Salviamo la linea ferroviaria per Urbino.
Forse non tutti sanno che è in atto da tempo la soppressione di tante linee ferroviarie storiche di interesse locale mentre, nonostante la crisi economica, si costruiscono o progettano nuove autostrade e perfino torna in auge il ponte sullo Stretto. Nella nostra città, se ci fosse stata maggiore lungimiranza, oggi avremmo due metropolitane suburbane da San Marino e da Novafeltria. Vicino a noi, nel 1987, cessarono, nel silenzio quasi generale tranne la nobile voce di Paolo Volponi, le corse sulla Fano-Urbino. Un’associazione, intitolata alla Ferrovia Val Metauro, non ha però taciuto e in questi anni ha tenuto desta l’attenzione dell’opinione pubblica sulle sorti della linea mantenendone anche in efficienza, con il contributo volontario dei soci, il tratto più panoramico fra Fermignano e Urbino. Ora cerca di coinvolgere i comuni interessati, la provincia di Pesaro e la regione Marche, nell’impresa di evitarne lo smantellamento definitivo.
La questione credo che riguardi anche noi. La Provincia di Rimini, i comuni, la regione Emilia Romagna devono assistere inerti alla scomparsa dell’infrastruttura? Non è possibile che, superando l’assurda regionalizzazione del trasporto pubblico, si collabori a cercare insieme una soluzione? L’uso del treno per raggiungere dalla costa una città d’arte come Urbino, liberandola dall’assedio dei pullman, non interessa nessuno? La possibilità di far correre treni speciali organizzati da agenti turistici, molto frequentati da tedeschi e inglesi, su un itinerario di città d’arte come Ferrara, Ravenna, Rimini e Urbino, deve lasciare tutti indifferenti? Liberare, almeno in parte, le strade dalle auto, dai camion e dai pullman non è una scelta civile? O si pensa che sia meglio occupare altro suolo agricolo e deturpare il paesaggio con l’autostrada Orte-Mestre, il passante bolognese e altre opere cementizie?