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Attualità Politica

Il regolamento sulle unioni civili mette d'accordo Pd e M5S

In foto: I consiglieri Mattia Morolli (PD) e Carla Franchini (M5S)
I consiglieri Mattia Morolli (PD) e Carla Franchini (M5S)
di Redazione   
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mer 1 apr 2015 14:47 ~ ultimo agg. 14:48
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Il regolamento per le unioni civili mette d’accordo, cosa quanto mai rara, Pd e Movimento 5 Stelle di Rimini. L’atto, che scrivono i proponenti “nasce con l’intento di evitare discriminazioni“, è stato questa mattina al vaglio della I commissione e ha ottenuto il voto favorevole dei grillini e dei consiglieri del Partito Democratico. Contrario il PdL. Arriverà in consiglio comunale subito dopo Pasqua.

Il regolamento prevede che l’Amministrazione comunale rilasci, su richiesta degli interessati, l’attestato di “unione civile basata su vincolo affettivo”, inteso come reciproca assistenza morale e materiale. Possono richiedere di essere iscritte nel registro delle unioni civili due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Rimini. Chi si iscrive al registro è equiparato al “parente prossimo del soggetto con cui si è iscritto” ai fini della possibilità di assistenza. Il cessare della situazione di coabitazione o di residenza nel Comune di Rimini determina la cancellazione d’ufficio dal registro.

Non è un mero atto simbolico, ma è un atto politico con ricadute concrete, reali – spiega l’assessore ai Servizi al Cittadino Irina Imola -. Si tratta di un documento espressione dell’autonomia comunale, che non va in contrasto con regolamenti sovraordinati e dunque inattaccabile dal punto di vista legislativo. Con questo atto ci avviamo a sostenere le unioni civili in alcuni campi come la casa, l’assistenza sanitaria, i servizi sociali, evitando condizioni di svantaggio economico e sociale. E’ una prima importante risposta alle donne e agli uomini che chiedono semplicemente di avere pari opportunità, in attesa che finalmente si sblocchi qualcosa a livello nazionale”.  Ringraziando i consiglieri per il lavoro fatto l’assessore conclude: “Il dibattito non è dei più semplici, ma le differenze di vedute non possono essere un freno alla nostra democrazia”.