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La scuola in ospedale per i bambini di oncoematologia

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 3 minuti
lun 19 gen 2015 10:00 ~ ultimo agg. 16:35
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Un progetto per portare la scuola in ospedale ai pazienti che a scuola non ci possono andare per lunghi periodi.

A Rimini la collaborazione tra l’Unità Operativa di Pediatria (servizio di Oncoematologia Pediatrica) dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, l’Associazione “Arop” e l’Ufficio Scolastico Territoriale di Rimini, ha portato al Protocollo d’intesa “Gioco e studio in ospedale”, firmato pochi giorni fa. Lo scopo è garantire anche ai piccoli pazienti dell’ospedale, in particolare quelli di oncometaologia, la possibilità di avere una continuità scolastica anche durante le lunghe degenze.

Per tutta l’età pediatrica, compresa la scuola di secondo grado, i bambini potranno contare sul supporto didattico di insegnanti pensionati e volontari Arop, tutti a titolo gratuito. Oltre al valore sociale del progetto, che vuole anche distrarre i bambini dai loro problemi fisici, Il percorso svolto potrà avere valore effettivo per la validità dell’anno scolastico tramite apposito monitoraggio.

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La presentazione del progetto:

Ammalarsi costituisce per tutti, adulti e bambini, un evento stressante, che, per tutta la durata della condizione patologica, minaccia l’esistenza di chi ne è affetto. Nei bambini, poi, la malattia diventa problematica perché, da un lato contrasta e frena la spinta all’autonomizzazione, tipica dei periodi di crescita, dall’altro crea sentimenti di diversità e di solitudine. In più il bambino onco-ematologico vede il suo corpo cambiare con il posizionamento del catetere venoso centrale, poi lo vede crescere innaturalmente a causa del cortisone, vede aumentare la stanchezza, sovente comparire il vomito e infine la caduta dei capelli.

Il bambino malato diventa “diverso” dagli altri, anche per le diminuite possibilità di comunicazione e di incontro: non si frequentano più i luoghi come la scuola, i campi di gioco e gli amici. L’importanza del confronto fra pari è stata ampiamente riconosciuta dalla letteratura, ma il piccolo paziente con immunodeficenza non può beneficiare di questi incontri. Il ricovero, infatti, modifica le abitudini, riduce gli spazi, diminuisce le normali attività: tutto si svolge fra ospedale e casa.

Per questo motivo è stata studiata una collaborazione tra l’Unità Operativa di Pediatria (servizio di Oncoematologia Pediatrica) dell’Ospedale “Infermi” di Rimini, l’Associazione “Arop” e l’Ufficio Scolastico Territoriale di Rimini, che ha portato al Protocollo d’intesa “Gioco e studio in ospedale”, che è stato firmato pochi giorni fa.
Il progetto è rivolto ai bambini oncoematologici ed ha le seguenti finalità:
–      garantire il diritto all’istruzione dei bambini e delle bambine, ragazzi e ragazze affetti da patologie gravi che determinano lunghi periodi di assenza dalla scuola a causa delle frequenti degenze ospedaliere in regime di ricovero o di day hospital;
-1     offrire, in ospedale, la possibilità di dare continuità all’esperienza scolastica anche con la funzione di “umanizzare” un periodo di sofferenza e di separazione dal mondo frequentato in condizione di salute.

L’obiettivo è quello di provare a dare, ai bambini e ai ragazzi, un momento di “evasione” dal ricovero, per ritrovare un po’ di normalità e di riferimenti. Il confronto con gli insegnanti, che potranno valutare l’attività svolta in ospedale, permetterà di distogliere l’attenzione dalla flebo, dalle medicine, dalla malattia che ha invaso la vita del ragazzo e della famiglia. Fare scuola darà al bambino la possibilità di attivare anche dentro le mura dell’ospedale la sensazione di non essere solo malattia ma di esistere al di fuori di essa.

Con il protocollo ciascun Ente ha definito i propri impegni in maniera ragionata e coerente e, sottoscrivendoli, ha posto le condizioni per far sì che, per tutta l’età pediatrica, compresa la scuola di secondo grado, i piccoli pazienti possano contare sul supporto didattico di insegnanti pensionati, volontari Arop, che, operando in regime di totale gratuità presso la sede dell’Ospedale di Rimini, li aiuteranno nel percorso scolastico. L’esperienza scolastica svolta in ospedale, se inserita nel Piano dell’Offerta Formativa, potrà essere utilizzata nella valutazione del profitto e per la validità dell’anno scolastico. Il progetto sarà monitorato con almeno un incontro annuale acquisita la valutazione del servizio da parte delle famiglie.

Tutto il percorso è stato attivato, per l’Ufficio scolastico, dalla dottoressa Anna Bravi su proposta della psicologa dottoressa Samanta Nucci, responsabile del progetto per l’Arop, e con la collaborazione della dirigente in pensione, ora volontaria Arop, Dott.ssa Maria Iole Pelliccioni che ne è il coordinatore pedagogico. A firmare il protocollo per l’Ufficio Scolastico Territoriale è stata la dottoressa Agostina Melucci (Dirigente Uffici scolastici di Rimini e Forlì-Cesena), che con la collaborazione della dottoressa Franca Berardi, promuoverà il progetto presso i Dirigenti Scolastici e le scuole del territorio. Il direttore della Pediatria dottoressa Gina Ancora, e la responsabile dell’Oncoematologia pediatrica dottoressa Roberta Pericoli, si adopereranno per seguire gli aspetti sanitari e la messa a disposizione degli spazi sede degli interventi. Infine l’Arop, presieduta dal dottor Roberto Romagnoli, erogherà il servizio attraverso i volontari e fornirà i materiali didattici.

L’Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale di Rimini è punto di riferimento dell’intera A.Usl Romagna, e accoglie utenti provenienti dai territori di Forlì, Cesena e Ravenna oltre a quello di Rimini e segue circa 50 nuovi casi l’anno. In provincia di Rimini è già attivo il progetto “Gioco e studio con te”, mediante il quale sono stabilite linee guida e procedure di accesso all’istruzione domiciliare che, inserito nel Piano di Zona per la salute e il benessere sociale, è seguito da un gruppo di progetto interistituzionale che comprende rappresentanti dell’Ufficio scolastico, dell’A.Usl e due dirigenti scolastici referenti per i due distretti: la dottoressa Ornella Scaringi e la dottoressa Sandra Villa.