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Attualità Nazionale

Hotel vs internet. Vincono gli albergatori: potranno fare prezzi più bassi rispetto ai siti di viaggi

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di Lucia Renati   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 7 ott 2015 09:49 ~ ultimo agg. 11:59
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La tariffa più conveniente non sarà più esclusiva dei grandi portali online. La Camera dei deputati, ieri, con un emendamento al ddl concorrenza, ha abolito la parity rate, ossia le clausole che vincolano gli alberghi a non offrire, sia on line che off line le proprie strutture a prezzi e condizioni migliori rispetto a quelle inserite sui grandi  portali di prenotazione delle agenzie di viaggio on line (sono 2.200 gli esercizi alberghieri in provincia di Rimini, per un totale di quasi 75mila camere disponibili).

Il governo inizialmente si era opposto in commissione, ma il deputato riminese del Pd Tiziano Arlotti ha portato il provvedimento in aula. A Montecitorio ieri sera è stato un plebiscito, praticamente tutti i gruppi, da destra a sinistra.  Chi trova una stanza su Booking, il colosso mondiale delle prenotazioni, aveva una certezza: la tariffa indicata dal sito era la più bassa del mercato. Una clausola da sempre criticata dalle associazioni di categoria, soprattutto dalla Federalberghi, che la giudica una norma capestro a favore delle multinazionali della prenotazione.

Cosa succede da domani? Per ora nulla, per aspettare di vedere offerte migliori sui singoli siti degli alberghi bisognerà aspettare l’approvazione del Senato. A quel punto la norma sulla parità tariffaria, contenuta nei contratti tra Booking e gli hotel, sarà nulla.

I numeri spiegano l’importanza della partita: il mercato delle prenotazioni online (non solo alberghiere) vale circa quattro miliardi l’anno. Soltanto attraverso Booking.com in Italia si effettuano sette milioni di prenotazione all’anno. Grande soddisfazione da Federlaberghi.

L’articolo su ‘La Stampa’ on line:

http://www.lastampa.it/2015/10/06/italia/cronache/vincono-gli-albergatori-potranno-fare-prezzi-pi-bassi-rispetto-ai-siti-di-viaggi-HJ7K083zLC6NG6ud6h8rjK/pagina.html

l’emendamento al Disegno di Legge Concorrenza che elimina il cosiddetto parity rate, approvato ieri alla Camera con 434 voti favorevoli e  4 contrari.

Il commento di Arlotti: “Ho sempre considerato questi vincoli contrattuali alla stregua di un incontro pugilistico, dove salivano sul ring un peso massimo contro un peso leggero. Ma questi vincoli rappresentano anche un limite alla concorrenza e al prezzo finale che viene applicato al turista. Mediamente la commissione delle grandi piattaforme si aggira attorno al  20%. Quindi un onere che grava sull’albergatore e sul cliente e che la Francia (nostra concorrente) ha bandito con l’approvazione della  Legge Macron inserendo un apposito articolo nel Codice del Turismo francese lo scorso agosto. Avere riconosciuto una regola valida per tutti gli operatori che stabilisce il diritto di determinare liberamente le condizioni di offerta dei propri servizi senza alcun vincolo di accordo o tariffa rappresenta l’essenza della libertà imprenditoriale, che sicuramente si riverserà positivamente sull’impresa ricettiva (sono 2.200 gli esercizi alberghieri in provincia di Rimini, per un totale di quasi 75mila camere disponibili) e sul cliente che potrà avere offerte più vantaggiose”.