Indietro
venerdì 19 aprile 2024
menu
Blog/Commenti Rimini

Le regole del gioco

In foto: Il murale alle Celle
Il murale alle Celle
di Maurizio Ceccarini   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
gio 2 lug 2015 18:45 ~ ultimo agg. 3 lug 20:23
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min Visualizzazioni 2.177
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Calma, calma. Abbassate i vostri fucili a pallettoni anti bacchettoni: non è una critica ai contenuti. E’ che sulla campagna “Saluti da Rimini” (nel caso di Castel Sismondo “salumi”, dando così finalmente corpo a una storica battutaccia che facevamo da bambini) si è passati subito a dividersi sui temi senza soffermarsi sulle regole del gioco.

Intanto, ingaggiare Maurizio Cattelan per far parlare di Rimini è un “ti piace vincere facile” da manuale. Così come da manuale del marketing è stata la tempistica: un giorno di creazione di attesa su media e social network, giocando sul “provoco ma mica sto provocando”, e poi l’attuazione prima che l’attenzione scemasse.
uno dei "saluti"E in tema di vincere, questa è una partita che ha già il suo vincitore designato. Avanzare critiche e perplessità davanti alla risposta preventiva “questo è Cattelan, questa è arte contemporanea” è come giocare a calcio contro una squadra che, per sicurezza, ha smontato la propria porta: dopo un po’ non si sa più dove tirare.
Ma anche abbandonare la partita è difficile. Non è un’installazione in un museo, che uno può scegliere di visitare o no. E’ una provocazione “imposta” perché chiunque passa per Rimini da qui a settembre ne diventa un visitatore suo malgrado.
Provocazioni dove ognuno può vederci Rimini con la sua chiave di lettura, si è detto. Accettando però anche il “no grazie”, come si conviene a una città cordiale e accogliente. E se qualcuno ritiene che la risposta migliore sia una bella alzata di spalle (quanto potrebbe esserci di più provocatorio oggi, 2 luglio, a Rimini?) non sarà un problema. Anche perché i principali destinatari del messaggio, piuttosto che turisti e riminesi, sono i media: il primo risultato citato è appunto “oggi si parla di Rimini nel mondo”.


Personalmente di Rimini non ce ne vedo così tanta, in fondo erano erano immagini nate per altro. I colori vintage e gli accenni all’edonismo anni ’80? La Rimini pop la vedo, anzi la sento in “Rimini Ouagadougou” di Lu Colombo, che proprio nel 2015 celebra i trent’anni.  La Rimini raccontata in forma moderna la vedo nel murale con la scena del “mare d’inverno” comparso qualche settimana fa nel sottopasso della Sacramora alle Celle, opera di giovani writers nell’ambito del progetto di riqualificazione degli spazi urbani. Non aggredisce l’occhio, non lancia messaggi forti, non mira alle prime pagine E’ un’immagine semplice, gradevole e a me piace passarci davanti e in quei pochi secondi pensare al mare anche di fronte a quel muro di cemento. Anche questa è arte contemporanea o lo è solo l’arte studiata ad arte per far parlare di sé e sconvolgere i benpensanti?