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A Bologna seminario di studi: 'Gli arbitri di basket tra impegno e abbandono'

In foto: Dino Meneghin: “Senza arbitri non c’è competizione”.
Dino Meneghin: “Senza arbitri non c’è competizione”.
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lun 26 apr 2010 15:08 ~ ultimo agg. 00:00
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Questa mattina presso l’Aula Magna della Spisa, alla Scuola di Specializzazione in Studi sull’Amministrazione Pubblica, in via Belmeloro 10 a Bologna, il Comitato FIP dell’Emilia Romagna, in collaborazione con la Facoltà di Scienze Motorie, ha organizzato un Seminario di studi aperto a tutti su una delle tematiche più sentite dall’intero mondo sportivo, quella arbitrale, dal titolo: “Gli arbitri di basket tra impegno e abbandono” – si legge in una nota della Federazione Italiana Pallacanestro, Comitato Regionale Emilia-Romagna -. Presenti il preside della Facoltà di Scienze Motorie, Carlo Bottari, il presidente della FIP Dino Meneghin, i presidenti della FIP Emilia Romagna Giancarlo Galimberti ed Enrico Ragnolini.
In platea il presidente della Lega Basket, Valentino Renzi, il general manager della Virtus, Massimo Faraoni, il presidente USAP, Gianni Zappi, l’arbitro di serie A Davide Ramilli.

Dopo l’apertura del preside Carlo Bottari, che ha esposto le motivazioni per la quale la Facoltà ha accettato di sviluppare questa iniziativa, è stato il presidente Dino Meneghin a portare il proprio intervento: “Senza arbitri non c’è competizione. Per alcuni anni li ho detestati, ora mi piacciono per la caparbietà, il non aver paura di esporsi, per il fatto ch dicono “ora metto io a posto le cose”. Dietro c’è una persona che ha voglia di dare una mano al movimento. Per questo ringrazierò sempre il loro lavoro. Lo dico non da presidente ma perché senza loro non avrei potuto vivere le tante splendide esperienze. Sono persone normali, comuni. Incontrarli a fine gara o fuori dal campo si vede che sono professionisti. Allenamento, passione e ora capisco anche le difficoltà del cammino. I giovani devono capire che il percorso sarà irto di difficoltà. Ma senza passione e lavoro non avranno obiettivi e futuro come arbitri, ma la gente di loro si fida. La loro decisione è insindacabile. La cosa più bella è l’onesta del giudizio arbitrale, con decisioni che vengono prese in una frazione di secondo, azioni che dopo decine di moviole non sono comunque chiare. Poi vorrei sfatare il fatto di aver avuto problemi arbitrali. Protestavo, ma alla fine mi davo del pirla perché aveva sempre ragione l’arbitro. Spero davvero che il lavoro di stamattina ci aiuti a far capire ai ragazzi che possono essere protagonisti del movimento anche senza essere giocatori. Hanno esempi davanti esempi molto positivi e spero che una volta iniziata la carriera, anche davanti a difficoltà difficili, possano superarli attraverso il talento e la voglia di arrivare. Solo così possiamo sperare di mantenere una classe arbitrale che comunque a livello internazionale è tra le migliori e ve lo dice uno che uscito fuori dall’Italia si è accorto, per esperienza diretta, che i nostri sono davvero tra i migliori”.

E’ stata poi la volta del Presidente della FIP dell’Emilia Romagna, Giancarlo Galimberti, che ha iniziato il proprio intervento ricordando come il 25% degli arbitri che cominciano la propria avventura, dopo il primo anno smettono: “Nella mia attività di Presidente Regionale, che grazie al sostegno delle nostre società ho l’onore di ricoprire per il terzo mandato, posso dire di aver affrontato diversi progetti, quello sul quale dovremo lavorare ancora intensamente è il tema arbitrale. Registrare in tutte le gare la presenza di almeno un arbitro che garantisca lo svolgimento nel rispetto delle regole è l’obiettivo. Possiamo dire di aver effettuato diversi tentativi ma la costante negativa del problema è risultato essere l’ abbandono precoce. Giovani che si avvicinano spontaneamente alla pratica dell’arbitraggio abbandonano dopo un anno di attività. Partendo da questo punto, che per la verità è comune a molte altre discipline, il Comitato Regionale ha attivato una borsa di studio con la Università di Bologna ed è uscito il lavoro che Michol Baietta ci illustrerà. L’idea di questo convegno è nata all’indomani del convegno organizzato dal Comitato Regionale della Lombardia che ha sviluppato uno studio sulle motivazioni nella pratica dell’arbitraggio.

E’ evidente che la giornata di lavoro deve essere un punto di partenza e non un punto di arrivo; deve offrire lo spunto per una metodologia che deve essere studiata, affrontata e messa in pratica con l’aiuto di tutti, Istituzioni, Società, Dirigenti, Allenatori e Atleti. Per completare il lavoro, prima di rispondere alle vostre osservazioni abbiamo previsto l’intervento di tre esperti: Gianni Zappi Presidente degli Allenatori, Massimo Faraoni Dirigente della Virus Bologna e Davide Ramilli arbitro A1. Il messaggio che lanciamo a tutte le componenti del movimento è che lo sport è soprattutto lezione di vita, aiuta a socializzare, deve aiutare a saper accettare la sconfitta anche se causata da un intervento arbitrale con condiviso. Scaricare le proprie sensazioni, il proprio malcontento su una persona che nel bene o nel male cerca di far rispettare il regolamento non si allinea con i sentimenti che abbiamo appena ricordato. Un grazie per la partecipazione e un augurio personale che tutti possiamo concorrere alla risoluzione di questo annoso problema o, quantomeno, cominciare ad affrontarlo in modo propositivo”.
E’ stato poi il presidente FIP della Lombardia Enrico Ragnolini che ha voluto ribadire come la figura dell’arbitro non può essere visto come un problema e soprattutto non si può vedere la figura dell’arbitro solo per coprire delle partite.

Il prof. Stefano Martelli, Ordinario di sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi, ha introdotto le tesi cercando di evidenziare le diverse basi di partenza con un intervento dal titolo: “Un problema, due approcci. Riflessioni sul quadro teorico-metodologico delle ricerche presentate”.

Quindi è stata la volta delle due ricerche, quella di Fabiana Gatti, docente di psicologia presso l’università Cattolica e l’arbitro Stefano Quaia che hanno fornito i dati della ricerca psicologica condotta sui giovani arbitri della Lombardia, mentre Michol Baietta ha illustrato i dati inerenti una ricerca sugli arbitri in attività e non a Bologna e provincia.

E’ stata poi la volta di una tavola rotonda alla presenza di Gianni Zappi, presidente USAP, Massimo Faraoni, General Manager Virtus Pallacanestro Bologna e Davide Ramilli, arbitro di serie A.

Le conclusioni della mattinata sono state illustrate da Giancarlo Galimberti, che ha premiato Michol Baietta per la sua tesi di Laurea sul tema: “Gli arbitri di pallacanestro tra pratica e disaffezione”.

(nella foto, il tavolo dei relatori)

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