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Attualità Rimini

Rimini e Ancona. Forza Italia su aeroporti e storie diverse

In foto: Aerdorica
Aerdorica
di Redazione   
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mer 18 mar 2015 11:06 ~ ultimo agg. 19 mar 10:40
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Ancona ci ha provato a rilanciare il suo aeroporto sull’orlo del baratro. Rimini no. Da Forza Italia della Provincia di Rimini arriva una serie di riflessioni sul dibattito rilanciato dal blog del direttore de “Il Ponte Giovanni Tonelli” con l’articolo “Volano solo le chiacchiere“. E’ dal parallelismo tra lo scalo marchigiano e quello di Rimini che parte la riflessione di Forza Italia, con lo sguardo già alle amministrative del 2016.

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Il comunicato di Forza Italia:

RACCONTO DI DUE CITTA’

Sul fallimento di Aeradria, sull’avvio stentato di Airiminum, sulle preoccupazioni dei Sindacati, sui Russi che atterrano ad Ancona si è versato un vero e proprio fiume di inchiostro nelle settimane scorse.

Ultimo, solo in ordine di tempo, Giovanni Tonelli che, tolta qualche critica di troppo, centra un punto finora non trattato nella miriade di commenti che sono stati scritti e pubblicati.

Quello che finora non era stato scritto (e che più colpisce) è il proverbiale silenzio assordante della classe politica riminese sulle evidenti differenze tra la gestione della crisi Fellini e di quella del suo vicino di casa, l’Aeroporto di Ancona.

Un coro di voci si è levato verso tutti i protagonisti, contro e a favore, ma nessuno che abbia sottolineato come, nonostante la breve distanza che li separa, i due aeroporti operino in condizioni politico-gestionali molto diverse.

Il fallimento di un sistema, a Rimini, ha trascinato con sè Aeradria e altre due società (RdR e Air) che sarebbero dovute servire per iniettare denari pubblici nel complesso sistema di finanziamento di attività promozionali, volte a mantenere l’attività di alcune compagnie aeree sullo scalo riminese.

Nei giorni scorsi si sono però rincorse diverse voci relative ai contributi che l’Aeroporto di Ancona verserebbe alle Compagnie aeree che quindi ben si guardano, come è giusto che sia, di tornare a volare su Rimini.

Ovviamente non possiamo dare la colpa a loro, né allo scalo marchigiano che ha smentito le voci sull’ammontare del contributo versato alle compagnie, ma non ha negato la loro esistenza.

Aerdorica, fino a due anni fa, era su una china che poteva ricordare molto da vicino quella presa da Aeradria. Il bilancio 2013 si è infatti chiuso con debiti per 37 milioni, 12 milioni di perdite secche e un direttore generale accusato di peculato e truffa.

Una situazione non semplice.

La società passa poi ad un altro direttore che propone un piano industriale volto ad uscire dal pantano in cui Aerdorica si trovava.

E qui avviene la magia che a Rimini non si è mai avverata. Banca Marche accetta di non riscuotere il mutuo per 24 mesi. I creditori accettano pagamenti rateali spalmati su due anni. L’erario concede la rateazione dei debiti tributari, contributivi e comunali.

Una boccata di ossigeno che consente di pianificare in pochi anni il raddoppio dei passeggeri. Nessun libro in tribunale, nessun fallimento, ma solo quello che somiglia ad un concordato fai-da-te.

Il new deal del Raffaello Sanzio, prevede un grande successo per lo scalo con la montagna di debiti ripianati in soli 4 anni.

A Rimini, constatiamo, non è successo nulla del genere. Abbiamo assistito ad un tragico fallimento, una commedia umana di decine di personaggi, con tanto di amministratori accusati di associazione a delinquere, lettere di patronage mai approvate dai Consigli Comunali, società collegate accusate di essere paraventi per trasferire fondi pubblici alle compagnie aeree.

Un complicato gioco societario per tenere in vita un aeroporto e salvare molti nomi noti dalle responsabilità politiche (e non solo) davanti alle quali si sarebbero trovati.

Falconara invece tratta con le compagnie aeree, mentre a Rimini questo avveniva, secondo la Procura, solo tramite società collegate. Non siamo giudici e non ci permettiamo di emettere sentenze, ma ci pare strano che politiche di aiuto pubblico possano essere vietate a Rimini e palesi ad Ancona.

Ovviamente ci saranno risposte tecniche ai nostri dubbi, ma che comunque non fugheranno la nostra principale domanda che è di natura politica.

Perchè nessuno della classe dirigente Riminese protesta?

Nessuno che dica in modo chiaro che Rimini non è Ancona e che non lo è mai stata. Nessuno che faccia notare che la Regione Marche partecipa Aerdorica per l’80%, mentre la Regione Emilia Romagna possedeva solo briciole di Aeradria.

Nessuno che si lamenti della facilità con cui i voli russi possano essere incentivati da quelli che dovrebbero essere semplicemente dei concorrenti alla pari e sono invece in una posizione di netto vantaggio.

La foglia di fico è che ora il rapporto privatistico ENAC/Airiminum è estraneo alla politica, ma prima?

Perchè nessuno dice quello che va detto? Che la politica marchigiana voleva più bene all’aeroporto di Ancona di quanto quella emiliano romagnola ne volesse a quello di Rimini.

Nessuno che sottolinei come un aeroporto situato nell’area turistica con maggiore capacità ricettiva del Paese sia snobbato, come un aeroporto di serie B, su cui gli investimenti devono essere marginali.

Nessuno sa se Aeradria potesse essere salvata, né se Ancona riuscirà nel suo coraggioso piano.

Quello che è certo è che intorno al Raffaello Sanzio si è creato un nucleo portatore di intenzioni virtuose. A Rimini no.

La giustizia deciderà delle responsabilità penali. Gli elettori di quelle politiche.

La prima udienza era quella delle elezioni regionali e abbiamo assistito ad una clamorosa assoluzione.

L’appello è maggio 2016. Speriamo la sentenza sia ribaltata.

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