio – Sono entrata nella squadra agonistica del Garden quando avevo sei anni e ci ho nuotato fino ai 18. Poi è inniziato il lavoro qui: a 20 anni, quando ancora studiavo, come salvataggio”.

Sui benefici del nuoto Giorgia conferma: “Il nuoto va a toccare ogni funzionalità del corpo ed aiuta a strutturare il fisico. Ho visto cambiare l’atteggiamento dei bambini rispetto al nuoto negli anni. – spiega l’istruttrice – In generale, abbiamo assistito a periodi in cui i bambini sembravano aver perso la spinta verso l’attività fisica, non si muovevano abbastanza, col risultato che il numero degli obesi era in crescita. Adesso vedo di nuovo questa attrazione per lo sport da parte degli stessi bambini e ragazzi”.

Come cambiano gli esercizi in base all’età

Secondo Giorgia in questi anni è cambiato l’atteggiamento dei genitori nei confronti di questo sport. Sembrano essere diventati più consapevoli dell’importanza di questo allenamento in chiave di sicurezza, riconoscendo l’approfondimento necessario prima di poter davvero dire che il bambino sa nuotare.
Un percorso che può iniziare davvero presto, col corso Aquarello.

“Si può partire coi neonati dai tre mesi di vita. Fino a questa età, infatti, i bambini non vedono bene, e, non avendo ancora fatto le prime vaccinazioni, rischiano di ammalarsi subito. Questo corso ha una valenza importante per il genitore che col bimbo entra in acqua e vive con lui questa esperienza: il piccolo è stato per nove mesi nell’acqua nel grembo materno, ha passato più tempo dentro l’acqua che fuori, dunque gli viene naturale”, osserva l’istruttrice. Si tratta di un corso in cui si fanno le prime immersioni, i primi movimenti, il riconoscimento degli oggetti, dei materiali: la vasca usata al Garden per i bimbi piccoli è piena di colori e giochi. Poi si passa al corso successivo, dove si iniziano a fare i primi spostamenti e l’autogestione in acqua: E’ una sorta di ambientamento, cui partecipa anche il genitore, non è ancora un vero e proprio corso di nuoto” spiega Giorgia.

Si passa poi alla fase vera e propria dell’acquaticità. “In questa fase non c’è più il genitore in acqua, e si vanno a sviluppare le prime capacità coordinative. Si fanno le prime immersioni, si impara a sbattere le gambe si fanno le prime bolle (e anche le prime bevute) si sperimentano le prime paure. Qui ci si confronta con la parte più difficile: la respirazione in acqua. I bambini sono facilitati, rispetto agli adulti, ad impararla”.

Finita l’acquaticità, quando il bambino è autonomo, e ha imparato a fare i primi scivolamenti da prono e da supino, le prime propulsioni con le gambe e abbozzi di bracciate, si passa al primo vero e proprio corso di nuoto. “In questa fase siamo ancora nella vasca didattica e partiamo con le prime tecniche. Tutto chiaramente è molto rudimentale, perchè mancano ancora certe capacità coordinative che verranno acquisite col tempo. Una volta che il bambino ha acquisito una certa autonomia, viene portato in vasca grande”. A questo punto parte la fase della tecnica, della respirazione e dei vari stili, le virate, i tuffi. I corsi vengono divisi in principianti, intermedi ed evoluti. Se, verso i sei anni, il bambino mostra delle attitudini particolari per il nuoto, si propone alla famiglia di inserirlo nella preagonistica con i tecnici federali Sonia Polverelli e Franco Cavina. La fase successiva è quella agonistica mentre dai 25 anni in su c’è la squadra Master, seguita dai tecnici Alessandro Fuzzi e Marco Squadrani.

L’orario dei corsi è pensato per venire incontro alle famiglie. Si parte alle 16 al pomeriggio, con l’ultimo corso in programma alle 18.15, con tutti i livelli, sia in vasca grande che in vasca piccola. Tra gli orari più richiesti quelli delle 16 e 45 e delle 17 e 30, scelto da molti i cui figli fanno il tempo prolungato a scuola. I corsi ci sono anche al sabato, mentre alla domenica spazio al nuoto libero.

Vasca grande, vasca piccola: il dilemma dei genitori

Al Garden, dunque, l’approccio che si sceglie, a differenza di altre realtà, è quello della vasca didattica prima dell’approdo in quella grande. Quali sono i vantaggi di questa scelta?

“Mandare un bambino a nuotare direttamente in vasca grande per me è come mandarlo a scuola a tre anni e insegnargli a leggere. – spiega Giorgia – Quando si inizia il percorso, il bambino ha paura, ha un senso di pericolo nei confronti dell’acqua e queste paure, invece che venire superate naturalmente, possono accrescersi portando il bambino subito nella vasca grande. Può esserlo per gli adulti, figuriamoci per i bambini: per me devono andare in vasca grande quando hanno acquistato sicurezza. Noi insegnamo anche la gestione di questa sicurezza al bambino e cosa deve fare quando è stanco e non tocca. Soprattutto vivendo in una città di mare”.

Il coinvolgimento dei genitori: i suggerimenti dell’istruttrice
Qual’è il grado di coinvolgimento giusto per i genitori nei momenti di sport dei figli? “Ci vuole la giusta via di mezzo – osserva Giorgia – Ci sono genitori molto invadenti e altri che sono l’esatto opposto. Il bambino si sente appagato quando viene guardato fare le attività dal genitore e al Garden c’è la possibilità di farlo, dalle grandi vetrate che si affacciano sulla piscina. La presenza del genitore fuori dall’acqua è fondamentale. Se però è troppo apprensivo, e magari tende a soppiantare l’istruttore, meglio se se ne sta da parte. Un tipo di esperienza secondo noi molto positiva è quella dell’allenamento in contemporanea in piscina: ci si cambia insieme negli spogliatoi, e poi ognuno va a fare il suo corso di nuoto”.

Infine, l’autonomia. Il nuoto, con la gestione del pre e dopo piscina, costituisce un grande esercizio di autonomia per i bambini. Al Garden c’è uno staff di appoggio che aiuta i bambini ad accedere alla piscina e a gestirsi nel fare la doccia quando si finisce il corso: “li monitoriamo, lasciando però loro autonomia e gli insegniamo a fare la doccia da soli”.

 

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di Roberto Bonfantini