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Il pianeta si sta consumando: cibo, energia e sprechi

di Redazione   
Tempo di lettura lettura: 2 minuti
mer 29 ott 2014 10:05
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La chiamavano la società dei consumi. Ora che i consumi sono in crisi, la natura chiede il suo conto. Il secolo delle industrie ha abusato delle risorse naturali. Anni di esami di coscienza occidentali non sono bastati a invertire la rotta. Eppure il punto di non ritorno non è ancora stato superato. Di questo si è parlato a Napoli l’8-11 Ottobre scorso all’interno del Forum dell’Associazione Greenaccord dal titolo “Sfamare il mondo – alimentazione, agricoltura e ambiente” a cui abbiamo partecipato tra vertici di organizzazioni internazionali ed esperti mondiali di sviluppo sostenibile.

 

Il dio denaro

A un passo dall’Expo di Milano si fa sempre più stringente il tema del risparmio delle risorse per “Nutrire il pianeta”; non solo come modello etico, ma anche economico, per l’uscita dalla recessione. L’attuale catena del cibo è inefficiente; schiava del mercato e della logica del consumo imperante, porta con sé effetti collaterali quali il consumo di suolo nelle nazioni più povere. L’Africa da sola conta il 55% di tutte le “grabbed land” – terre sottratte – del mondo. “Educarsi alla solidarietà e vincere la schiavitù del profitto” è ciò che suggerisce Papa Francesco.

 

Si parte dalle famiglie

Ogni anno un nucleo medio di 4 persone getta nel cestino 500 euro di cibo. Una media pro-capite di 115 chilogrammi all’anno in Europa e USA contro gli 11 dell’Africa. “Il cibo rimasto sul tavolo, dopo mezz’ora viene percepito come rifiuto”, denuncia Raffaele del Giudice, presidente ASIA Napoli. Complice la moda delle “confezioni maxi” o del “prendi due paghi uno”, si fanno acquisti superiori alle proprie necessità: “Sono trovate commerciali rovinose”. Cosa fare in casa? Non riempire il frigorifero all’inverosimile (i prodotti nascosti finiscono per scadere), organizzare i cassetti con etichette. Non occorrono rivoluzioni dolorose. Basta una “responsabilità dolce”.

 

Un miliardo e 300 mila le tonnellate di cibo sprecate ogni anno nel mondo, eppure continuano ad esserci 2 miliardi di malnutriti. E pensare che “non è in questione la disponibilità di cibo – sostiene Adriana Opromolla di Caritas International – ma il suo accesso. La lotta contro la fame deve fornire a tutti i mezzi per produrre alimenti: terra, semi, strumenti agricoli, bestiame, scuole, protezione sociale e sanitaria”. Obiettivo Caritas 2025: eliminare la fame nel mondo. Utopia? “Forse. Ma senza ambizioni non c’è determinazione”. Ogni famiglia deve attuare scelte alimentari quotidiane ponderate e consumare quantità moderate assicurandosi una dieta equilibrata. Dal 1946 a oggi la produzione di cibo è triplicata – ha detto, a Napoli Ren Wang, Assistente Direttore Generale della FAO. “Le Nazioni Unite sono preoccupate della sicurezza alimentare in generale; l’obesità è un problema grave”.

 

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