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Attualità Nazionale

Tagli ai patronati. L'appello di Arlotti e Petitti: 'Sarebbe un costo maggiore per lo Stato'

In foto: I parlamentari riminesi Pd Arlotti e Petitti
I parlamentari riminesi Pd Arlotti e Petitti
di Redazione   
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ven 31 ott 2014 13:13 ~ ultimo agg. 1 nov 07:34
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Appello a Renzi e Padoan per salvare i Patronati. I deputati PD riminesi Emma Petitti e Tiziano Arlotti, che insieme ai colleghi hanno sottoscritto una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, per dire no ai tagli delle risorse ai patronati previsti nella Legge di Stabilità.

Nella legge di stabilità, spiegano i parlamentari sono previsti tagli ai patronati per 150 milioni di euro, pari ad un terzo delle risorse a loro disposizione.

“Significherebbe un radicale ridimensionamento dei servizi offerti, a danno dell’amministrazione pubblica e degli utenti” – spiegano i parlamentari Pd – “Si pongono anche questioni di legittimità dei tagli introdotti. Infatti il ‘Fondo patronati’ non viene alimentato da finanziamenti pubblici generici, bensì da una ritenuta d’acconto dello 0,226% sui contributi previdenziali versati dai lavoratori e dalle imprese. In caso di diversa utilizzazione di queste risorse (non più per pubblica utilità) si porrebbero presumibilmente vizi di forma, soggetti a eventuali ricorsi di natura giudiziaria”.

I Patronati sono un fiore all’occhiello del sistema sociale italiano e offrono una serie di servizi e consulenze in materia di previdenza, lavoro e immigrazione che in altri Paesi vengono offerti a pagamento dai privati, sottolineano i deputati.

“Con oltre 21mila uffici e 11 milioni e mezzo di pratiche sbrigate, se i 30 patronati esistenti in Italia oggi chiudessero, la PA dovrebbe spendere 657 milioni di euro per fornire gli stessi servizi a fronte dei 430 milioni spesi dal Fondo patronati”.

L’appello a Renzi e Padoan è quindi di scongiurare i tagli ai patronati previsti dalla Legge di stabilità.

“Punto di riferimento per una variegata serie di cittadini” – concludono i parlamentari – “i patronati hanno dimostrato negli anni la capacità di rispondere in modo qualificato anche alle nuove esigenze del Paese”.