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Approfondimenti Rimini

Ricevuto pubblichiamo: la lettera per Pasqua di Stefano, malato di Aids

In foto: Stefano, dell'Associazione Papa Giovanni XXIII° di Rimini, ci invia in occasione della Pasqua una lettera in cui riflette sulla sua condizione di malato di Aids. Il testo della lettera:
Stefano, dell'Associazione Papa Giovanni XXIII° di Rimini, ci invia in occasione della Pasqua una lettera in cui riflette sulla sua condizione di malato di Aids. Il testo della lettera:
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dom 31 mar 2002 07:50 ~ ultimo agg. 00:00
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Oggi è Pasqua e dovrei essere contento. La Pasqua, per chi crede, è la Resurrezione; per chi non crede, penso, sia festa lo stesso perché è giorno di speranza. Ma la mia speranza dov’è? La mia resurrezione dov’è? Io un malato teminale di AIDS, io che ingoio più di 14.000 pillole l’anno che certe volte sembra che più che allungare la mia vita allunghino la mia agonia, io un condannato a morte: dov’è la mia Pasqua? Ma contemplando il crocifisso ora la vedo: penso che tu Gesù mi vuoi un sacco di bene perchè non solo morendo ti sei fatto come me, ma hai voluto camminare al mio fianco. Vedo le nostre vite in parallelo: hai condiviso con me i buchi: l’unica differenza è che i tuoi te li hanno fatti, io me li sono fatti da solo. Hai condiviso con me gli sputi, gli scherni e l’allontanamento dalla gente: tu per la tua fede io per l’HIV.
A me hanno fatto molti buchi per prelievi sulle braccia, nel collo, nei polmoni, nella schiena per il midollo, nella pancia, nel fegato, ecc., ma al posto di lamentarmi ti guardo e vedo che anche a te hanno bucato le mani, i piedi, il costato. Tu disprezzato e reietto dagli uomini perchè portatore di una nuova “Parola”, io disprezzato e reietto perchè portatore di una nuova parola “AIDS”. A te il Cireneo aiuta a portare la croce, io nella mia strada ho incontrato mia moglie che mi aiuta a portare la croce. Ma il mio peccato mi sta sempre dinanzi, io un incallito peccatore, come potrò risorgere? E poi lo sai che la mia fede non arriva fin lì, fino a desiderare la morte per poi risorgere. Io voglio risorgere qui sulla terra, voglio risorgere dai miei peccati, voglio risorgere a vita nuova. Ma sembra che sono troppo attaccato ai miei peccati e che mi lascio prendere facilmente dall’arrabbiatura, si perchè anche oggi che dovrei gioire per Gesù che risorge: Ce l’ho con voi onorevoli e deputati perchè il fiocchetto rosso, segno di condivisione con i malati di Aids, che avete indossato il I°Dicembre, troppo in fretta l’avete buttato via nel dimenticatoio. Ce l’ho con lei capo del consiglio che, giustamente, a fine anno ha regalato (o forse meglio dire: restituito!!) agli invalidi civili 300.000 £ escludendo però chi come me nonostante non abbia un reddito perchè non può lavorare è invalido civile al 100% per l’Aids che mi sta uccidendo e invalido civile per L’HCV che probabilmente mi ucciderà prima dell’Aids, perchè non ho 65 anni: non ho forse dei diritti anch’io? Non ho forse dei bisogni anch’io? Ce l’ho con voi dottori e ricercatori che non ricercate per il bene della comunità, ma solo per il bene del vostro portafoglio e vi vendete al miglior offerente. Ce l’ho con voi case farmaceutiche che traviate i vostri ricercatori e li portate sulla via del profitto senza tener conto della ricerca per il bene dell’umanità e in alcuni casi per la guarigione di molti: guai a voi che nascondete ricerche e vaccini che potrebbero guarire, per continuare a vendere e guadagnare miliardi con le medicine che già fabbricate. Ce l’ho con voi politici che con leggi giuste potreste far risorgere altre persone, cioè potreste ridar la voglia di vivere e la dignità a molte persone e invece guardate solo alla vostra ricchezza, e per far si che esistiate voi ricchi dovete tenere in vita noi poveri. Ce l’ho con voi politici che (da quanto leggo sui giornali) con la recente finanziaria avete portato ad 1 milione le pensioni minime, però avete escluso chi come me pur avendo i requisiti ed essendo invalido civile non ha 60 anni: GRAZIE! Ce l’ho anche con me che in questo giorno non risorgo ma continuo a peccare e ce l’ho anche con te perchè non c’impegniamo insieme per un mondo nuovo.
Con te Signore non ce l’ho, ma ti invidio perchè a 30 anni hai iniziato a salire i gradini del calvario e a 33 anni ci sei arrivato, ma poi da li sei “sceso” o “salito” in forma smagliante (scusa il gioco di parole ma ti vedo in candide vesti salire al cielo), io invece sono ancora qui appeso a quella croce, ancora su quel Calvario. Quest’anno siccome hai capito che la mia quaresima era povera di preghiera mi hai aiutato e allora la Via Crucis del venerdì non sono andato a farla in Chiesa: l’ho fatta in un letto d’ospedale con 40 di febbre e sotto un pianto di flebo e ho fatto anche il digiuno: ho perso 3 chili in 3 giorni!! E allora adesso cosa farò? “Il giorno dopo il Sabato correrò (piano, piano perchè da giorni la testa mi gira sempre) al sepolcro e a chi mi domanderà, cosa hai visto sulla via, risponderò: “La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto”.
P.S. Ma dimmi Gesù, quando morirai “le tombe si apriranno e risorgeranno i Santi morti”: e i peccatori come me?

Stefano (Ass. Papa Giovanni XXIII)