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Povera Italia

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
ven 31 ott 2014 15:10 ~ ultimo agg. 4 nov 17:33
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Caritas Italiana ha presentato il Flash Report su povertà ed esclusione sociale relativo ai primi sei mesi del 2014. Punto di riferimento: l’Europa. Quasi il 10% degli italiani (il 9,9%), pari a 6 milioni e 200.000 persone si trova in condizioni di povertà assoluta. Dal 2007, anno dell’inizio della crisi, a oggi la povertà è perciò raddoppiata. Tanto che nelle regioni meridionali si è sempre più di fronte a un “autentico dramma sociale”, con il 14,6% delle persone che non riescono a far fronte alle spese più elementari che garantiscono una vita dignitosa. Sono alcuni dei dati più eclatanti che emergono dal “Flash Report” di Caritas italiana sul fenomeno della povertà in Italia e in Europa, presentato a Roma, in occasione della Giornata mondiale della lotta contro la povertà.

Poveri in Europa
Nel 2012 un totale di 124,2 milioni di cittadini europei erano a rischio di povertà ed esclusione sociale. Sono 9,3 milioni i cittadini europei che soffrono di povertà ed esclusione sociale, in base agli indicatori Eurostat. Rispetto all’obiettivo dell’UE di eliminare il rischio di povertà o esclusione sociale per 20 milioni di persone entro il 2020, i dati riferiti al 2012 ci dicono che solo sei Paesi  hanno raggiunto o appaiono molto prossimi al proprio obiettivo nazionale (Olanda, Repubblica Ceca, Germania, Portogallo, Polonia e Romania), mentre almeno nove Paesi, tra cui l’Italia, sembrano molto lontani dal raggiungimento dell’obiettivo.
L’obiettivo fissato per il 2020 dal nostro Paese è quello di ridurre di 2 milioni 200mila le unità. Nel corso degli anni la distanza dell’Italia dall’obiettivo prefissato è andata aumentando: nel 2010, secondo i dati Eurostat, il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale in Italia era pari a 14.757.000 unità. L’uscita dallo stato di povertà di 2 milioni 200mila persone entro il 2020 porterebbe il totale di persone povere alla cifra di 12 milioni 557mila unità. Ma la situazione è diversa: in termini assoluti, dal 2010 al 2013 i poveri in Italia sono aumentati di 2 milioni 569mila unità: una cifra maggiore dell’obiettivo assoluto di “poveri in meno” previsto dal nostro Paese per il traguardo del 2020. Il Poverty Gap EU-2020, ossia la distanza dell’Italia dall’obiettivo del 2020, è ormai pari ad oltre quattro milioni e mezzo di persone.
Il caso Italia:
una povertà oltre gli argini In Italia nel 2013 le persone in povertà assoluta risultano essere 6 milioni e 200mila; le famiglie 2 milioni e 28mila. L’incidenza della povertà risulta in continua crescita, attestandosi oggi al 9,9% per gli individui e al 7,9% per le famiglie. Dal 2007 (anno che anticipa lo scoppio della crisi) ad oggi i livelli di povertà risultano più che raddoppiati, palesando così tutte le difficoltà di un Paese che non conosce segnali di ripresa.
I dati della statistica ufficiale consentono di evidenziare almeno due elementi: si sta assistendo ad una recrudescenza delle ormai note situazioni di criticità; accanto alle vecchie e irrisolte situazioni se ne aggiungono delle nuove, che definiscono inediti percorsi di impoverimento.
La questione meridionale
Il Sud, che prima della crisi evidenziava situazioni di svantaggio, sembra vivere adesso situazioni di autentico dramma sociale. Oggi nel Mezzogiorno le persone che non riescono a far fronte a quelle spese base, che garantiscono una vita dignitosa, sono il 14,6% del totale (il 12,6% delle famiglie). In termini assoluti si contano in queste aree oltre 3 milioni di incapienti, praticamente la metà dei poveri di tutta la nazione. Tuttavia non è solo il Mezzogiorno a registrare segnali negativi. Le aree del Centro e del Nord in poco più di un lustro hanno visto praticamente raddoppiare il peso dei poveri sul totale della popolazione. Infine, se fino a qualche anno fa le categorie più vulnerabili erano perlopiù le famiglie di anziani, i nuclei con 5 o più componenti, le famiglie con disoccupati. Oggi a queste se ne aggiungono di nuove: nuclei di giovani, famiglie con uno o due figli, famiglie il cui capofamiglia risulta occupato (le cosiddette in work poverty).

 

InformaCaritas