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Rimini Social

Connessi o disconnessi: adolescenti a rischio

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 4 minuti
ven 7 nov 2014 09:44 ~ ultimo agg. 11 nov 15:41
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L’adolescenza è una fase delicata del ciclo vitale in cui si definisce l’identità sessuale, in cui avviene la trasformazione del rapporto con i genitori, l’inserimento nel gruppo dei pari e l’avvio di relazioni sentimentali e sessuali.
E’ un momento di transizione che non per tutti gli adolescenti avviene allo stesso modo ed è legato all’interazione tra l’individuo e il contesto.

Pensare a questo periodo solamente come ad una condizione di disagio e sofferenza è molto limitante. Riflettere invece sui profondi cambiamenti legati ai compiti di sviluppo che l’adolescente si trova ad affrontare significa riflettere sull’importanza che il ragazzo non venga lasciato solo a vivere questo momento così particolare.
Riorganizzare il concetto di sé, ampliare gli interessi personali e sociali, costruire un’identità sono tutti compiti di sviluppo che portano l’adolescente ad affacciarsi alla vita adulta acquisendo le diverse autonomie.
Gli adolescenti hanno bisogno di essere aiutati soprattutto per non incorrere in comportamenti a rischio che riguardano soprattutto due aree principali; la partecipazione alla vita sociale attraverso le relazioni con gli adulti e con i pari e la costruzione della propria identità.

L’instaurarsi di relazioni con i coetanei e gli adulti può far emergere comportamenti a rischio quali: consumo rituale di alcol, tabacco,marijuana e comportamenti aggressivi.

 

Nel processo invece di costruzione dell’identità, i comportamenti a rischio riguardano; l’acquisizione e l’affermazione della propria autonomia, il conseguimento dello status di adulto ( anticipando comportamenti che nell’adulto sono considerati nella norma come fumare, bere alcol ed avere rapporti sessuali), la trasgressione e il superamento dei limiti.
Anche l’utilizzo degli strumenti tecnologici potrebbe far scaturire situazioni rischiose; alla disinvoltura con la quale vengono utilizzati i nuovi strumenti non corrisponde sempre una piena percezione dei rischi nei quali ci si può imbattere e degli accorgimenti da mettere in atto per prevenirli o affrontarli.
Internet e le tecnologie digitali hanno un ruolo importante nelle relazioni e nella comunicazione e difficilmente gli stili di vita degli adolescenti possono prescindere da un approfondimento dell’utilizzo dei media che accompagnano quotidianamente, per molte ore della giornata, una parte considerevole delle attività svolte dai giovani nel tempo libero ma non solo.

 

Così come è importante, per i comportamenti a rischio sopra menzionati, mantenere un dialogo aperto con gli adolescenti sia in famiglia che a scuola (con particolare attenzione alle abitudini) ed agire preventivamente sensibilizzando gli adolescenti parlando loro con chiarezza dei possibili effetti per la salute di alcuni comportamenti a rischio, allo stesso modo è necessario costruire un rapporto di fiducia e di dialogo con gli adolescenti parlando di ciò che fanno in rete e dei comportamenti da mettere in atto nelle situazioni a rischio.
Un computer è una” porta sul mondo”; attraverso la porta si può entrare ed uscire e si può permettere a chiunque di entrare.
E’ uno strumento di lavoro che può aiutare e che può anche permettere di passarci del tempo, ma diventa anche una porta- finestra che ci permette di collegarci con chi sta dall’altra parte del mondo o di fare ricerche su argomenti di studio o visitare siti ricchi di storia e di cultura.
Ma possiamo entrare in contatto anche con chi dice di essere una persona, mentre in realtà è un’altra, di entrare in siti pericolosi di vendita di sostanze, di sesso a buon mercato, di pornografia e pedofilia.

 

Sarebbe utile che i genitori affrontassero il tema della selezione e dell’attendibilità delle informazioni online, delle cautele da adottare nella condivisione di immagini e informazioni personali, delle conseguenze della pubblicazione di contenuti compromettenti o illegali, che sapessero se il proprio figlio ha un profilo facebook, che cosa ha messo in rete per presentare se stesso, quali foto, chi sono i suoi amici ed altro.
L’uso di internet viene spesso considerato come una causa dell’isolamento sociale; gli adolescenti preferiscono trascorrere le loro giornate davanti al computer limitando il più possibile le relazioni faccia a faccia.
In letteratura, ad esempio, sono presenti studi che supportano l’idea che internet favorisca dei contatti non approfonditi con persone anche sconosciute e lontane e quindi pur estendendo quantitativamente i legami sociali dei giovani, rischi di intensificare una “socialità debole”, contribuendo a fare di loro degli esseri socialmente isolati nel mondo offline.

 

Vuoi vedere che viviamo connessi con chi non c’è e non ci accorgiamo di chi ci sta vicino, magari seduto di fianco a noi, sullo stesso tavolo, a mangiare con noi o sul divano a guardare la tv?
Connessione virtuale, diciamo. Il mondo virtuale. E il mondo reale?
Se “perdiamo la connessione” con i nostri familiari ( la moglie, il marito, i figli) e con gli amici come facciamo a non perderci? E se ci perdiamo come facciamo poi a ritrovarci?
Sarebbe inoltre importante distinguere cosa significa saper usare una macchina dal punto di vista tecnologico e dal punto di vista della maturità intellettiva ed affettiva.

 

Un ragazzino di 12,15 o 18 anni è molto capace dal punto di vista tecnologico ma non ha la maturità necessaria per valutare consapevolmente l’uso che ne può fare.
I figli, per crescere, hanno bisogno della protezione dei genitori; per tale motivo sarebbe importante fissare un tempo massimo da passare davanti al computer così come collocare il computer nella stanza in cui sono presenti gli altri membri della famiglia.
Lasciare il proprio figlio a “girare” su internet da solo a 12 anni ( o più) non è molto diverso dall’andarsene a passeggio, da solo alle due di notte in una grande città.

 

Annamaria Albani – Psicologa e Psicoterapeuta.