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Ricostruire Kobane, il Consiglio comunale approva l’OdG

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
gio 30 lug 2015 14:24
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Con 17 voti favorevoli e 5 astenuti, nella seduta di martedì 28 luglio il Consiglio Comunale di Rimini ha approvato il secondo Ordine del Giorno in sostegno alla popolazione di Kobane e all’esperienza del confederalismo democratico del Rojava dal titolo “Ricostruire Kobanê” presentato dai consiglieri comunali Fabio Pazzaglia e Savio Galvani.

L’approvazione dell’Odg su Kobane, il secondo dopo quello approvato il 13 novembre e frutto di un lavoro di diverse realtà riminesi, non rappresenta un simbolico atto di amicizia e solidarietà verso un popolo lontano, che in fondo non ha ripercussioni sul nostro territorio, con la logica caritatevole ed assistenzialista con cui viene concepita la cooperazione internazionale.

Questo è un atto politico importante che parte dalla società civile e dalle amministrazioni comunali per costruire una rete tale da accrescere, anche a livello nazionale, una posizione di politica estera che sia consapevole e chiara sulla questione Curda, garantendo supporto sia sul piano operativo attraverso il sostegno ad eventuali progetti che dovessero nascere nella Rojava, ma soprattutto politico nella richiesta di un corridoio umanitario e di cessazione delle aggressioni della Turchia in primis e dell’ISIS.

 

Da dove nasce il nuovo OdG

Oggi il Rojava non solo si deve difendere dagli attacchi dell’ISIS, ma anche dagli attacchi della Turchia, ed è compito della Comunità internazionale chiedere allo Stato NATO posizionato alle porte del Medioriente di fermare subito la propria azione contro il popolo Curdo.

Questo ordine del giorno ha il principale compito di contribuire a questo dibattito a livello nazionale, di dare solidarietà alla Rojava e al popolo curdo tutto, attraverso il sostegno a progetti di cooperazione e la costruzione di Rapporti di Amicizia tra il Comune di Rimini e le municipalità curde, e di spingere affinché si attivi un corridoio umanitario nella Regione.

 

Di seguito il testo dell’Ordine del Giorno approvato “Ricostruire Kobanê”:

 

Ricostruire Kobanê

Premesso

che in data 13 novembre 2014 è stato approvato a larga maggioranza e senza voti contrari un ordine del giorno per il sostegno alla comunità di Kobanê e al popolo Curdo che era ed è oggetto di attacchi da parte delle forze armate dell’ISIS, provenienti da più parti del territorio Siriano e dalla Turchia attraverso gli sconfinamenti dal versante nord;

che, in particolare, si assumevano i seguenti impegni:
– esprimere solidarietà a Kobanê e sviluppare iniziative di solidarietà dando a questo esperimento democratico una possibilità in più;
– chiedere al Governo Italiano di supportare la richiesta di apertura di un corridoio umanitario ed inviare gli aiuti umanitari già annunciati, affinché l’Italia – forte del semestre italiano in Europa – svolga un ruolo decisivo per fermare l’ISIS anche attraverso l’invio immediato di aiuti umanitari in soccorso delle popolazioni colpite e per incentivare i processi di democratizzazione e autodeterminazione del popolo curdo;
– chiedere al Governo Italiano di riconoscere l’autonomia Kurda e promuovere nel parlamento Europeo l’autodeterminazione del popolo kurdo;
– chiedere la cancellazione dalla black list internazionale del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, oggi ingiustamente equiparato ai terroristi, e la liberazione immediata di Abdullah Öcalan, il fondatore e leader storico dei guerriglieri curdi.

Preso atto

che solo parzialmente è stato possibile realizzare gli impegni che si sono indicati nell’OdG, nonostante sia stato alto il sostegno materiale e concreto di diverse associazioni non governative che hanno sostenuto con ogni mezzo la lotta di liberazione di Kobanê, assunta come simbolo e baluardo contro le barbarie e le violenze di ogni genere;

Considerato

che per mezzo della partecipazione attiva di donne e uomini che hanno combattuto strenuamente, la città di Kobanê può dirsi liberata dall’oppressione diretta da parte degli integralisti islamici, anche se la città è ancora oggetto di frequenti attacchi terroristici kamikaze (come quello accaduto il 20 luglio scorso) che rendono incerta la ripresa della vita ordinaria nella città e la sua stessa ricostruzione (oltre l’ottanta per cento degli edifici è andato distrutto dai bombardamenti);

che dei 525.000 civili del Cantone di Kobanê, solo 25.000 risiedono attualmente all’interno di Kobanê. Dei rimanenti civili, 200.000 sono al momento intrappolati in Turchia e il resto è sparso in diversi paesi. Sono tutti in attesa di tornare alle proprie case. Al fine di facilitare un sereno rientro dei rifugiati nelle loro legittime case, occorre superare una serie di ostacoli;

che la città è piena di bombe inesplose e mortai. I bambini giocano in strada accanto alla reale minaccia rappresentata da tali bombe. Solo nell’ultima settimana, 6 persone sono morte a causa di queste bombe. Nei villaggi circostanti Kobanê, ISIS ha lasciato le case piene di esplosivi mortali, il che rende molto difficile per le forze di liberazione procedere in modo efficace. Fino a che tutte le bombe e gli esplosivi non saranno rimossi da Kobanê, la città e i villaggi non saranno sicuri, e i rifugiati che vivono nei campi in Turchia non potranno tornare alle loro case;

che il progetto del Rojava ha avuto ufficialmente inizio il 27 gennaio 2014, ma ha dovuto affrontare un embargo fin dal gennaio 2013 contro i tre cantoni democratici di Kobanê, Afrin e Cezire.

Giunge con forza la richiesta alla comunità internazionale della sua revoca immediata poiché sta ostruendo la ricostruzione di Kobanê. Infatti, senza un corridoio umanitario che consenta di fornire materiale medico e altri aiuti così come materiali per la ricostruzione, Kobanê non può essere ricostruita.

Il Consiglio Comunale condanna fermamente ogni attacco determinato a colpire la popolazione civile ed in particolare esprime solidarietà alle popolazioni curde di Suruç, distretto di Urfa, dove sono stati presi di mira circa 300 membri della Federazione delle associazioni della gioventù socialista, dove un’esplosione ha trasformato il giardino del Centro culturale Amara in un bagno di sangue; il bilancio è di 32 morti, la maggior parte ragazzi. Erano in partenza per Kobanê, dove avrebbero voluto costruire una biblioteca, ripiantare un bosco, mettere in piedi un campo giochi. Sogni spazzati via dall’esplosione. Dopo 45 minuti dall’attacco di Suruç, un’altra esplosione a Kobanê davanti all’Asayis di Kobanê ha ucciso alcuni membri dello YPG.

Il Consiglio comunale, inoltre, impegna il Sindaco e la Giunta ad attivare percorsi di affratellamento con la comunità di Kobanê, derogando anche dai limiti statuari sulle città gemellate con il Comune di Rimini.

A promuovere progetti di cooperazione internazionale per il sostegno umanitario e di sostegno alla ricostruzione di Kobanê.

A sollecitare il Consiglio dell’Unione Europea e la Commissione europea affinché promuovano azioni concrete verso la Turchia su tutti i capitoli bloccati, rivitalizzando il negoziato e in particolare la immediata riapertura dei negoziati sui capitoli 23 (Sistema Giudiziario e Diritto) e capitolo 24 (Giustizia, Libertà e Sicurezza).

Firma: Rimini con il popolo curdo

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