Indietro
menu
Attualità Lavoro

Mercato del lavoro. In calo gli avviati, il tempo indeterminato è una chimera

In foto: repertorio
repertorio
di Andrea Polazzi   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 5 nov 2014 12:38 ~ ultimo agg. 6 nov 11:09
Facebook Whatsapp Telegram Twitter
Print Friendly, PDF & Email
Tempo di lettura 2 min
Facebook Twitter
Print Friendly, PDF & Email

Ristagna il mercato del lavoro in provincia di Rimini. Almeno secondo i dati diffusi dai Centri per l’Impiego e aggiornati al terzo trimestre 2014, il più rilevante sul territorio visto che ricomprende i mesi estivi.

Nonostante questo risultano in lieve calo sia il numero di assunzioni (18.322 contro le 18.391 del 2013) sia il numero di persone assunte (15.269 contro 15.613). Lievi scostamenti, ma comunque significativi di una difficoltà persistente.

I primi nove mesi dell’anno chiudono con un leggero aumento degli avviamenti (+0,5%) ma con un calo degli avviati (-0,8%). A rendere più preoccupati questi numeri sono poi le cessazioni: dei 78.548 rapporti di lavoro avviati da gennaio a settembre, infatti ben il 76,2% era già terminato prima di ottobre. Un dato in crescita di oltre un punto percentuale rispetto ad un 2013 che già era stato uno degli anni peggiori.

Avviamenti, avviati, cessazioni

avviamenti

 

 

 

 

 

 

 

I settori più in salute sono la manifattura (+14,4% di assunzioni) e le attività agricole (+11,5%). Mentre segnano il passo costruzioni (-12,7) e attività commerciali (-8%). La parte del leone, come detto, è però alla voce “settore turistico – ricettivo” dove si concentrano oltre la metà degli avviamenti in provincia: qui i dati non si discostano di molti rispetto all’anno scorso che però aveva segnato un calo di assunzioni del 15% rispetto al 2012.

Settori

settori

 

 

 

 

 

 

In termini di nazionalità si registra un calo del 3% della presenza straniera mentre si segnala un aumento degli avviati provenienti da fuori provincia a fronte di un calo dei riminesi.

Calano sensibilmente anche le “dichiarazioni di immediata disponibilità” (da 13.235 a 11.409, – 13,8).

La tipologia più frequente di contratto è quello a tempo determinato (65,6%) seguito da quello a chiamata (13,6), entrambi in lieve diminuzione. Residuali gli altri con il tempo indeterminato che resta sempre più un “sogno” realizzabile per pochi: appena il 5,2% con un calo dello 0,7 rispetto al 2013.

Tipologie contrattuali

 

tipologia