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Rubicone

Il Pascoli socialista: a San Mauro un convegno a 90 anni dalla morte del poeta

In foto: In occasione del 90esimo anniversario della morte di Giovanni Pascoli, il Comune di San Mauro, Sammauroindustria e l’Accademia Pascoliana promuovono un convegno sul "Pascoli socialista". L’appuntamento è per sabato (dalle 10,30 alle 18,00), giorno del 90° anniversario della morte di Pascoli, nella pascoliana Villa Torlonia.
<img src=images/pascoli.jpg border=0 align=left width=100>In occasione del 90esimo anniversario della morte di Giovanni Pascoli, il Comune di San Mauro, Sammauroindustria e l’Accademia Pascoliana promuovono un convegno sul
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gio 4 apr 2002 11:59 ~ ultimo agg. 00:00
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protagonisti dell’iniziativa saranno storici e studiosi di letteratura che tracceranno un affresco del socialismo di Pascoli.

La scheda del convegno:

Un socialismo che si potrebbe suddividere in tre fasi nella biografia pascoliana: la prima, quella del socialismo anarchico-internazionalista (insurrezionalista); la seconda, quella del socialismo umanitario (il periodo messinese); la terza, il socialismo patriottico (la guerra di Libia).
In un certo senso si può dire che verrà fatta luce su un “capitolo” dell’esperienza pascoliana che ha richiamato minore attenzione da parte degli studiosi: quella dell’impegno politico e sociale. E pensare che tutta la vita del Pascoli è stata attraversata da una incessante attività, fatta non solo di elaborazione ma anche di militanza (il più delle volte lancinante), all’interno della variegata e confusa galassia del movimento socialista italiano, ma non solo.
La sua passione e sensibilità lo portarono a dibattersi fra le opposte sponde di questo mare. Da ragazzo, e poi da giovane universitario a Bologna, scegliendo la causa dei poveri, si trovò a fianco degli internazionalisti, tra coloro che simpatizzavano e sostenevano i moti insurrezionali e gli attentati ai regnanti. Riuscì, però, subito a prendere coscienza dei limiti di quell’estremismo.
Il suo successivo impegno, negli studi e nella carriera universitaria, fu finalizzato soprattutto a ricostruire “un piccolo nido” per quella famiglia Pascoli che la sventura aveva disperso ai quattro venti. Lavorò incessantemente, scrisse versi eterni, aiutò fino in fondo i suoi familiari; continuando, però, a sostenere la causa dell’emancipazione popolare, con articoli, prese di posizione, conferenze… accettando, persino, di presentarsi in numerose competizioni elettorali.
Quello che, però, rifiutò sempre, dopo le vicende giovanili, fu qualsiasi limitazione alla sua autonomia, alla sua indipendenza di giudizio e di ricerca politica.

Approdò, alla fine della sua non lunga esistenza, alla vigilia di guerre civili e mondiali, ad una sorta di “socialismo patriottico”, che qualcuno definì “nazionalista”, sulla scia di un amore smisurato per la grandezza della storia italiana, dalla civiltà di Roma al Risorgimento. La gracile democrazia italiana – che riscuoteva la fiducia di pochi, sia a destra che a sinistra – stava per ammalarsi gravemente. Pascoli mori il 6 Aprile del 1912.

Era arrivato, però, agli inizi del Novecento, in solitudine, a formulare grandi e suggestive visioni politiche, legate ad una profonda riflessione sulla natura umana. A chi gli contestava il ripudio dell’odio e della lotta di classe – rispetto alla focosa giovinezza bolognese – Pascoli rispondeva pubblicamente: “Ecco la base del mio socialismo: il certo e continuo incremento della pietà nel cuore dell’uomo…”. Contrapponeva alla violenza le parole della libertà e dell’amore. Maturò, così, una revisione del suo lontano socialismo, del freddo positivismo, del destino dell’uomo: “… ma quando alla sapienza sarà congiunto veramente l’amore, la pietà, allora egli raggiungerà la cima dell’homo humanus. Il socialismo ne è un segno; ma alla parola “giustizia” bisogna aggiungere quella di “carità”.

Il Convegno mira a ricostruire il percorso politico del Pascoli (dall’autunno del 1871, in quella Rimini centro della sinistra repubblicana, rivoluzionaria ed anarchica, alla sua morte nel 1912) nel contesto del socialismo italiano e romagnolo: 41 anni di delicato e lacerante coinvolgimento politico, ma anche di elaborazione e riflessione.

IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA

Ore 10 Saluti delle autorità:

Luciana Garbuglia, Sindaco San Mauro Pascoli

Vera Negri Zamagni, Vice Presidente Regione Emilia-Romagna

Piero Gallina, Presidente Provincia Forlì-Cesena

Ore 10,30

Maurizio Ridolfi – (Università della Tuscia)

Il Socialismo al tempo di Pascoli

Roberto Balzani – (Università di Bologna)

Il Socialismo romagnolo tra Ottocento e Novecento

Dino Mengozzi – (Università di Urbino)

La morte laica di un poeta

Umberto Sereni – (Università di Udine)

Il vero socialista sono io. Giovanni Pascoli e la lotta politica a Barga

A seguire: dibattito

Ore 15.30

Elisabetta Graziosi – (Università di Bologna)

Pascoli studente socialista

Mario Pazzaglia – (Università di Bologna)

Pascoli garibaldino e socialista umanitario

Renato Barilli – (Università di Bologna)

Pascoli e la “Grande Proletaria”

Coordina il convegno Gianfranco Miro Gori

I RELATORI DEL CONVEGNO “PASCOLI SOCIALISTA”

Maurizio Ridolfi: dal 1995 lavora presso l’Università della Tuscia (Viterbo) dove è professore associato di Storia Contemporanea e presiede il Centro Studi per la Storia dell’Europa Mediterranea. Nei suoi studi si è occupato soprattutto di culture politiche, con attenzione particolare alle forme della comunicazione, ai simboli e ai riti. Dal 1993 coordina la direzione della rivista “Memoria e Ricerca”. Tra i libri recenti si ricordano, Interessi e passioni. Storia dei partiti politici italiani tra l’Europa e il Mediterraneo, (Bruno Mondadori, 1999), Nel segno del voto. Elezioni, rappresentanza e culture politiche nell’Italia Liberale (Carocci editore, 2000). Ha studiato a più riprese la storia del socialismo prefascista, il cui risultato più organico è stato il volume Il Psi e la nascita del partito di massa 1892-1922 (Laterza, 1992).

Roberto Balzani: studioso di storia locale, del movimento repubblicano e dei pubblici servizi, salito agli onori delle cronache con la pubblicazione del recente volume La Romagna (Il Mulino, 2001). Insegna Storia Contemporanea all’Università di Bologna. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Il Psi e la nascita del partito di massa (Laterza, 1992), Il forziere della città. La Cassa dei risparmi e la società forlivese dalle origini ai secondo dopoguerra (Il Mulino, 2000), e il già citato La Romagna. Ha inoltre curato Una borghesia di provincia (Il Mulino, 1998).

Dino Mengozzi: docente di Storia Contemporanea all’Università di Urbino, ha dedicato vari studi sui temi della mentalità e della sensibilità collettiva in relazione alla violenza e all’immortalità laica. Le pubblicazioni più recenti sono state Sicurezza e criminalità, 1796-1861 (Franco Angeli Editori, 1999), La morte e l’immortale. La morte laica da Garibaldi a Costa (Laicata, 2000).

Umberto Sereni: docente di Storia Contemporanea e Storia dei Movimenti e dei Partiti Politici all’Università di Udine, attualmente è Sindaco di Barga. I suoi studi si sono rivolti in particolare alla lotta politica e sociale nell’età giolittiana. Si è occupato anche di Giovanni Pascoli dedicandogli vari saggi, occupandosi dei suoi rapporti con Gaetano Salvemini, Plinio Nomellini, ed Ettore Cozzani. Ha pubblicato di recente: Il poeta legislatore. Pascoli a Barga 1895-1912, Alla ricerca dell’Eden – Pascoli in Val Serchio, Nella valle del Bello e del Buono.

Elisabetta Graziosi: docente di Letteratura italiana nella Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Bologna. Tra gli argomenti presi in esame troviamo la letteratura contemporanea (Il tempo in Montale, 1978; Campana, Cardarelli, Bacchelli: lettere e documenti inediti, 1988; Bacchelli lirico: due incontri mancati, 1989; Dal “Mulino”: uno sguardo sul Po, 1990), la geografia letteraria (Da capitale a provincia. Genova 1660-1700, 1993; Cesura per il secolo dei genovesi, 2000; Aminta 1573-1580. Amore e matrimonio in casa d’ Este), i modelli di lunga durata (Vent’ anni di petrarchismo,1988), la scrittura femminile (Arcadia femminile: presenze e modelli, 1992; Lettere da un matrimonio fallito, 1999), quelli marginali (Avventuriere a Bologna: due storie esemplari, 1998) sconosciuti (Scrivere in convento, 1996), dissimulati o introvabili (Montani e Magalotti: storia di un plagio,1991; Pascoli edito e ignoto, 1993, 1995, 1998 e in c.d.s.).

Mario Pazzaglia: per anni professore di lingua e letteratura italiana presso la facoltà di Magistero di Bologna, ne è stato preside dal 1979 al 1989. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni di poetica e critica letteraria, in particolare su Dante, Leopardi e Pascoli. Tra tutte primeggia la ben nota Antologia critica della letteratura italiana, testo diffusissimo nei licei italiani. Tra le altre opere si segnalano: Il verso e l’arte della canzone nel “De vulgari eloquentia”; Teoria e analisi metrica; Letteratura italiana. Testi e critica con lineamenti di storia letteraria; Voci de “L’Enciclopedia dantesca”. E’ entrato a far parte dell’Accademia Pascoliana in rappresentanza del Dipartimento di Italianistica dell’Università bolognese, diventandone successivamente Presidente.

Renato Barilli: docente ordinario al DAMS di Bologna. Dal 1970 ha ottenuto un incarico in estetica, nel 1972 è divenuto docente straordinario di storia dell’arte contemporanea, poi ordinario di fenomenologia degli stili dal 1980. Ha scritto numerosi volumi di Estetica, di critica letteraria e di critica d’arte. Ha curato varie mostre per le nuove tendenze in pittura; come critico d’arte si è occupato soprattutto delle tendenze contemporanee ed è stato teorico di spicco della neoavanguardia italiana. Pubblicazioni recenti: Scienza della cultura e fenomenologia degli stili, Bologna, (Il Mulino, varie ed.), Corso di estetica, (Il Mulino, 1989), Corso di retorica, (Mondadori, 1994), L’arte contemporanea, (Feltrinelli, 1984), L’alba del contemporaneo, (Feltrinelli, 1996), Informale oggetto comportamento, (Feltrinelli, varie ed.), La neoavanguardia italiana, (Il Mulino, 1995), Robbe-Grillet e il romanzo postmoderno, (Mursia, 1998).