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Lavoro Provincia

Il turismo funziona ancora: ma quanto e quale lavoro offre?

In foto: Se il buon giorno si vede dal mattino, dalla stagione estiva 2002 ci si potranno aspettare meraviglie, in questi giorni di Pasqua, hanno riaperto quasi tutte le attività stagionali, con un riscontro di presenze superiore alle più rosee aspettative:
Se il buon giorno si vede dal mattino, dalla stagione estiva 2002 ci si potranno aspettare meraviglie, in questi giorni di Pasqua, hanno riaperto quasi tutte le attività stagionali, con un riscontro di presenze superiore alle più rosee aspettative:
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mer 3 apr 2002 13:35 ~ ultimo agg. 00:00
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albergatori, commercianti, ristoratori, per una volta tutti concordi nell’indicare i giorni appena trascorsi come una partenza da “pole position”; un dato sicuramente importante per l’economia della Riviera, mentre protestano per il traffico già a livelli ferragostani, i cittadini che dal turismo non traggono reddito.
Il comparto turistico, è senza dubbio infatti uno dei pilastri su cui regge l’economia riminese: complessivamente, incide per un terzo sul reddito prodotto in Provincia. I dati delle ricerche sul mondo del lavoro, indicano però un allontanamento sempre maggiore dei riminesi dal settore turistico: sono sempre meno coloro che vi lavorano, e pochissimi i giovani che scelgono di qualificarsi (ad esempio, con la laurea in Economia del turismo, corso di laurea con sede a Rimini), con la prospettiva di rimanere a lavorare qui.
Anche perché, sono davvero pochi tra gli imprenditori ad investire in questo senso, e richiedere figure altamente qualificate per operare nel turismo: è uno dei dati emerso nel Filo diretto, in onda su Radio Icaro, organizzato con il mensile Lavori in corso, realizzato in collaborazione con l’Ufficio per l’impiego della Provincia di Rimini.
I dati di Walter Martinese, dell’Ufficio studi della CGIl di Rimini, descrivono una fase di passaggio, e di cambiamento non facile per il turismo riminese. Quello del nostro territorio, è un turismo ancora a forte impronta stagionale (anche se qualcosa si sta muovendo, e i dati raccontano una destagionalizzazione sempre più forte): con 20/ 30mila operatori stagionali, quasi tutti a bassa specializzazione.
Mentre fino alla fine degli anni ’70, gli stagionali erano per il 90% riminesi, ora la percentuale cala vistosamente, mentre cresce parallelamente anche la percentuale di chi arriva anche da molto lontano: il 30% della manodopera è extracomunitaria.
Non cambia solo la prospettiva degli stagionali: anche gli imprenditori, per quanto in misura minore, stanno cambiando, e anche in questo settore sono in calo i riminesi, afferma sempre Walter Martinese, dati alla mano.

Per Stefano Zamagni, docente di economia all’Università di Bologna, bisogna considerare che i servizi per il turismo non riguardano solo l’albergo e l’ombrellone, ma anche altre diverse attività che comunque creano impiego.
Questa sera alle 21 Stefano Zamagni sarà al teatro del Mare di Riccione per un incontro pubblico sul tema “Lavorare da cristiani”: l’incontro rientra nelle iniziative per la festa del Beato Alessio.

“Bisogna riscoprire la cultura del lavoro: fare l’operatore turistico è un mestiere difficile, non conosce domeniche, e c’è da considerare la concorrenza spietata delle mete turistiche a basso costo”, ha affermato nel Filo diretto Maurizio Bellavista, vicepresidente dell’Assoalbergatori riminese. Per lui, i giovani non scelgono più di lavorare nel turismo per le troppe pretese, e hanno perso la cultura del lavoro come valore. Per lui, non è un problema che non vi sia rispondenza tra titolo di studio e lavoro; la gavetta parte dal basso, anche se Bellavista riconosce la necessità di un rinnovamento qualificato per il turismo della Riviera.

La formazione, e la creazione di una cultura che promuova una nuova e diversa imprenditorialità sono le armi vincenti a parere dell’Assessore provinciale Massimo Pironi.