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Riccione

Giorno della Memoria: silenzio, musica e teatro nella Perla Verde

In foto: In occasione del “giorno della memoria”, per giovedì l’Amministrazione Comunale di Riccione ha organizzato diverse iniziative:
www.comune.riccione.rn.it
In occasione del “giorno della memoria”, per giovedì l’Amministrazione Comunale di Riccione ha organizzato diverse iniziative:<br><a href=http://www.comune.riccione.rn.it target=_blank>www.comune.riccione.rn.it</a>
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mer 26 gen 2005 16:32 ~ ultimo agg. 00:00
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 tutti i dipendenti sono invitati a ritrovarsi sotto il tricolore all’ingresso della residenza municipale alle ore 8,30 per osservare un minuto di silenzio e raccoglimento.
 

Nei viali di Riccione dotati di impianto di amplificazione a partire da Viale Ceccarini, nell’arco della giornata, saranno più volte diffuse alcune canzoni dedicate alla memoria.
 
Alle 21.15 al teatro del Mare va in scena “Dimmi, una sotria mai scritta”, un testo di Laura Forti. L’introduzione allo spettacolo:
 
La legge Terracini del 1955 concede un assegno di benemerenza ai perseguitati politici antifascisti o razziali. Cinquecento discriminati presentano domanda ma solo dodici richieste sono state accolte fino ad oggi; le altre giacciono in attesa di istruttoria o sono state annullate per “rischio di grave danno erariale”. In molti casi è stato domandato di presentare una “storia delle persecuzioni” e addirittura di allegare un certificato di razza ebraica.
E’ la narrazione di Laura Forti, interprete in “Dimmi, una storia mai scritta”, autrice del testo prodotto da Centrale dell’arte, European association for jewish culture, per la regia di Teo Paoli.

Una giovane donna decide di stendere per conto della madre la storia della sua famiglia, toccata dalle discriminazioni; questa diventa l’occasione per un confronto con la sua origine, per iniziare un percorso identitario nel quale le saranno “fili conduttori” i personaggi femminili. La bisnonna, ebrea fiorentina che ha costruito con il suo lavoro le basi della famiglia, la nonna, un’ebrea ashkenazita, proveniente dalla Polonia dalla quale la famiglia paterna è fuggita per i terribili pogroms e la madre, vittima delle persecuzioni razziali, partigiano nella macchia grossetana durante l’adolescenza ed espatriata in Israele.
E poi gli altri antenati e antenate scomparsi o dispersi di cui restano solo frammenti di ricordi e fotografie ingiallite che per un attimo lasciano intravedere o immaginare squarci di ambienti e atmosfere mai conosciute. A questi frammenti di passato che devono essere faticosamente ricostruiti ed integrati con l’immaginazione per diventare affettivi, la protagonista del monologo contrappone la storia di adesso: la sua e quella italiana.