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Cronaca Rimini

Uno Bianca: 20 anni fa finiva l'incubo

In foto: Fabio (d) e Roberto Savi fotografati il 26 marzo 1996 durante un'udienza del processo per i delitti della Uno bianca a Bologna. ANSA / CIMINO
Fabio (d) e Roberto Savi fotografati il 26 marzo 1996 durante un'udienza del processo per i delitti della Uno bianca a Bologna. ANSA / CIMINO
di Redazione   
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sab 22 nov 2014 15:25 ~ ultimo agg. 23 nov 13:57
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Tra il 22 e il 24 novembre 1994, con gli arresti dei fratelli Savi,  finì per sempre la folle vicenda della banda della Uno Bianca. Rimini non dimentica.

Dichiarazione del sindaco di Rimini, Andrea Gnassi:

“Vent’anni fa, in queste ore, la Romagna e Rimini finalmente si
liberarono da un incubo, lungo più di sette anni, chiamato ‘banda della
Uno Bianca’. Con la sua tragica scia di vittime, rapine, terrore e
l’altrettanto drammatico finale, allorché si scoprì che dietro a quel
gruppo di criminali sanguinari stavano uomini di legge e in divisa.

I processi sono stati celebrati e le condanne inflitte; i parenti delle vittime e chi porta con sé ogni genere di cicatrice di quella furia allucinata hanno ricevuto giustizia, anche se non c’è mai sufficiente giustizia per la morte di innocenti, a sangue freddo. Quel che resta da dire e da fare, a tanti anni di distanza da quel freddo giorno di fine novembre 1994 allorché si aprì lo squarcio decisivo, è riconoscere il giusto merito nei confronti di chi ebbe la tenacia e l’intelligenza di indagare là dove era impensabile. Furono molte donne e uomini, nella Magistratura, tra la Polizia, tra le forze dell’ordine che comunque con il loro lavoro riscattarono agli occhi dell’Italia l’onore della divisa e delle istituzioni, sporcate da quella cellula assassina. La città di Rimini le ringrazia , così come ringrazia quelle persone che ebbero la sventura diretta di subire le drammatiche aggressioni della banda della Uno Bianca e decisero di continuare a testimoniare il dolore personale e chiedere ancora per molti anni quella verità che corre insieme alla giustizia, e su cui si costruisce il senso di comunità. Rimini è grata verso l’allora sostituto procuratore Daniele Paci e verso i due agenti di Polizia Luciano Baglioni e Pietro Costanza che individuarono la pista investigativa giusta. Rimini non dimentica loro, così come non dimentica gli altri protagonisti grazie ai quali, proprio oggi a due decenni di distanza, è possibile ricordare le giornate tra il 22 e il 24 novembre 1994 come quelle in cui sulle strade della Romagna finì per sempre il folle viaggio omicida di un pugno di assassini”.